fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
Ci sarebbe una lite familiare dietro la sparatoria avvenuta in tarda mattinata nel quartiere San Paolo, nella quale un uomo di 36 anni è rimasto gravemente ferito. L’episodio è accaduto tra via Puglia e via Taranto, nei pressi della scuola elementare Chiaia.
Si tratta della terza sparatoria in meno di una settimana, dopo la gambizzazione di un ventottenne avvenuta il 19 settembre nel quartiere Madonnella e l’agguato di Carbonara, in cui lunedì 24 è stato ucciso il 24enne Walter Rafaschieri mentre il fratello Alessandro (di 33 anni) è rimasto gravemente ferito.
La sparatoria del San Paolo, invece, non rientrerebbe in un contesto di criminalità organizzata ma sarebbe accaduta al termine di una lite tra persone imparentate. Una discussione degenerata con colpi di arma da fuoco, che hanno raggiunto il 36enne all’addome e a un braccio. L’uomo è stato ricoverato in gravi condizioni all’ospedale San Paolo mentre i poliziotti della Scientifica effettuavano i rilievi in un’abitazione di una delle persone coinvolte in via Taranto.
I colleghi della Squadra Mobile hanno invece ascoltato i testimoni e una donna è stata condotta in Questura per essere interrogata. L’inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore di Bari Domenico Minardi.
Il sindaco di Bari Antonio Decaro, intanto, ha scritto una nota al Prefetto con la quale ha richiesto la convocazione di un Comitato metropolitano per l’ordine e la sicurezza pubblica: “L’efferatezza e la sfrontatezza con la quale si stanno affrontando i clan criminali – scrive Decaro – lasciano presagire il ritorno di quegli scenari da far west che hanno caratterizzato la nostra città negli anni Novanta e che, francamente, pensavamo fossero ormai alle nostre spalle”.
“Oggi c’è stato l’ennesimo episodio di violenza, ancora una volta consumato per strada, in un luogo pubblico – osserva il sindaco – si è sparato fuori da una scuola elementare: da rappresentante della mia comunità dico che tutto questo non è più tollerabile. Per questo ritengo opportuno che le Istituzioni, in modo compatto, facciano sentire la propria voce in tema di sicurezza urbana e di contrasto e repressione delle attività criminali. A tal fine sarebbe utile un incontro in sede di Comitato Metropolitano con i rappresentanti delle forze dell’ordine, della magistratura inquirente e giudicante, valutando la possibilità di invitare, data l’eccezionalità della situazione, il Ministro dell’Interno”.