Bari, le relazioni pericolose dell’ex giudice De Benedictis: “Ero l’amico di tutte le divise”

L’ex gip ha spiegato ai giudici di Lecce i suoi rapporti con l’appuntato dei carabinieri Nicola Soriano, ma anche con un ex militare oggi imprenditore considerato “collettore di parecchie questioni” – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

“Io ero amico a tutte le divise, tanto per cominciare…“: l’ex giudice Giuseppe De Benedictis ha spiegato così ai pm di Lecce i suoi rapporti con l’appuntato dei carabinieri Nicola Soriano, fino al 24 aprile in servizio presso la sezione di polizia giudiziaria della Procura, che al gip e all’avvocato Giancarlo Chiariello avrebbe fatto avere notizie riservate sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia.

Arsenale da guerra, resta in carcere l’ex giudice Giuseppe De Benedictis

Soriano – indagato per rivelazione di atti coperti da segreto – non è stato arrestato e quindi non è stato sospeso ma solo trasferito dalla Procura e nei suoi confronti è stato avviato un procedimento disciplinare da parte dell’Arma. De Benedictis, invece, ha provato inutilmente ad ottenere gli arresti domiciliari ma sia la gip Giulia Proto che il Tribunale del Riesame sono stati durissimi nel mantenere inalterata la misura imposta nell’ambito dell’inchiesta sull’arsenale, trovato dalla polizia il 29 aprile nella masseria dell’imprenditore Antonio Tannoia ad Andria. In relazione a quell’imputazione, l’ex magistrato è ancora in carcere mentre per l’accusa di corruzione in atti giudiziari ha ottenuto gli arresti domiciliari, così come Chiariello.

Per quanto riguarda i rapporti del magistrato con le divise, invece, le indagini sono in corso perché le carte dell’inchiesta salentina sono piene di riferimenti a esponenti delle forze dell’ordine, che con il giudice avrebbero avuto rapporti privilegiati. Uno dei suoi amici più stretti era un carabiniere in pensione, le cui conversazioni sono state intercettate e depositate agli atti del fascicolo principale.

Giudice arrestato a Bari: “Ho preso soldi solo dall’avvocato Chiariello”. Ma quattro pentiti raccontano altro

L’ex militare, oggi imprenditore agricolo dell’Alta Murgia, viene definito nelle informative “collettore di parecchie questioni da sottoporre all’interessamento di De Benedictis, in relazione alle quali, sfruttando la fitta rete di contatti, organizza incontri riservati che si svolgono prevalentemente all’aperto, nel corso dei quali si trattano le problematiche da sottoporre al giudice”.

Caso De Benedictis, cocaina agli avvocati: l’ex gip sapeva delle rivelazioni dei pentiti su di lui

A confermare l’ipotesi che l’ex giudice potesse essere il referente nel mondo giudiziario di un gruppo vasto e vario di persone, c’è poi una frase pronunciata nel corso di uno degli incontri monitorati dagli investigatori, quando De Benedictis paventava la possibilità di trasferirsi a Roma: “Noooo, servi qua a Bari, a noi che ce ne frega della Cassazione. La Cassazione ci sono altre persone… “.

Le armi, lo scaricabarile e la caccia ai complici: l’ex gip De Benedictis oggi alla prova del Riesame

Del fatto che l’ex carabiniere avesse le mani in pasta in troppi affari – e che non tutti fossero leciti – era consapevole lo stesso De Benedictis, che, parlando con Soriano, diceva “qualche volta si deve trovare in mezzo ai guai”. Tale consapevolezza, però, non era bastata ad allontanarlo. Anzi, era stato proprio lui a farlo incontrare con diverse persone che al giudice chiedevano favori. Lui a organizzare cene in masserie di Altamura e ristoranti di Torre a Mare, lui a coinvolgere in quegli incontri anche un altro ex collega.

Indagini sono in corso anche in merito ai rapporti che l’ex gip aveva con un altro carabiniere, detto “il nanetto”, che fino a fine aprile era in servizio in Procura. A lui De Benedictis e Soriano si sarebbero rivolti per sapere come stava andando un’inchiesta su noti imprenditori della Bat e del suo possibile trasferimento si preoccupavano, avendo saputo che il magistrato a cui era stato assegnato per anni stava cambiando ufficio.

Carabinieri, del resto, erano anche gli uomini che in alcune intercettazioni dell’inchiesta sull’arsenale, De Benedictis ha sostenuto che lo avessero aiutato a nascondere le armi. Nella conversazione con il caporale Antonio Serafino (anche lui arrestato per la detenzione abusiva), l’allora giudice spiegava che era arrivato il tempo di trasferire le sue armi dalla villa di Tannoia e ricordava che quando erano state portate lì si era assicurato un viaggio sicuro, “grazie alla staffetta effettuata da alcuni carabinieri”.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi