fonte: http://bari.repubblica.it/cronaca
Gli imputati, in solido fra loro, sono stati condannati anche al risarcimento danni nei confronti delle parti civili: il commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, il Comune di Bari, la Fai (Federazione delle associazioni antiracket Italiane) e sette commercianti vittime delle estorsioni. Gli episodi contestati risalgono agli anni 2013-2016.
I pregiudicati imputati, stando alle indagini della Dda di Bari, avrebbero imposto ai commercianti forniture e avrebbero fatto la spesa per anni senza pagare in pescheria, dall’ottico e da una decina di diversi negozi. Tra le vicende accertate a carico del boss c’è anche l’aver preteso e ottenuto l’assunzione nella cooperativa incaricata dall’Amiu (l’azienda municipalizzata barese che gestisce l’igiene urbana e la raccolta rifiuti) della pulizia dei bagni pubblici.
“Grande soddisfazione” viene espressa in una nota dal sindaco di Bari, Antonio Decaro. “Il reato di estorsione e la richiesta di pizzo – commenta Decaro sono ancora più gravi, moralmente e socialmente, perché uccidono l’economia dei nostri territori. Avere inflitto una pena esemplare di 14 anni al capo clan Francesco Diomede, condannato anche grazie alle testimonianze dei commercianti che si sono sottratti al giogo della malavita, è di buon auspicio perché possa prevalere la cultura della legalità in tutti i settori della città“. Nella nota si rimarca che “il Comune di Bari, costituito parte civile, è stato rappresentato alla prima udienza dal sindaco in persona” e che la sentenza odierna “ha riconosciuto all’ente i danni morali e materiali patiti dalla città per la attività estorsiva perpetrata”.
In particolare il gup ha condannato il boss Franco Diomede, ritenuto responsabile di 14 estorsioni, a 14 anni di carcere e 9mila 600 euro di multa,
Giovanni Sedicina a sei anni e quattro mesi di reclusione e 5mila euro di multa per quattro estorsioni, Marco Novelli a quattro anni e otto mesi e 1.600 euro di multa per tre estorsioni, Cosimo Zaccaro a quattro anni e mezzo e 1.600 euro di multa, Domenico Siciliano a tre anni e 800 euro di multa, Francesco Ungredda a due anni e otto mesi e 2mila 400 euro di multa, tutti accusati di un episodio di estorsione.