Ancora una scelta liberatoria

lupo 2
La valutazione del Liberatorio politico sulle elezioni amministrative

1) Si conferma e si accentua il degrado della città.

Il Liberatorio politico si è posto primariamente l’obiettivo di contrastare il degrado morale della politica molfettese, giunto a livelli inaccettabili; per questo, dal nostro punto di vista, qualsiasi analisi politica dei risultati del voto  del 28 e 29 maggio non può prescindere da valutazioni sulle condizioni di legalità e libertà in cui esso è stato esercitato,  presupposti basilari del confronto democratico.

Da decenni, nelle valutazioni post-voto, lamentiamo e denunciamo anche la pratica endemica del voto di scambio, delle clientele e dei pacchetti di voti che esprimono e premiano il candidato più incline a far uso di questi mezzi che offendono la democrazia.
Purtroppo la nostra dignità di cittadini, in questa consultazione elettorale, è stata più volte violentata e calpestata dall’arroganza di atteggiamenti e informazioni faziose e fuorvianti che non hanno fatto bene alla crescita civile della nostra comunità.

La città ha assistito ad episodi sconcertanti di malcostume politico, fino alla raccolta del voto con  metodi  immorali  ed illegali; purtroppo i risultati ci dicono che, in buona parte, i cittadini hanno risposto col consenso invece di  indignarsi.
Fare politica, per noi, oggi significa anche scuotere questa città inerte, in cui la rassegnazione e l’indifferenza degradano verso il silenzio omertoso, incapace di reagire e perciò complice.

Per questo denunciamo pubblicamente fatti gravi che, pur sotto gli occhi di tutti, rischiano di passare sotto silenzio, invitando gli organi preposti a fare chiarezza; non vogliamo contribuire a diseducare i cittadini rafforzando l’idea, ormai data da molti per scontata, che la politica sia irrimediabilmente losca ed inquinata, senza distinzione alcuna.
Si può tacere, accettandone la normalità con complice assuefazione, sulla distribuzione gratuita di ingressi in discoteca, tessere telefoniche, buoni-benzina, buoni-lavaggio, intimo e corsetteria, su feste e cene, oltre alle consuete promesse di posti di lavoro?

Che dire del più suffragato tra i candidati al consiglio comunale, Pino Amato, un personaggio di qualità etico-politiche certo non eccelse, che in qualche modo ottiene tanti consensi pur essendo indagato per la cattiva gestione della Polizia Municipale?
I cittadini hanno bisogno di sapere se i suoi consensi hanno in qualche misura attinenza con l’indagine in corso sulle multe non riscosse, l’occupazione abusiva di suolo pubblico e quant’altro si configurerebbe come voto di scambio con i clienti di turno.
Il 29 maggio, dopo l’apertura delle urne, dal pomeriggio fino a tarda sera, abbiamo visto centinaia di giovani assiepati, come non mai, nei seggi con fogli e penne alla mano. Questi giovani, assenti per cinque anni dalla scena politica ed ignorati da politici ed amministratori, sono reclutati e pagati da partiti o da singoli candidati non certo per educarli alla pratica della politica. Bastava guardare i fogli su cui riportavano i risultati di ogni scheda scrutinata: dovevano verificare i voti assegnati ad un particolare candidato con la esatta combinazione sindaco/lista/candidato al fine di controllare il voto degli elettori del seggio.
Abbiamo persino testimonianza di incontri ravvicinati tra cittadini e un intercettatore di voti che, dopo aver dato il “santino”, chiedeva con insistenza il seggio di appartenenza facendo intendere senza mezzi termini che quel voto sarebbe stato controllato; ancor più grave è che questa “richiesta” veniva fatta da un dipendente comunale, si spera non in servizio.
Sarebbe ora di indagare su tutto ciò senza sottovalutazioni; basterebbe, da parte degli inquirenti,  acquisire presso l’ufficio elettorale tutti i nomi dei rappresentanti di lista titolari e supplenti, e chiedere loro se e quanto sono stati pagati, per chi lavoravano e cosa gli è stato chiesto di segnare sui fogli in dotazione, cominciando da quei partiti che hanno avuto tra i loro candidati consiglieri che hanno in dote pacchetti di voti che li accompagnano ovunque si schierino.
Sarebbe interessante leggere i conti consuntivi che presenteranno taluni candidati e se dichiareranno di aver pagato con un contributo spese i giovani rappresentanti di lista. Come sarebbe auspicabile che si conoscano anche le cifre spese per affittare immobili privati da adibire a sottocomitati.
Da queste elezioni emerge ancora una volta la fotografia di un degrado morale di una città in cui, ormai da troppo tempo, la classe politica reggente non si è preoccupata di offrire ai giovani modelli positivi e credibili di cultura politica.
Il Senatore Azzollini, rappresentando pienamente i caratteri peggiori della destra berlusconiana, si è presentato alle elezioni nelle vesti di buon “benefattore” di una parte di molfettesi e, in spregio  al bene comune e alla legalità, ci lascia in eredità una legge truffa, la 376/2003, con cui ha distratto dalle casse statali danaro destinato a costruire opere pubbliche per dirottarlo a Molfetta favorendo privati cittadini, trasformati all’occorrenza in clienti o, peggio, sudditi.
E’ inutile dilungarsi sulla vicenda arcinota delle palazzine Fontana, su cui sono stati scritti fiumi di parole e denunce  che non hanno ancora risposta dalla Procura della Repubblica, ma è utile sottolineare l’esempio di cattiva amministrazione di cui è portatore il candidato sindaco Azzollini; ragion per cui è meglio evitare di affidare la città a lui e ai tanti suoi amici che ci hanno regalato l’attuale degrado.
Il candidato Di Gioia in tutti questi mesi ha dichiarato di essere la memoria storica politico-amministrativa di questa città e come tale, si presume, possa assumersi anche la paternità di tanti esempi di cattiva amministrazione e di illegalità diffusa verificatisi negli anni dei suoi mandati di capogruppo D.C. e nei pochi mesi in cui è stato Sindaco di questa città, nel 1989.
Ma ciò che è più rilevante nel suo progetto politico, è quel desiderio di “riscatto della città” nel ripristinare “il rispetto delle regole e della legalità”. Questo suo messaggio è stato martellante in tutti i suoi comizi e dibattiti, al punto di poter cambiare giudizio sull’uomo, salvo essere presto smentito dai fatti.

Quest’uomo, che vorrebbe fare il sindaco della città vestito da paladino della legalità, pare sia stato aggredito in piena campagna elettorale, in piazza Paradiso, dall’assassino del Sindaco Carnicella e non ha ritenuto di dover rendere pubblico questo grave episodio e di riferirlo alle forze dell’ordine.
La notizia, appresa direttamente da candidati della sua coalizione, non può essere taciuta da chi vuole ripristinare la legalità in città. Ogni silenzio può apparire omertoso e favorire quella cultura mafiosa che si alimenta di tante piccole illegalità quotidiane.
Se è vero che il candidato di Gioia ha subito delle minacce, chiarisca ai molfettesi che dovrebbero votarlo i contenuti delle stesse e che tipo di rapporti sussistano, in passato o tuttora, con il suo aggressore.
Non possiamo tollerare tale atteggiamento e chiediamo la verità su questo grave episodio; vorremmo che le forze dell’ordine ne siano informate e che i partiti del centro-sinistra si esprimano al riguardo.

2) Ancora una scelta Liberatoria
   
Il nostro risultato elettorale, seppur poco gratificante per il numero dei consensi, conferma comunque le ragioni della nostra analisi e l’utilità (se non la necessità) della nostra proposta: senza di essa sarebbe calato il silenzio sugli errori del passato e sarebbe stato più facile imporre ulteriori scelte indigeribili.
Ammettiamo di non essere riusciti a far convergere sulla nostra proposta tutti i cittadini disgustati dalla attuale situazione politica, visto l¹alto livello di astensionismo anche nell¹elettorato di sinistra ma crediamo che nessuno dei partiti dell¹Unione possa dirsi soddisfatto dei risultati, senza sentirsi rimordere la coscienza per gli errori commessi.
Non era nostro obiettivo conquistare consenso elettorale da spendere su qualche tavolo delle trattative, né è oggi la difesa del nostro orticello. Ci chiediamo quale sia la scelta migliore per il bene della città e, francamente, fatichiamo a darci una risposta.
Siamo altresì convinti che, comunque vada, questa tornata elettorale abbia già segnato il punto più basso della vicenda politica molfettese e lasciato un cumulo di macerie che impongono a tutti un forte impegno di ricostruzione.
Dalle urne esce vittoriosa, pur al di sotto delle sue aspettative, la coalizione guidata dal senatore part-time Azzollini, che presenta i caratteri peggiori di quella destra che a livello nazionale è stata sconfitta dall’Unione. A questa egemonia non vogliamo rassegnarci: la storia e l’azione politica del candidato della destra ci ripugnano, così come le idee, i programmi bellicisti e razzisti, i metodi di governo e di raccolta del consenso di quella parte politica.
D’altro canto, a contendere ad Azzollini la vittoria finale troviamo una coalizione non di centro-sinistra ma marcatamente centrista sul piano politico rappresentata, in caso di vittoria, da personaggi politici sconfitti ed  emarginati dalla scena politica fin dal ’94.
Come se non bastasse, della eventuale maggioranza di centrosinistra, farebbero parte consiglieri provenienti dalla destra, dissociatisi solo di recente da quella esperienza e accolti senza problemi da forze che, pur di conquistare un primato elettorale di dubbia consistenza politica, hanno preferito accogliere questi transfughi a costo di umiliare militanti operosi ed allontanare dalla politica tanti cittadini per bene, che stentano a distinguere le pratiche politiche degli opposti schieramenti.
Il centro-sinistra, per vincere, scende a patti con forze politiche fino a ieri fortemente avversate e rappresentate da uomini con storie personali e politiche poco edificanti, in barba al proprio codice etico che negava qualsiasi tipo di indulgenza ai protagonisti della passata amministrazione (vedasi il punto 3 del Documento politico programmatico del centrosinistra).
Per il ballottaggio si intravedono invece accordi con un prevedibile baratto di posti di potere e sottopotere, che indebolirà ulteriormente la coalizione e la renderà ostaggio dei soliti noti, come e forse più che in passato. Il rischio di un naufragio precoce della eventuale amministrazione Di Gioia sarebbe concreto, anzi probabile.
Il timone della coalizione è ora in mano ad un candidato sindaco debole in termini di consenso; né i partiti dell’Unione, con il loro scarso peso politico, potranno influenzarne le scelte.  Avevamo ampiamente previsto questo esito quando affermavamo che solo una guida fortemente credibile ed indubitabilmente rappresentativa del centrosinistra autentico avrebbe potuto presentarsi come alternativa alla destra ed alla amministrazione uscente.

Con la presenza del Liberatorio Politico abbiamo cercato di impedire che si arrivasse a questo punto, di contrastare la logica del male minore, di favorire l’espressione del dissenso attivando al tempo stesso un percorso alternativo al declino inarrestabile.
Non siamo interessati allo sfascio del centrosinistra, non vogliamo favorire la frammentazione o il settarismo, così come non siamo disponibili ad assecondare unanimismi acritici e a dare deleghe in bianco a chicchessia.

Siamo invece interessati a far ripartire l’azione politica di un’area che in questi mesi si è fortemente disgregata e disorientata, disperdendo i frutti di un lavoro di anni: quegli uomini, quelle esperienze (associazioni, movimenti, gruppi) sono ancora presenti e disponibili a riprendere un percorso unitario e plurale, esterno ai partiti ma interagente con questi,  che lasci alle spalle le diatribe e le divisioni che in questi mesi li hanno attraversati e lacerati.
Il Liberatorio Politico guarda con più interesse a tutto ciò che si costruirà fuori dal Palazzo a prescindere dal risultato del ballottaggio; ci sta a cuore la rinascita della città, vogliamo ricostruire la nostra identità culturale e l’orgoglio di vivere a Molfetta e di appartenere alla sua comunità.
La città ha bisogno di guardare oltre il 12 giugno; avevamo questo obiettivo prima ancora della campagna elettorale e tale esso rimane.
La convinzione di aver visto giusto non ci solleva, tuttavia, dalla responsabilità politica di esprimerci sul “che fare” al ballottaggio; lo dobbiamo ai cittadini che hanno creduto al nostro progetto premiando la nostra coerenza con un risultato che ha un alto valore morale, non certo a chi ci ha fin qui deliberatamente ignorato ed ora ci chiede strumentalmente un pronunciamento.
Siamo convinti della necessità di proseguire su una linea di coerente intransigenza  indicando come migliore scelta l’astensione, senza con ciò imbrigliare la coscienza di nessuno giacché ogni scelta, dolorosamente ambigua, è frutto di questa stagione confusa.
Comunque vada, il Liberatorio politico invita  tutte le forze sane del centro-sinistra, movimenti, associazioni, volontariato, ciò che rimane della sinistra storica ad incontrarsi per chiamare a raccolta, in un nuovo contenitore politico, la pluralità di esperienze e soggetti che in questi mesi non si sono sentiti coinvolti ed i cittadini che negli anni si sono allontanati dalla politica attiva, con l¹obiettivo di riconquistare il consenso perduto e di costruire una coalizione democratica guidata da un ceto politico nuovo, non compromesso col passato, senza scheletri negli armadi, capace di parlare alla città denunciando a viso aperto il malaffare e l¹intreccio politico-affaristico, nuovamente credibile nell¹affermare  di voler  “restituire la città al cittadini”.

Molfetta, 5 giugno 2006

96 Risposte a “Ancora una scelta liberatoria”

  1. Continuo a stare col liberatorio,questo significa essere coerenti.Bravo matteo

  2. Anche io mi associo a questa analisi di Matteo e con coerenza mi asterrò da un voto che non riconosco di sinistra

  3. E rifondazione comunista che fa? Antonello Zaza ci sei? o stai pensando più alla provincia e non hai tempo per molfetta?Il rospo è andato giù?

  4. Ehm… non vorrei avere manie di protagonismo, ma se l’intervento precedente (“silvio smettila!”) è riferito alla mia persona, mi vedo costretto a chiarire l’equivoco: MAI su questo blog o su altri forum virtuali ho lasciato commenti anonimi. Non mi piace nascondermi e chi ha avuto modo di conoscermi sa che prediligo essere diretto, assumendomi la responsabilità di quel che dico. Tra l’altro io sono registrato su splinder, quindi è riconoscibile anche il mio nuovo nickname (o pseudonimo che dir si voglia). Aggiungere la propria identità a fine di ogni commento non costa così tanta fatica.

    Cordialmente,

    Silvio Salvemini

  5. dai silvio!!! scherzavo! lo sai!

    è che certe volte… anche tu dici sempre le stesse cose… mi sembrava proprio un tuo commento. Chiedo venia.

    patrizia nappi

  6. oddio… anch’io comincio a dire sempre le stesse cose come Matteo?!? :-)

    Scherzo, ovviamente… per lo meno sono meno permaloso di lui

  7. siamo in 1200 che diciamo sempre le stesse cose come Matteo,e non sono Silvio.

  8. Non vi è bastata la figura di cacca che avete fatto alle elezioni…RITIRATEVI!!!

    Voi siete la rovina della Politica…

  9. Infatti ci ritiriamo in buon ordine per il ballottaggio. Intendeva questo vero?

  10. noi siamo la rovina della politica?Scusa ma tu chi sei da poterti permettere questo giudizio? Ripeto DUNQUE NOI SIAMO 1200 VOTI DI SINISTRA,non so se tu sei un ingogliarospi.

  11. gli ingoia rospi sostengono pasquale sergio di gioia.

    TUTTI gli altri votano azzollini!

  12. Ragazzi ma il server di de sanctis -salvemini-calvani si è bloccato? Sono stati e continuano ad essere faziosi e venduti. Viva la stampa libera. Forse aspettano ordini dalla coalizione, vergognatevi!! Raccogliamo le firme per far chiudere quel giornalaccio?

  13. non scherzate, ho saputo da fonti certe che i carabinieri li stanno interrogando come persone informate dei fatti. Loro sapevano delle minacce al loro candidato sindaco e non le hanno pubblicate. Rischiano la condanna per omissione in atti d’informazione amica.

  14. Che se lo facciano loro il ballottaggio,la cosa non mi riguarda più di tanto,pari sono

  15. ma è proprio vero sul sito di quindici dopo la notizia della conferenza stampa di ghiggione c’è stato il silenzio. forse è vero che hanno messo sotto sequesrto la sede e i giornalai.

  16. non era più facile, dico politicamente facile, scegliere di andare a votare il sindaco a cui fare opposizione?

    state facendo un grosso regalo a Azzollini e a tutti i cittadini che hanno dato un prezzo alla loro dignità: criticate i cittadini delle Palazzine Aldo Fontana e gli consentite di far vincere l’artefice dell’inganno!!

    Coerenza? no! la vostra è miopia.

  17. questo è amico di pino amato odi azzollini, oppure è il figlio di ghiggione

  18. MATTEO ASPETTO ANCORA UNA RISPOSTA CHE NON ARRIVERA’

    MA CHE VI SIETE PRESI I SOLDI DA AZZOLLINI PURE VOI?

  19. Persino Azzollini ieri su telesveva lo prendeva per il c..o. Citando GOGGIONE MAI, l’ormai leggendaria lista civica del Liberatorio, si faceva beffa del suo avversario, ridendosela alla grande. Se il senatore fa questi interventi in tv significa che Molfetta è davvero alla frutta.

  20. Matteo, è vero che Di Gioia voleva far costruire dai Matarrese il nuovo porto?

  21. Il figlio di Lillino pare sia davvero un ragazzo di sinistra… non si è perso un solo incontro del LIBERATORIO!!!

  22. io andrò in campagna domenica prossima e voi andatevi a ingogliarvi un altro bel rospo se la cosa vi aggrada molto

  23. lo sapete che la concessione edilizia per punta perotti fu rilasciata da lillino quando era Ass.re alla regione?

  24. ragazzi avete notizie dei D.S. ? E’ vero che Favuzzi è dimissionario? dicono che vuole far rispettare il patto etico e Lillino ha detto” no! …era tanto per scrivere qualcosa di sinistra, e anche se vi sembra srano io mica sono di sinistra ,lo avevo detto tanto per dire. io sono ancora democristianoooooo…

  25. Noooo!…. questo è uno scoooop. dietro Punta perotti c’era lillino e i Matarrese .Bisogna dirglielo subito a guglielmino e a Emiliano.

  26. ora capisco perchè il sindaco Emiliano non si è fatto vedere per la campagna elettorale

  27. stasera ho trovato un ragazzino che andava alla riunione dei rappresentanti di lista di A.N., era proprio accanto a me che parlava con gli amici del nostro blog e invitava a lasciare dei commenti.

  28. In commenti precedenti profetizzavo quello che purtroppo è accaduto. La via più facile è la fuga. Il candidato sindaco ha aperto anche a voi il confronto. Perchè non andare a vedere le sue carte. La verità è che (purtoppo bisogna ammetterlo) come diceva Andreotti il potere logora chi non l’ha ed il liberatorio si sta alluppando in sterile commenti autoesaltanti. Lavorate per il radioso sol dell’avvenire. Complimenti.

    Italo de Candia

  29. quali giovani di A.N.? Quelli che hanno mandato all’ospedale Pasquale Minuto? peccato che non lo avete scritto nel vostro documento.

  30. E rifondazione che fa?Antonello continua a dire che lui è il partito,e ha visto che risultato ha avuto .Riprendiamoci la nostra autonomia.

  31. Compagni sapete quanto guadagna Antonello alla Provincia? CINQUEMILA euro al mese e va dicendo in giro che sta sacrificando gli studi universitari per il partito,ma ci cresde tutti fessi?.

  32. mi piace sfottere silvio perchè gli voglio bene… anzi… lo voglio bene!

  33. AZZOLLINI MERDA!

    e con questo credo che abbiamo toccato il fondo. Potete scrivere cose un tantino più intelligenti e motivate? Grazie.

  34. Voi continuate a dire cazzate e la città vuole saper che cosa sta accadendo dopo le vostre dichiarazioni. Non volete parlarne? Favuzzi e dicci qualcosa di sinistra. antonello anche tu sei rimasto in silenzio.

  35. Antonello dove sei?Abbiamo il diritto di sentire il tuo parere,non ci si può chiedere poi di votare rifondazione solo per ideologia.Abbiamo il diritto di conoscere il parere di un consigliere provinciale che è stato eletto solo coi nostri voti.Approfitto per ringraziare la redazione di Liberatorio di avermi dato l’opportunità di esprimere le mie opinioni senza censura,cosa che invece non sempre è accaduto con quindici.Saluti libertari

  36. mi piacerebbe aprire un dibattito serio con antonello, i compagni di rifonda e il compagno Filannino, su questo documento.

    1)cosa ne pensano del codice etico

    2) perchè hanno fatto quadrato sulle minacce subite da di DiGioia.

    3) cosa vogliamo fare dal 12 sera in poi qualunque sia il risultanto del ballottaggio.

    In particolare mi piacerebbe sentire l’autorevole parere del compagno Filannino che credo faccia parte di una organizzazione nazionale antimafia, anche se a molfetta a dire il vero non abbiamo visto mai all’opera. emmhè dicci qualcosa.

  37. anche io voglio che si apra una discussione seria sui punti che hai elencato,e spero che non ci sia alcuna intromissione di disturbo,perchè sono fatti che interessano tutti noi che abbiamo costruito rifondazione a molfetta e abbiamo visto distrutto tutto un movimento che avevamo costruito a fatica e molti di noi si sono esposti pubblicamente per esso.I curiosi per cortesia non partecipassero a questo scambio di opinioni e analisi .Qua non parleremo di ballottaggio,la cosa ormai non ci interessa più,ma su che basi risare fiducia ai consiglieri di rifondazione che abbiamo eletto.Vorrei sentire anche l’opinione del compagno Cataldo,mi sembra così lontano da noi,a spesso mi sembra un burocrate di partito,uno di quelli che abbiamo tanto contestato per la loro lontananza dalla base.Grazie dell’attenzione.Un elettore di rifondazione molto vicino al partito stesso.

  38. sveglia ragazzi, invece delle chiacchiere su di gioia beccatevi questa:

    GIUSY DE BARI CONDANNATO A 6 MESI IN PRIMO GRADO PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA!!!

    ma la vedete la differenza con lillino?

  39. ho saputo da ambienti filo guglielmini ed ex percorsini che stasera alla sede del liberatorio c’è un incontro per ricominciare a ricostruire dalle ceneri. I compagni di rifonda sono stati invitati. ne sapete qualcosa? Oppure si tratta di un semplice incontro tra trombati.

  40. Guarda che è già vecchia la notizia oltre giusy de bari è stata condannata la segretaria personale di Antonio azzollini e chi ha difeso entrambi è stato Il senatore in persona . giusto per lavare i panni sporchi in famiglia. comunque chi scrive il commento delle 15.48. Non ha capito che la gara non è tra chi ha più condanne o avvisi di garanzia in corredo si tratta della inaffidabilità di entrambi i candidati e delle loro coalizioni. cazzo

  41. Se non vi basta tutto quello che è stato detto aspettate di leggere i nomi dei 43 medici indagati nell’affare ” caro estinto” ce n’è per tutti di destra e sinistra. A molfetta è il sistema ad essere marcio lo volete capire o no!!??

    C’è chi si vende l’anima per poche decine di euro. dormiteeeeeeee!!!!

  42. Ma che vuoi avre contro goggione, i capi mafia non si sporcano mai le mani.

  43. perchè è stato eletto un compagno di rifondazione? Se vince Lillino forse ci sarà e poi cadalto figlio o padre, quale dei due è più importante?

  44. mi riferisco ovviamente al padre quando parlo di Cataldo.Questi big di rifondazione si devono ficcare nella testa che si devono confrontare con la base,altrimenti non li faremo più eleggere chiaro?

  45. ma chi è stato invitato a questo incontro di rifondazione? Io non ne so niente,ci tenevano ad avvisarmi però quando c’era una manifestazione di rifonda con lillino di gioia.Ma la vogliono capire che se continuano così alla fine rimarranno solo loro 4 gatti della ex segreteria? Perchè non hanno avvisato anche gli altri?Devono far conoscere la loro opinione a tutti: Capito sig.consigliere provinciale e consigliere comunale? Ma mai aveteee capito che la maggior parte dei vostri voti erano voti dei movimenti? E continuate a percorrere questa strada che è stata la rovina di rifonda a Molfetta.

  46. caro 15.57 che vuol dire inaffidabilità? come fai a vederli ugualmente inaffidabili? per mè sono ben diversi. se poi le condanne non vogliono dire niente…state male

  47. Amici abbiamo forse dimenticato i cari compagni DS?Hanno voluto candidare il loro segretario del partito alle primarie perchè rappresentasse tutta la sinistra e adesso tace? Con quale coerenza( se mai ne hanno avuto nella storia) hanno dimenticato il patto etico sottoscritto il 4 aprile?

  48. Scusate,intendevo dire 4 dicembre,ma credo l’abbiate capito ugualmente.Saluti comunisti libertari

  49. Scusa sei per caso Patrizia? Ma la vuoi capire che non sono Silvio?Come te lo devo dire?Ma credi che a questo mondo esista solo lui che può esprimere certe idee? Ma guardati intorno.ciao e statti bene

  50. ma non sai dire altro?Comunque non sono clone di nessuno.Sono io e unico.ciao ciao

  51. ragazzi… non abbiatene a male: io e Patrizia ci divertiamo a “sfotterci” dove capita, non sentitevi chiamati in causa.

    Per la questione Rifondazione/DS: forse qualcuno di troppo considera il blog del Liberatorio come la “segreteria telefonica” di Antonello Zaza o altri. Se proprio ci tenete ad avere risposte e non siete mossi dal bisogno di lanciare accuse sommarie, recatevi (o scrivete) dove potete trovarne. Non avrete mica paura di farvi vedere in faccia o di dichiarare la vostra identità… vero “compagni coraggiosi”? Mi sembra inutile seguitare a battere sugli stessi temi in questo blog, si rischia di essere ripetitivi e noiosi (quasi quanto me ;-).

    Un’ultima cosa: da un po’ di tempo a questa parte noto un certo risentimento nei miei confronti da chi si è sentito danneggiato dalle mie prese di posizione. State prendendo un granchio… non ho affatto il potere di influenzare l’opinione pubblica. Ve lo assicuro, altrimenti mi sarei candidato.

    Silvio Salvemini

    P.S. per chi commenta non basta dire chi non si è… così come è ancor più squallido inventarsi un nome verosimile per fingere di esporsi (parlo in generale). Tanto si sa che a Molfetta la politica attiva la fanno sempre i soliti (che tristezza!). Dimostrate che qui può nascere un dibattito realmente libero e serio, senza maschere e ipocrisie (da questa esigenza è nata l’idea del BLOG). I segnali di cambiamento possono venire anche da piccole cose.

    Per esperienza nel mondo virtuale so che gli anonimi rompic… dopo un po’ si cuociono nel loro stesso brodo. Basta ignorarli (e fare riferimento solo agli interventi meritevoli) che si stancano.

  52. Caro Silvio credeo che per quanto riguarda il rapporto fra te e Patrizia la questione fra voi due interessi solo a voi due e a nessun altro.Per tutto il resto non investirti di un ruolo di buon padre di famiglia che elargisce consigli.Siamo tutti vaccinati e maggiorenni,in questa sede,che sembrava la più opportuna,era sembrato giusto sollevare e discutere di alcune problematiche dal momento che è difficile per ovvi motivi mettersi tutti insieme alla stessa ora allo stesso giorno mettersi attorno ad un tavolo a discutere.Solo questo era l’intento degli interventi degli amici e non altri.Cordialmente.

  53. GLI INDAGATI

    Annalisa Altomare, Elio Fabrizio Massimo Massarelli, Rosa Colamaria, Teresa De Cesare, Fabio Luigi Ciannamea, Tiziana Guardavaccaro, Giovanni de Nichilo, Vito Amato, Michele Amoroso, Eugenio Basciani, Vincenzo Bini, Gaetano Campo, Stanislao Cosmo Caputo, Domenico Cives, Vito de Gennaro, Sergio de Pinto, Giuseppe de Robertis, Marco de Robertis, Isabella Dragone, Michele Facilone, Nunzio Fiorentini, Giovanni Gadaleta, Giovanni Giancaspro, Saverio Grillo, Pasqua Mancini, Vincenzo Vittorio Antonio Marzocca, Luigi Massari, Corrado Minervini, Nicola Giacomo Mario Murolo, Enrico Pansini, Domenico Pasculli, Raffaele Patimo, Francesco Petruzzella, Stefano Petruzzella, Sergio Roberto Rutigliano, Vincenzo Maria Rutigliano, Francesco Spezzacatena, Berardino Squeo, Vito Veneziano, Cosimo Zaza, Guido Renato Michele Caradonna, Corrado Lisena.

  54. E poi dicono che a Molfetta non esista un allarme ciminalità!

    Noto che nell’elenco degli indagati manca il solito Pino Amato. Quello dovrebbero mettercelo ad honorem. Anzi… a dishonorem!

  55. Perchè quindici non riporta l’elenco degli indagati dello scandalo “caro estinto”? Non basta censurare i commenti, adesso censurano anche le notizie! W il blog del Liberatorio!

  56. Rispondo all’intervento n° 69 (dato che non lo si può identificare diversamente).

    L’amicizia tra me e Patrizia è una questione che riguarda solo noi due: il senso del mio intervento precedente voleva essere proprio questo. Se hai la pazienza di rileggerti gli interventi di questo post, ti accorgerai che a qualcuno la cosa ha dato fastidio.

    Accetto il tuo consiglio di non elargire consigli “da buon padre di famiglia”. Mi permetto solo di farti notare come, non avendo a disposizione molti riferimenti, sia difficile comprendere la maturità (“l’essere vaccinati e maggiorenni”) di chi scrive su questo blog. Considerando il tenore degli interventi, mi era sembrato di avere a che fare con dei ragazzini. Chiedo venia.

    Mi trovi assolutamente d’accordo sull’utilizzare questo spazio per discutere in maniera seria e approfondita su questioni che riguardano la politica della nostra città. Mi pare di aver detto proprio questo nell’intervento precedente (evidentemente mi esprimo male). Noto, invece, che molti utilizzano i commenti di questo blog come spazio di propaganda aggiunta, o come “sfogatoio” personale contro questo o quel rappresentante politico. Tutto qui.

    Silvio Salvemini

    P.S. oh… finalmente posso dare liberamente del “49” a Matteo. Auguri

  57. errata corrige: la mia risposta di prima è in riferimento all’intrvento n°68.

    Silvio Salvemini

  58. Silvio??? smettila!

    (ohhhh, stavolta ho aumentalo la punteggiatura… scusate ma non ho molta creatività)

  59. e vada per il 68,tra l’altro mi sta pure bene come numero perchè fa venire in mente un passato bello per me.Dunque battezzato 68 da te,sono contento dell’intervento chiarificatore al mio e lo accetto in toto.A buon rendere e avanti con le discussioni.Cordialmente

  60. anche se a te non va di saperlo,per correttezza devo dire che il Zaza è stato contattato personalmente da molti compagni che lo hanno invitato ad esprimere la sua opinione,senza risultato.

  61. Caro commentatore n° 78, perché per correttezza non hai specificato prima che i “compagni” rifondaroli avevano sollecitato Antonello Zaza ad intervenire qui?

    Mi andava di saperlo eccome.

    Silvio Salvemini

    P.S. comunque continuo a non capire perché vi ostinate a voler restare anonimi

  62. ciao a tutti … avete letto questo commento su quindici? “commento: Sono di sinistra; ho sempre votato a sinistra ma l’11 e 12 giugno voterò perchè è un dovere etico e morale farlo ma sceglierò senz’altro AZZOLLINI! “… non me la sento di criticarlo, almeno il Senatore è rimasto coerente… se qualche accordo lo sta stringendo, quanto meno non lo sbandiera ai quattro venti… era così difficile?

  63. caro 80 non è l’unico commento del genere! al caro lillino non rimane che strizzare qualche altro occhio qua e là…

  64. Caro Silvio e company,come vedete i big di rifondazione continuano ad essere latitanti e non si può sapere come la pensano.E anche mimmo favuzzi ha perso la buona abitudine che aveva di parlare.

  65. Su molfetta live hanno pubblicato un comunicato dei DS in cui ringraziano Minervini per l’appoggio a di gioia

  66. Caro intervento n° 82,

    posso confutare il fatto che Mimmo Favuzzi si sottragga al confronto: altrove (mi riferisco in particolare alla Mailing List “terramia”) risponde sempre alle critiche che gli vengono mosse (per quanto io non riesca a trovarle convincenti). I dirigenti di Rifondazione in effetti si chiudono spesso nel loro mutismo, salvo poi lasciare ai loro adepti il compito di giustificare determinate scelte o tentare di indirizzare quelle di altri (all’interno del Liberatorio abbiamo avuto molti episodi di questo tipo, almeno fino a quando ci sono stato io).

    In ogni caso… anche “la base” di Rifondazione mi è sembrata alquanto latitante quando si è cercato di costruire dal nulla una alternativa ai Lillino_forever. Rinfacciare gli errori ad altri senza muovere un dito, è sempre una posizione di comodo.

    Silvio Salvemini

  67. I DS CHIAMANO I MOLFETTESI ALLE URNE

    Tommaso Minervini ringraziato per l’appoggio

    08/06/2006

    All’indomani della confrenza stampa tenuta da Tommaso Minervini, si registrano le prime reazioni tra le forze del centrosinistra molfettese. A far sentire per primi la loro voce i Democratici di Sinistra che, attraverso un comunicato stampa, invitano al voto i molfettesi e contemporaneamente ringranziano Tommaso Minervini per la scelta fatta di schierarsi accanto a Di Gioia con l’obiettivo primario di riunificare il centrosinistra cosentendo la vittoria nel turno di ballottaggio.

    “La conferenza stampa di Tommaso Minervini, ieri sera, può segnare una svolta importante in questa campagna elettorale e nella vita politica molfettese” scrivono i DS.

    “L’evidente clima di tensione anche emotiva che ha caratterizzato la serata, da parte di tutti i partecipanti, attori e

    spettatori, ha mostrato come si sia di fronte all’inizio di un processo di ricomposizione dell’unità del centrosinistra che probabilmente non sarà breve né scontato. Proprio per questo vogliamo ringraziare pubblicamente Tommaso Minervini per aver rivendicato con orgoglio la “unilateralità” della decisione di convergenza”.

    Smentite le voci relative ad accordi sottobanco tra i due gruppi “Nessun accordo di potere, nessun inciucio, nessun mercato. Una comune ma autonoma scommessa sul terreno della democrazia, della partecipazione, della valorizzazione delle istituzioni. Sono così spazzate via in un sol colpo le chiacchiere da bar su presunti quanto fantasiosi accordi di spartizione di poltrone”.

    Chiara la posizione del partito “I Democratici di Sinistra, componente essenziale dell’Unione, ribadiscono con forza che non hanno sottoscritto e non sottoscriveranno mai, né oggi né dopo le elezioni, alcun accordo che sia in contraddizione con il Documento politico-programmatico e il Codice etico, documenti fondanti della nostra coalizione di centrosinistra”.

    Infine giunge un coinvolgente appello all’elettorato “Rivolgiamo un caloroso e accorato appello a tutto il popolo democratico molfettese per una mobilitazione appassionata, per impedire che una intollerabile concentrazione di potere politico ed economico possa minare, in maniera irrimediabile, le basi della democrazia nella nostra città.

    Ricordiamo infine che la scelta di astenersi, lungi dall’essere una scelta di neutralità, finirebbe col consegnare la città nelle mani della destra e di un ceto politico squalificato e famelico.

    È il momento di decidere il futuro della nostra città.

    Nessuno ha il diritto di chiamarsi fuori, di restare a guardare, oggi più che mai che il voto può tornare ad esprimersi liberamente, senza controlli e senza ricatti”.

    [email protected]

  68. “I Democratici di Sinistra, componente essenziale dell’Unione, ribadiscono con forza che non hanno sottoscritto e non sottoscriveranno mai, né oggi né dopo le elezioni, alcun accordo che sia in contraddizione con il Documento politico-programmatico e il Codice etico, documenti fondanti della nostra coalizione di centrosinistra”. QUESTA è BELLA!!! peccato che sulla mailing list di terramia non facciano altro che giustificare i loro “accordi politici” dicendo che la politica è l’arte della mediazione… e scrivendo cose del tipo…… “alla base dell’etica politica c’è il senso di responsabilità: non si può agire ignorando le conseguenze dell’azione che si compie” oppure: “…dimenticare cosa è successo negli ultimi 5 anni di governo della città, ignorare la reale posta in gioco è gravissimo, davvero.” cari amici DS avete bisogno di un medico! di uno bravo! opps… di questi tempi in effetti è difficile trovarne…

  69. Non ho parole.A questo punto diamo ai molfettesi quello che vogliono,tanto peggio è tanto meglio.Vincesse azzollini,mi sono convinto anche io,non vado a votare.

  70. è la prima volta che intervengo in questo blog avendo letto qualche sollecitazione anonima, vorrei farlo comunque copincollando quello che ho appena postato su terremia e in sostanza un contributo alla riflessione con parole non mie ma che condivido appieno.

    Mimmo Favuzzi

    OLTRE L’INDIGNAZIONE, LA RIFLESSIONE

    Anch’io, come credo molti di voi, sono rimasto indignato per quello che è successo al senato in commissione difesa. Una ennesima conferma di quanto sia importante una battaglia continua, coerente, senza cedimenti contro il trasformismo. Ma non basta. Stamattina venendo al lavoro, in treno come ogni mattina, ho letto questo bellissimo pezzo di Michele Serra. Lo condivido parola per parola. Mi ha fatto crescere. Vorrei regalarlo anche a voi, sottoporlo alla vostra riflessione e se vi va discuterne insieme, senza riserve mentali.

    IL CASO

    La pacifista e il trasformista

    MICHELE SERRA

    da Repubblica – 9 giugno 2006

    La pessima vicenda della bocciatura di Lidia Menapace alla presidenza della commissione Difesa del Senato contiene una verità politica molto dura da metabolizzare per la sinistra italiana.

    Menapace è persona di alto profilo culturale e umano, e dal curriculum specchiato. Una intellettuale pacifista, ex partigiana, distante anni luce da traffici e compromessi di potere, esempio lampante della differenza femminile applicata alla politica.

    Menapace è la Differenza incarnata. Il suo imprevisto e vittorioso competitor, Sergio De Gregorio, eletto con un colpo di mano dell´opposizione favorito (pare) anche da lobby militari, è l´esatto contrario. È l´Uguale per definizione. Maschio, affarista, amico di tutti e dunque di nessuno, tatticamente cinico, a lungo vagolante tra i due schieramenti alla ricerca della collocazione per lui più proficua, ricettore di voti un tanto al chilo, pare la maschera aggiornata della politica di vecchio e basso profilo. Quella stessa politica dello scambio e del compromesso che è la palude nella quale ogni governo, e specialmente questo, rischia di impantanarsi.

    Sulla carta, dunque, lo scontro era tra persone di grana incomparabile. Ma – ecco la questione – è stato proprio il calibro di Menapace, il suo stesso essere coerente con i suoi princìpi e non calcolatrice (fino a dichiarare in un´intervista, lei candidata a presiedere la commissione Difesa, che considera le Frecce tricolori un inutile spreco) a condurla, insieme al governo, dritta nelle fauci della sconfitta.

    La verità dura da digerire, dunque, è questa: la politica non è un banco di prova della propria purezza (a volte presunta, questa volta incontestabile), e forse neanche della propria ragione. La politica è la ricerca, faticosissima, del massimo grado possibile di ragione in un contesto spesso irragionevole, ostile alle innovazioni, diffidente dei presupposti nobili e trasparenti. Non sarà «merda e sangue», come ebbe a dire autobiograficamente Rino Formica, la politica, ma non è neanche il foglio immacolato sul quale scrivere indisturbati, in bella grafia, il proprio nitido rifare il mondo.

    Candidare una pacifista di lungo corso alla presidenza della commissione Difesa può soddisfare il legittimo desiderio di nitore ideale di una parte non piccola dell´elettorato di sinistra, ma rischia di trasformare un percorso già irto di ostacoli in una salita insormontabile. E spiana la strada, specularmente, ai peggiori istinti di conservazione di un pezzo delle istituzioni, nonché del Paese reale – le forze armate – non riducibili, tra l´altro, a un banale coacervo di interessi industriali. Detta bruscamente: candidare Menapace significa spalancare le porte a De Gregorio, perché ogni azzardo politico, anche il più nobile, deve prevedere una reazione uguale e contraria.

    La discussione sul cosiddetto “estremismo”, per dirla meglio sul delicatissimo equilibrio tra istanze di cambiamento radicale e possibilità concreta di metterle in pratica, è vecchia come la sinistra. La sua soluzione è “matematicamente” impossibile, nel senso che non esiste una formula immutabile che consenta di stabilire il punto esatto nel quale si è ragionevoli senza diventare cinici, e si è coraggiosi senza diventare suicidi. È un tentare, un provarci, un dannarsi l´anima per cercare di portare a casa un risultato stimabile senza svendere le tre o quattro cose in cui si crede.

    Il pericolo supremo, per chi si definisce in genere “riformista” e tiene dunque conto della parzialità e dell´imperfezione del suo agire politico, è svendere i princìpi e diventare un mero trafficante di compromessi. Ma il pericolo contrapposto è il narcisismo di chi preferisce comunque una sconfitta in purezza a una vittoria ammaccata. Lidia Menapace, in quel contesto e in questo Paese, era un pezzo di cristallo in mezzo ai cingoli, e i cocci ahimè lo dimostrano. Il gommoso De Gregorio è l´antivirus sgradevole, ma prevedibile, contro l´immissione di un corpo estraneo in un organismo nettamente refrattario, per sua natura, al pacifismo militante.

    Per non essere frainteso: questo non significa che la scelta politica “giusta” sia un nefasto ibrido tra Menapace e De Gregorio, persone per altro non ibridizzabili, per fortuna di Menapace e per sfortuna di De Gregorio. Questo significa che persone come Menapace, preziose per la cultura della sinistra e per la coscienza del Paese, non vanno spese (anzi, sperperate) nel gioco pericoloso dell´azzardo ideologico. In quel gioco molta sinistra ha già perduto molto del suo immenso lavorio ideale e umano, e sempre innescando il circolo vizioso che dalle speranze infrante porta poi alla delusione e quindi al cinismo (se l´Italia pullula di ex rivoluzionari riconvertiti in cortigiani, vorrà pur dire qualcosa).

    Da Danilo Dolci a don Zeno a don Ciotti, la storia sociale italiana ha conosciuto molti modi e molti luoghi per dispiegare la potenza di idee pulite, innovative e ben funzionanti, e forse proprio la loro marginalità rispetto alla politica politicante è stato ciò che le ha mantenute intatte. C´è qualcosa di triste nella constatazione che la politica non sia (più) il miglior humus per fare attecchire i semi migliori. Ma c´è qualcosa di goffo, e pure di vanitoso, nel voler costringere la politica a essere ciò che non è (più). Forse tornerà a esserlo, grazie a nuove generazioni, nuove promesse e nuovi sconquassi. Ma non può essere la commissione Difesa del Senato la levatrice di un nuovo evo.

    Mimmo Favuzzi

  71. Di chi preferisce una sconfitta in purezza a una vittoria ammaccata.Tu per quale delle due sei?Presumo per la vittoria ammaccata.

  72. l’autorevole compagno Filannino essendo persona seria ed essendosi sopeso da portavoce di Libera, di certo non poteva strumentalizzare come altri la legalità a proprio favore.

    L’autorevole compagno Filannino ha organizzato a molfetta la Carovana Antimafia il 13 Novembre 2005, L’autorevole compagno Filannino è stato protagonista a terlizzi del Maggio della legalità, denunciando le porcherie dei politici Molfettesi e dell’ onorevole Amoruso il quale dice che in puglia non si puo’ parlare di mafia. Il compagno Filannino anche se invitato a fare in campagna elettorale iniziative sulla legalità si è rifiutato, perchè dopo deve continuare ad essere autorevole e credibile. La legalità non è merce elettorale ma modo di vivere quotidiano. Scusa per il ritardo nella risposta.

    Giuseppe Filannino

  73. sono folgorato da cotanta autorevole purezza morale del compagno filannino, Aho! raga’ ma ci è cuss filannin, me vist e sentaut a >mlefet!

  74. Il vostro Giovsnni ultimamente si sta impegnando in truffe su internet! Se lo condannassero farebbero un piacere a tutti!
    D’altronde cosa ci si poteva aspettare da un napoletano???
    Non c’è che dire! Complimenti!
    Goditi i soldi che rubi finche qualcuno non ti gambizza!

  75. Vostro? Vostro di chi? E chi è questo Giovanni Giancaspro? E poi perchè pubblicare questo commento qui? E perchè se hai notizie di reato non ti rivolgi piuttosto ai carabinieri?

  76. E mò la curiosità è forte! E chi è questo Gincaspro truffatore??? Oppure qualcuno vuole farci ricordare attraverso interessanti commenti di questo vecchio post di 6 anni alcuni personaggi sfascisti ancora all’opera??

I commenti sono chiusi.

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