A Fondi hanno vinto i boss

di Susanna Ambivero (http://domani.arcoiris.tv/?p=4118)


Trasferito il prefetto di Latina che voleva lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Se ne va dicendo: “Mi guardo attorno e sono solo”. La campagna elettorale continua come se niente fosse successo.

Dal 1991, anno in cui è stata introdotta la prima legge che permetteva lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose, ad oggi sono stati 172 i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, attualmente sono 16:

Arzano (NA) sciolto il 5 marzo 2008,
Siculiana (AG) sciolto il 16 giugno 2008,
Amantea (CS) sciolto il 1 agosto 2008,
Orta di Atella (CE) sciolto il 1 settembre 2008,
Rosarno (RC) sciolto il 11 dicembre 2008,
Sant’Onofrio (VV) sciolto il 8 gennaio 2009,
Parghelia (VV) sciolto il 13 marzo 2009,
Pago del Vallo di Lauro (AV) sciolto il 13 marzo 2009,
Gioia Tauro (RC) sciolto il 14 aprile 2009,
San Ferdinando (RC) sciolto il 14 aprile 2009,
Villa Literno (CE) sciolto il 23 aprile 2009,
Taurianova (RC) sciolto il 5 maggio 2009,
Castello di Cisterna (NA) sciolto il 2 luglio 2009,
Fabrizia (VV) sciolto il 24 luglio 2009,
Vallelunga Pratameno (CL) sciolto il 17 agosto 2009,
Furnari (ME) sciolto il 18 dicembre 2009.

E il Comune di Fondi? Che fine ha fatto la giunta comunale infiltrata per mafia con più santi al governo che in paradiso? Ricapitoliamo la vicenda:
L’8 settembre 2008
il Prefetto di Latina Bruno Frattasi con una dettagliata relazione di 507 pagine richiede formalmente lo scioglimento del consiglio comunale di Fondi, Comune in provincia di Latina, per infiltrazione mafiosa ai sensi dell’articolo 143 del Testo Unico.
Nel circostanziato rapporto si lascia ben poco spazio all’interpretazione, il Prefetto scrivesono emerse chiaramente le connessioni fra la famiglia di Tripodo Domenico – boss tra i boss napoletani in contatto coi Casalesi, con la ‘ndrangheta, con figure apicali di cosa nostra – e soggetti legati per via parentale anche a figure di vertice del comune di Fondi.
 Vi è stata una colpevole inosservanza sistematica della normativa antimafia del comune, le gravissime violazioni dell’amministrazione fondana, che, unite all’agevolazione di interessi economici di elementi contigui alla criminalità organizzata o da considerare ad essa affiliati, conferiscono al quadro di insieme una pericolosità tale da dover essere fronteggiata col commissariamento
”.

Anche la Direzione Nazionale Antimafia è esplicita nelle denunce “particolarmente preoccupanti le evidenze relative ad accertati rapporti tra amministratori locali e elementi appartenenti a gruppi criminali”. Il prefetto aspetta indicazioni dal Governo circa il da farsi ma, constatata l’immobilità delle istituzioni, dopo cinque mesi reitera la domanda che questa volta viene accolta dal Ministro dell’interno Roberto Maroni. Il Ministro approva le conclusioni a cui è giunto il Prefetto e richiede al Consiglio dei Ministri di dare seguito allo scioglimento della giunta comunale di Fondi.

A questo punto la vicenda assume contorni paradossali. Il Consiglio dei Ministri evita per molto tempo di pronunciarsi, non dispone per lo scioglimento del Comune ma nemmeno lo scagiona dalle accuse. Trova intanto il tempo di sciogliere per infiltrazioni mafiose i Comuni di Parghelia (VV), Pago del Vallo di Lauro (AV), Gioia Tauro (RC), San Ferdinando (RC), Villa Literno (CE), Castello di Cisterna (NA), Fabrizia (VV) e anche di Taurianova (RC) che dal punto di vista giuridico presenta molte analogie con il caso Fondi. Dopo sei mesi di colpevole silenzio il Consiglio dei Ministri, in votazione segreta, prende una decisione che inaspettatamente non è quella attesa, viene infatti comunicato che non procederà allo scioglimento della giunta comunale di Fondi.

Il 15 agosto 2009 il presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, durante una conferenza stampa dichiara che non si procederà al commissariamento e afferma “In consiglio sono intervenuti diversi ministri, hanno fatto notare come nessun componente della giunta e del consiglio comunale sia stato neppure toccato da un avviso di garanzia. Quindi sembrava strano che si dovesse intervenire con un provvedimento estremo come lo scioglimento della giunta“.

In realtà la faccenda non sta esattamente in questi termini, se è pur vero che in questo specifico caso l’autorità giudiziaria non ha spiccato avvisi di garanzia, è altrettanto ovvio che la sua valutazione in merito è di una maggiore gravità avendo proceduto direttamente con degli arresti.
Sono addirittura due le inchieste coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma che coinvolgono personaggi noti dell’amministrazione di Fondi, l’operazione Damasco 1 e la successiva operazione Damasco 2.
Durante le indagini sono emerse situazioni di chiara collusione tra funzionari comunali e la ‘ndrangheta. Il mercato ortofrutticolo locale, tra i più grandi d’Europa, è risultato off limits per chiunque volesse lavorarci se non esplicitamente indicato dai boss che decidevano anche i prezzi da imporre alla merce.
Il mese precedente alla dichiarazione di Berlusconi su come “nessun componente della giunta e del consiglio comunale sia stato neppure toccato da un avviso di garanzia”, ed esattamente il 6 luglio 2009, un armata di 200 agenti del centro operativo di Roma, militari e Carabinieri di Latina hanno proceduto presso Fondi al sequestro di società, immobili e terreni per un valore di circa 10 milioni di euro ed eseguito 17 provvedimenti restrittivi di custodia cautelare.

Tra i destinatari dei provvedimenti figura anche l’ex assessore ai lavori pubblici del comune di Fondi Riccardo Izzi, rimasto in carica tra le file del Pdl fino a febbraio 2008, il comandante della polizia municipale Dario Leone, il suo vice Pietro Munno, il dirigente del settore bilancio e finanze del Comune Tommasina Biondino e quello dei Lavori pubblici Gianfranco Mariorenzi. Dalla relazione del Prefetto emerge inequivocabile il coinvolgimento del sindaco Luigi Parisella «è stata accertata la contiguità del Tripodo con Parisella, intervenuto personalmente per accreditarlo».
In una interrogazione alla camera alcuni parlamentari dell’opposizione hanno chiesto al Governo di chiarire i rapporti che intercorrono tra Luigi Parisella, il senatore Pdl Claudio Fazzone, originario di Fondi, e Luigi Peppe, persona in rapporti con il clan Tripodo; tutto e tre soci della SILO srl, società fatiscente di Fondi che sorge in un area che grazie ad una recente variante urbanistica ha incrementato considerevolmente il suo valore.

Considerato il polverone sollevato e, a loro detta, “logorati dalle continue insinuazioni” il 3 ottobre 2009 il Sindaco e 16 consiglieri comunali di Fondi, dopo essersi consultati con il senatore Fazzone, decidono di dimettersi autonomamente. Sette giorni dopo, il 9 ottobre, il Consiglio dei Ministri ratifica il commissariamento, l’ingiunzione però viene consegnata a delle poltrone vuote di un Comune commissariato per via ordinaria a causa di rinuncia volontaria e non straordinaria per infiltrazione mafiosa. Sulla carta oggi la giunta comunale di Fondi risulta dimissionaria e perciò con tutte le carte in regola per ricandidarsi alle elezioni cittadine indette per il mese prossimo contestualmente a quelle regionali, evenienza che non sarebbe stata possibile se il Comune fosse stato sciolto per mafia e quindi commissariato per i canonici 18 mesi che avrebbero permesso alle forze dell’ordine di operare per spezzare i legami con la mafia.

L’ultimo degli eventi accaduto è però la beffa più difficile da sopportare. Il 20 dicembre 2009, per ordine del Consiglio dei Ministri, il Prefetto di Latina Bruno Frattasi viene rimosso dall’incarico e trasferito d’ufficio al coordinamento e pianificazione delle forze di Polizia presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Viene allontanato il più capace e profondo conoscitore della vicenda Fondi. Frattasi ha pronunciato poche parole prima di andarsene “E’ un momento delicato per questa città occorre tenere alta l’attenzione eppure quando mi guardo intorno sono solo”. Intanto la campagna elettorale nel comune di Fondi ha avuto inizio e continua a procedere come se mai nulla fosse accaduto.

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