La Guardia di Finanza di Barletta, in forza alla Compagnia di Trani, ha eseguito un’ordinanza di applicazione di misura interdittiva del divieto temporaneo di esercizio della professione forense e contestuale decreto di sequestro preventivo nei confronti di un avvocato con studio legale in Barletta (Bt), Raffaele Dibello.
L’attività di indagine trae origine da una denuncia-querela presentata nel 2019 da un cliente, il quale si era rivolto al professionista per farsi assistere in un procedimento giudiziario – originato da un sinistro stradale che aveva causato la morte di un genitore – in cui aveva conferito al legale la “procura speciale” all’incasso delle eventuali somme riconosciute dalla compagnia assicurativa, da accreditarsi, in prima istanza, sul conto corrente intestato all’avvocato.
Non ricevendo più notizie dal legale sull’esito del procedimento, il cliente ha scoperto che la compagnia assicurativa aveva provveduto a liquidare il sinistro e che l’avvocato aveva sottoscritto una quietanza di risarcimento ed incassato direttamente la somma di 200mila euro, senza versarla ai legittimi beneficiari.
Al fine di verificare se la condotta illecita fosse riconducibile ad un modus operandi del legale nella gestione dei sinistri stradali, le Fiamme Gialle hanno avviato articolate e più complesse indagini che hanno consentito di smascherare altre condotte analoghe, con cui l’avvocato, a fronte di risarcimenti assicurativi incassati con procura speciale, versava agli ignari clienti-beneficiari un importo inferiore, appropriandosi indebitamente di ulteriori somme.
Inoltre, gli accertamenti hanno fatto emergere la simulazione della separazione del professionista dal proprio coniuge, al fine di sottrarre fraudolentemente parte del patrimonio alle eventuali azioni esecutive da parte dei clienti truffati.
I Finanzieri hanno denunciato l’avvocato per truffa aggravata, appropriazione indebita, patrocinio infedele e falso, procedendo all’interdizione e al sequestro preventivo finalizzato alla confisca del profitto del reato sui conti correnti nella disponibilità dell’indagato.