Bari, la truffa del fotovoltaico: 14 indagati, sotto sequestro impianti e conti correnti

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bari.repubblica.it

Un censimento dei pannelli fotovoltaici effettuato dai militari della guardia di finanza della Compagnia di Monopoli è stato determinante per indagini che hanno portato al sequestro di impianti di energia rinnovabile in Puglia, tutti riconducibili alla società cooperativa Cpl Concordia, e conti correnti per 16 milioni di euro a progettisti e rappresentanti di società operanti nel settore fotovoltaico con 14 gli avvisi di garanzia emessi dal gip di Modena su richiesta della Procura.

I pugliesi coinvolti sono Nicola Morgese, 35 anni, di Acquaviva delle Fonti ma residente in provincia di Modena; Francesco Fauzzi, 63 anni, di Noci: l’ingegner Luca Aquilino, 32 anni, di Alberobello; Pietro Novielli, 53 anni, di Bari, e Donato Curci, 58 anni, di Noci. Fra i 14 c’è anche Roberto Casari, 62 anni, del Modenese, già arrestato in passato.

L’operazione ha portato alla luce una presunta frode nel meccanismo di accesso alla produzione di energia rinnovabile attraverso impianti di pannelli fotovoltaici, concentrati nel territorio di Turi e Noci, in Puglia, riconducibili a dieci società con sedi in Emilia Romagna e in Lombardia. Otto impianti fotovoltaici sono stati sottoposti a sequestro nel Barese, per numerose incongruenze emerse, e 14 persone, fra le quali tre pugliesi, sono state iscritte nel registro dei reati della Procura di Modena (titolare del fascicolo sulla Cpl Concordia, la cooperativa coinvolta nell’inchiesta sulle presunte tangenti per la metanizzazione di Ischia e per la gestione di impianti nei comuni dell’agro aversano) con le accuse di associazione per delinquere, falsità ideologica in atto pubblico e truffa aggravata per aver ottenuto erogazioni pubbliche non dovute per un valore di circa 16 milioni di euro.

E’ stato l’incrocio di alcuni dati – acquisiti anche attraverso l’impiego del Reparto operativo aeronavale di Bari, che ha fotografato e mappato dall’alto gli impianti fotovoltaici – che ha permesso adi ricostruire gli assetti societari dei parchi di energia pulita che, seppure sorti sul territorio, sono risultati di proprietà di dieci distinte società con sede a Modena, Brescia, Cremona e Bologna. Aziende risultate riconducibili a Cpl Concordia e in apparenza non legate da alcun rapporto di affari o interesse economico di sorta. Ma durante le indagini sono emerse “una serie di anomalie”. Per esempio, la parziale coincidenza delle compagini societarie, i medesimi notai che avevano redatto gli atti costitutivi delle società, l’utilizzo di analoghi modelli per l’ottenimento delle autorizzazioni previste dalla normativa in campo energetico, medesimi direttori dei lavori e progettisti incaricati per la realizzazione dei diversi siti energetici.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, tre parchi fotovoltaici, costituiti da otto impianti per circa 30 ettari di estensione, erano stati soltanto formalmente frazionati in più impianti di piccola potenza, allo scopo di eludere la complessa procedura prevista per il rilascio della Autorizzazione unica regionale (Aur.). Per impianti di produzione di potenza fino a un megawatt basta solo presentare ai Comuni di riferimento una Scia di inizio attività e il sistema di incentivi statale è inversamente proporzionale: più piccolo è l’impianto e maggiore è l’incentivo. Impianti distinti e formalmente riconducibili a soggetti economici diversi, ma di fatto, riferibili alla “Cpl Concordia società cooperativa”.

Una serie di raggiri che per gli inquirenti avrebbero assicurato agli indagati un indebito vantaggio legato al cosiddetto “conto energia”, un meccanismo che premia con tariffe incentivanti l’energia prodotta dagli impianti fotovoltaici per un periodo di 20 anni. Una frode stimata in circa 16 milioni di euro corrispondenti a indebiti pagamenti erogati a dieci società a discapito del Gestore dei servizi energetici spa. Somme che sono state recuperate sottoponendo a sequestro preventivo, per equivalente, le disponibilità finanziarie delle 14 persone indagate e delle società da questi amministrate, nonché gli otto impianti fotovoltaici sequestrati con facoltà d’uso e ora amministrati dall’autorità giudiziaria.

video.gelocal.it/gazzettadimodena

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