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Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari hanno eseguito la confisca del patrimonio di Antonio Busco, pregiudicato del quartiere Japigia, disposto dal Tribunale de capoluogo pugliese (Sezione III in funzione del Tribunale della Prevenzione). La misura nasce da una proposta del procuratore della Repubblica. Il provvedimento ha interessato un’impresa individuale (attività di profumeria nel quartiere Japigia), un’auto nuova Fiat 500 e due rapporti bancari, nella disponibilità del pregiudicato, considerato “socialmente pericoloso” nell’accezione del Codice antimafia, e cioè per la “sua spiccata dedizione al crimine“.
Il trentatreenne Antonio Busco vanta numerosi precedenti penali e di polizia a partire dal 2004. È stato condannato per detenzione e porto illegale di armi, violazione delle norme sul controllo delle armi, munizioni ed esplosivi, resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione. Del 2008 è la condanna per il reato di cui all’articolo 416-bis del codice penale, in quanto riconosciuto partecipe dell’associazione di tipo mafioso del clan Capriati. Attualmente Busco è sottoposto alla misura personale di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza.
E’ stata accertata la netta sproporzione tra i beni nella effettiva disponibilità del pregiudicato e la sua capacità economica formalmente dichiarata. Nell’attesa l’impresa individuale è stata chiusa a comprova dell’utilizzo dell’azienda quale paravento di altre attività illecite. “Grazie alle investigazioni del Gico – commenta la Guardia di Finanza in una nota – è stata eliminata dal mercato un’attività inquinata, che a sua volta inquinava la libera concorrenza sul mercato“.