Boom di mascherine sequestrate nel 2020 alle dogane di Puglia e Basilicata

Nel 2020, in Puglia e Basilicata, le importazioni virano dai beni voluttuari verso quelli essenziali, ma arrivano anche migliaia di mascherine e Dpi contraffatti e insicuri sequestrati dai funzionari doganali. I dati – in esclusiva per i lettori de «La Gazzetta del Mezzogiorno» – sono della direzione interregionale per la Puglia, il Molise e la Basilicata dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, diretta da Marco Cutaia. «Non sono – chiarisce – dati consolidati, in quanto quelli li elaborerà l’Istat, su nostri dati. Ma sono molto significativi».

Per esempio, appare chiara una contrazione dell’import/export.
«Abbiamo un fenomeno che ha risentito della contrazione globale delle attività economiche e che ha inciso sull’import con una diminuzione dell’importato, nel valore, nelle due regioni rispettivamente del 27% in Puglia e del 6% in Basilicata. Ma si tenga conto che il dato lucano è molto residuale, così come per l’export perché la peculiarità del nostro territorio è che le operazioni avvengono prevalentemente presso gli uffici portuali e molto meno presso gli uffici interni, in quanto sono poco sviluppati alcuni istituti di semplificazione, come la possibilità di fare operazioni doganali presso il proprio stabilimento, come luogo approvato. Quindi, questa contrazione corrisponde a una contrazione più contenuta, del 17% in Puglia e del 6% in Basilicata, del peso, dei chilogrammi, dei beni importati. Questa differenza valore/peso la registriamo anche per l’export, dove abbiamo un -11% dei valori in Puglia e del -23% in Basilicata e una contrazione, rispettivamente, in peso, del 2% in Puglia e del 13% in Basilicata. Questa differenza tra riduzione in valore e peso, potrebbe essere spiegata – ma la questione è da approfondire – con una diminuzione dell’import/export di prodotti ad alto valore aggiunto (elettronica, alta moda), rispetto alle importazioni di prodotti di base, materie prime, semilavorati e altri prodotti a minore valore importo/peso. Tornando alle importazioni, dove l’Italia riscuote per l’Ue dazi e Iva all’importazione, diritti doganali, abbiamo una contrazione del totale dei diritti accertati che in Puglia è del -35% e in Basilicata del -10%. Parliamo di 323 milioni in Puglia e 2,5 milioni in Basilicata. Dato particolare, la contrazione è più forte rispetto alla diminuzione dell’import».

Come lo spiega?
«Potrebbe essere dovuto alla diminuzione dell’import di prodotti ad alto valore aggiunto e ad alta tassazione, linee di prodotto che hanno anche una produzione europea e, quindi, su cui insistono livelli di tassazione maggiori. Viceversa, le materie prime di cui Italia e Ue non sono produttori, sono colpite, in genere, da livelli di tassazione più bassa».

Stesso trend per cessioni/acquisti intracomunitari?
«Per gli acquisti abbiamo notato una diminuzione in valore del 19% in Puglia e 12% in Basilicata. Anche in questo caso, il peso della Puglia è decisamente maggiore. Sugli acquisti, per quanto riguarda il peso abbiamo un dato anomalo che credo sarà oggetto di approfondimento. Perché il valore in peso è superiore al 100% rispetto all’anno scorso. Verificheremo da cosa è composto questo 100. Per quanto riguarda le cessioni, con un -8% in Puglia e +1% in Basilicata, abbiamo un incremento in peso del 14% e del 44% in Basilicata. Questo ci conferma un po’ la tendenza che si registra sull’import/export, una diminuzione dei valori e un incremento dei pesi. Ovvero, una diminuzione del rapporto valore per chilo».

Effetto della pandemia?
«Forse per una diminuzione dei consumi interni che si sono spostati dal voluttuario all’essenziale, potrebbe essere una spiegazione».

Per le dichiarazioni valutarie?
«Il dato aggregato Puglia-Basilicata-Molise che noi abbiamo riguarda solo la Puglia e ha subito un crollo incredibile che, in valore, vale l’89% e come numero di dichiarazioni oltre il 55. Perché c’è stato il blocco delle crociere e una forte riduzione, durante il primo lockdown, dei servizi di linea verso Albania e Montenegro. Il dato interessante (oltre il -96% per le dichiarazioni in uscita) sono le violazioni accertate dai funzionari doganali: in ingresso -30% dei verbali e in uscita del 12% soltanto, con un valore delle eccedenze, della parte non dichiarata dei soldi che tentavano di portare all’estero, in ingresso del -39% e in uscita del 19%. Vuol dire che le violazioni sono concentrate non sul traffico crocieristico, ma sul traffico passeggeri sui traghetti di linea che, malgrado la diminuzione, sono stati perpetrati».

Non si sono arresi…
«I pochi che hanno viaggiato».

Frodi doganali e accise?
«In questo caso abbiamo tendenzialmente quasi tutto in Puglia. Un -36% delle frodi registrate, nei diversi settori (contraffazione, contrabbando, sicurezza prodotti, sotto-fatturazione, accise, violazioni alla normativa sull’Iva comunitaria e frodi carosello) e 44% in Basilicata, e un calo dei maggiori diritti accertati (imposta evasa) del 6% in Puglia e – 63% in Basilicata. In quest’ultimo caso, però, abbiamo un solo ufficio delle dogane, a Potenza, e quindi il dato può essere assai diverso da un anno all’altro. La cosa interessante è che, mentre complessivamente c’è un calo del 36% delle frodi, nel settore della sicurezza prodotti e contraffazioni c’è stato un +42 e +8%. Quindi il presidio doganale al valico è rimasto sempre attivo durante tutto il lockdown, abbiamo garantito il presidio dei confini nazionali. In questo periodo, oltre alla “solita” contraffazione (come le scarpe) si è lavorato tanto su mascherine, prodotti medicali e destinati al contrasto al Covid. Ci sono stati degli interventi proprio di contrasto all’introduzione di questi prodotti non regolari».

Questo 42% «dove»?
«Soprattutto su Bari e Brindisi e meno su Taranto. Per esempio, sono state importate mascherine non a posto con le certificazioni europee. La mascherina chirurgica deve rispondere a una standardizzazione delle qualità, un marchio CE che corrisponde a prove di filtraggio, di trazione e altre. E, quindi, se apponi il marchio CE o ne sei privo e provi a venderle come chirurgiche, è un attentato alla salute dei consumatori. Perché qui l’uso di un prodotto difforme fa la differenza tra avere uno strumento che tutela dall’infezione o no. Per non parlare dei DPI come mascherine FFP2 e FFP3. L’Agenzia ha presidiato il valico nazionale per miliardi e miliardi di mascherine. Pensi che sul nostro sito (www.adm.gov.it) c’è un contatore dedicato (ieri alle 13, risultavano sottoposte a sequestro 3,7 miliardi di mascherine, oltre che 4.775 strumenti di terapia intensiva; ndr). Adesso la stessa cosa la stiamo facendo sui vaccini».

Vaccini contraffatti?
«Ci sono state segnalazioni di siti Internet che vendevano vaccini contraffatti. E lì non sappiamo se è una partita sottratta e quindi regolare, non sappiamo come è stata conservata o se è un prodotto del tutto contraffatto e non sappiamo se dentro c’è nulla, un placebo, o qualcosa che può essere addirittura dannoso. C’è un alert nazionale su questo».

Pazzesco! Cambiamo argomento: settore giochi?
«Le somme giocate e spese dai cittadini rilevano una contrazione, fino al 31 ottobre (a novembre e dicembre è stato chiuso tutto), del -41% in Puglia e -67% in Basilicata».

Finalmente una buona notizia!
«A dire il vero, bisogna capire se questo gioco si è trasferito sulle piattaforme illegali…».

fonte: MARISA INGROSSO – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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