Abusivismo, pugno di ferro della Regione contro i sindaci. “Adesso demoliamo noi”

bari.repubblica.it

“Cominceremo da subito a attivare il potere sostitutivo nei confronti dei Comuni inerti contro l’abusivismo edilizio” taglia corto senza se e senza ma, Angela Barbanente, vicepresidente della giunta Vendola e assessore all’Urbanistica. Le alluvioni sul Gargano e l’accusa di Guglielmo Minervini – “Si è costruito troppo e illegalmente” aveva detto il titolare della delega alla Protezione civile in quel di lungomare Nazario Sauro – , non lasciano indifferente la professoressa del Politecnico prestata alla politica. Né potrebbe essere diversamente per questa donna, indicata e riconosciuta come l’inflessibile “custode del territorio”. D’altra parte, racconta, “abbiamo le carte in regola per poter alzare la voce”.

Quella principale, di “carta”, è una legge varata dall’esecutivo del rivoluzionario gentile a giugno del 2012. Spiega la Barbanente: “Si tratta di norme destinate a prevenire e reprimere i misfatti, che soprattutto nelle province di Foggia e Lecce raggiungono livelli preoccupanti”. Il vicepresidente tira fuori gli ultimi risultati del monitoraggio degli sgorbi nel Foggiano, l’area finita nell’occhio del ciclone: “Tra il 2010 e il 2013, da quelle parti, la violazione delle regole è andata in scena esattamente 1.746 volte”. Ha l’aria sconsolata, la signora Angela: “Per togliere qualsiasi tipo di alibi alle amministrazioni comunali, in quella stessa legge è scritto che la Regione finanzia le demolizioni delle opere malfatte. I municipi non possono più giustificarsi sostenendo che vorrebbero distruggere le cose brutte e illecite, ma che non hanno quattrini sufficienti per farlo”. Si materializza la corsa agli abbattimenti? Macché. Nel 2012 arrivano al Servizio urbanistica regionale istanze per eliminare scarabocchi di cemento da parte di cinque città, appena cinque: Bari, Casamassima, Manfredonia, San Giovanni Rotondo, San Giorgio Ionico.

Nel 2013 l’aria che tira lungo questo fronte, non cambia. Anzi, peggiora. Sono soltanto due gli interventi: “Abbiamo concesso 80mila euro a Ostuni per buttare giù un rustico alto tre piani tirato su lungo la costa e 73mila euro alla procura della Repubblica di Lecce per fracassare quattro immobili a Porto Cesareo, era da quattro anni che non riuscivano a eseguire i decreti di demolizione”.

La domanda sorge spontanea: sono in pochi a chiedere di essere armati di quattrini per fare quello che già dovrebbero fare giacché il testo unico dell’edilizia prevede la vigilanza da parte del “dirigente o del responsabile del competente ufficio comunale” sulle attività urbanistiche, come mai? Politici e tecnici sono in malafede o ignoranti? La Barbanente non vuole accendere micce che potrebbero fare esplodere polemiche infinite e perciò si limita a rispondere in questo modo: “Diciamo che sono inadempienti, e basta”.

Sa benissimo, però, che così non è possibile andare avanti: calcestruzzo selvaggio in una maniera o nell’altra, deve essere esorcizzato. Con le buone o con le cattive. Spunta dalla stessa legge approvata un paio di anni fa, “l’esercizio del potere sostitutivo”. E’ quello della Regione nei riguardi di chi fa finta di non vedere e di non sentire. Stanno per essere spedite una schiera di lettere di diffida. I Comuni hanno due mesi di tempo, non uno di più, per giustificarsi. Poi, “decorso inutilmente il termine assegnato” e “accertata la inadeguatezza delle ragioni addotte”, il governo pugliese nomina un commissario ad acta per il da farsi. Insiste, la Barbanente: “Sì, cominciamo da subito. Dobbiamo intervenire, perché le aree a rischio, come può essere quella relativa a un corso d’acqua, devono essere protette e dichiarate totalmente inedificabili “. Sorride, l’assessore-caterpillar: “In questa regione c’è anche la legge sulla rigenerazione urbana. Incentiviamo la delocalizzazione di quelle strutture legittimamente realizzate, ma su superfici cosiddette sensibili”. Carote (cioè, denari) per tutti. Ma se non bastano, ecco che spunterà il bastone.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi