ll sindaco di Molfetta, Tommaso Minervini, è indagato insieme a 23 persone (tra cui altri amministratori pubblici, funzionari e professionisti) e 7 società nell’ambito di una inchiesta della Procura di Trani su presunte irregolarità nei lavori di realizzazione di opere collegate al porto cittadino e in altri appalti: alcuni imprenditori avrebbero ottenuto lavori e incarichi in cambio di soldi regali.
L’inchiesta ipotizza, a vario titolo e secondo le rispettive responsabilità, una serie di reati tra cui corruzione, turbata libertà nella scelta del contraente e peculato, oltre che violazioni alle norme sugli appalti. A Minervini vengono contestate in particolare tre ipotesi di turbativa mentre di corruzione rispondono, tra gli altri, l’assessore ai Lavori pubblici Mariano Caputo, il funzionario comunale Orazio Lisena e l’ingegnere Paolo Conforti.
L’accusa a carico del sindaco (in concorso con l’assessore Caputo, il segretario generale Irene Di Mauro e il funzionario Orazio Lisena) riguarda in particolare l’affidamento diretto dei lavori per la riqualificazione di piazza Aldo Moro alla società Di Gregorio di Trani, quelli all’interno dell’ex cementeria (in concorso con Caputo, Lisena, il dirigente Alessandro Binetti e l’imprenditore Pietro Paolo Paparusso) all’impresa Imcore srl. Una terza ipotesi di reato a carico di Minervini e altre dieci persone (tra cui Binetti, Caputo e alcuni imprenditori e progettisti) riguarda l’incarico di monitoraggio ambientale dell’appalto per il nuovo Porto di Molfetta che – sempre secondo l’accusa – sarebbe stato artificiosamente suddiviso in lotto per essere affidato senza gara d’appalto a imprese o persone “con ciascuno di essi direttamente o indirettamente collegate”. A Lisena è contestata la corruzione in concorso con Conforti anche perché, in cambio dell’incarico di progettazione dei lavori di riqualificazione della biblioteca comunale alla società Arevà (pure questa indagata), riceveva “delle utilità” da Conforti.
Stamattina il Gruppo Barletta della Finanza, agli ordini del colonnello Rino Mattiace, ha eseguito una trentina di decreti di perquisizione firmati dai pm Francesco Tosto e Francesco Aiello. Le perquisizioni sono state eseguite anche nelle abitazioni e negli studi professionali di alcuni ingegneri, oltre che di un consigliere comunale (indagato), nelle sedi del Comune e delle società coinvolte.
«Sono sereno – ha commentato Minervini – ed ho completa fiducia nell’operato della Magistratura. Da subito mi metto a disposizione degli inquirenti per fornire massima collaborazione confidando di chiarire la mia posizione e quella del Comune».