Autorità portuali, scoppia il caso Bari

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di Massimiliano Scagliarini – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

BARI – La scadenza delle nomine è giugno, all’indomani delle Regionali. Ma il rinnovo delle presidenze delle Autorità portuali sta diventando – come sempre – un caso politico, stavolta appesantito dall’incrocio elettorale e dalle coincidenze: sulla proposta degli enti locali dovrà infatti esprimersi (di concerto con la Regione) il ministero delle Infrastrutture, nella bufera in questi giorni per le inchieste giudiziarie.

L’ultima parola spetta al ministro Graziano Delrio. È molto probabile che a giugno proceda a un commissariamento, per traghettare le Autorità fino a fine anno quando la riforma dovrebbe cambiare le modalità di designazione dei presidenti. E rischia di deflagrare il caso Bari dove l’uscente Francesco Mariani non è più ricandidabile e dove – in un gioco di specchi – il Comune di Barletta, la ex Bat e la Camera di Commercio hanno avanzato la candidatura di Manlio Guadagnuolo.

Guadagnuolo, ingegnere vicino al centrodestra, è acerrimo nemico di Mariani e non ha molti amici in Regione. Nel 2013, quando l’Autorità di Brindisi aveva ipotizzato di nominarlo segretario generale, fu proprio il pressing della Regione a farlo saltare. Guadagnolo è stato l’amministratore della Bari Porto Mediterraneo, società poi fallita che ha lasciato un buco da 3 milioni nei conti dell’Autorità: per questo una parte del comitato portuale è in subbuglio.

A risolvere la partita dovrebbe essere il Comune di Bari, che però non si esprime. Il sindaco Antonio Decaro parla di «mancanza di candidati validi» e almeno in apparenza non sembrerebbe favorevole a Guadagnuolo: gli piacerebbe invece l’assessore regionale Gianni Giannini, indisponibile in quanto candidato alle Regionali. Il Comune di Monopoli, guidato dal centrodestra, si è smarcato ed ha avanzato la candidatura di Marina Monassi (ex presidente di Trieste). Tuttavia Guadagnuolo ha più di un estimatore al ministero, e – se capoluogo e Città metropolitana rimarranno silenti – potrebbe ottenere la nomina cui ha concorso, invano, sia nel 2005 che nel 2011.

Quella delle Autorità portuali potrebbe essere anche l’ultima tornata di nomine importanti gestita dal governatore Nichi Vendola. Gli interessi in gioco sono fortissimi, tanto che di norma si arriva a una mediazione politica per l’alternanza destra-sinistra tra presidente e segretario generale: accadde così nel 2011, quando il ministro era Altero Matteoli e la scelta del presidente di Taranto fu lasciata al centrodestra. Ma i nomi sono sempre gli stessi così come i veleni che accompagnano ogni tornata di nomine. A Brindisi, è solo un esempio tra i tanti, il posto di segretario generale cui aspirava Guadagnuolo è stato poi affidato all’ex ammiraglio Salvatore Giuffrè, ex direttore marittimo della Puglia, ex commissario straordinario dell’Autorità di Taranto, il cui figlio è stato assunto da Mariani all’Autorità di Bari dove le parentele eccellenti abbondano.

A Brindisi è in uscita il greco Iraklis Haralambidis. I candidati sono il professore universitario Danilo Urso (Comune), Donato Caiulo (un consulente dell’ex ministro Lupi, indicato dalla ex Provincia) mentre la Camera di Commercio ha proposto il suo stesso presidente, Alfredo Malcarne.

A Taranto si profila uno scontro tra gli enti pubblici e la concessionaria portuale Tct e si rischia di ripetere il pasticcio del 2011: la legge prevede una unica terna di candidati, invece ce ne sono già due. La Camera di Commercio ha indicato l’ex presidente Giuseppe Guacci, l’ex segretario generale Angelo Agliata e il vicedirettore generale della Tct (Taranto Container Terminal), Gian Carlo Russo. La ex Provincia ha invece indicato Russo, Agliata e la Monassi, sponsorizzata in questa partita dall’ex ministro Claudio Signorile, a sua volta molto vicino all’ex ministro Lupi: il terremoto giudiziario rende oggi questa soluzione difficilmente praticabile. L’uscente Sergio Prete spera ancora nella riconferma.

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