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Si profila una nuova gara di progettazione per il nuovo porto commerciale di Molfetta (Bari), sotto sequestro dall’ottobre 2013, per il quale è indagato per una presunta maxifrode da 150 milioni di euro anche il senatore Antonio Azzollini (Ncd), per molti anni sindaco della città pugliese.
Il primo cittadino di Molfetta, Paola Natalicchio, ha convocato per l’8 aprile un tavolo tecnico con gli studi legali che assistono il Comune, dopo il parere negativo del Consiglio superiore dei lavori pubblici sul progetto di esecuzione dei lavori di messa in sicurezza del porto, che era in costruzione al momento del sequestro. Il parere – spiega una nota del Comune – ottempera a quanto richiesto dal provvedimento di dissequestro condizionato emesso il 15 maggio 2015 dalla Procura di Trani che consente «di procedere al completamento delle opere del porto, previa redazione di un progetto complessivo comprendente in via prioritaria le opere di messa in sicurezza».
Questi ultimi lavori – che sono stati ora ‘bocciati’ dal Consiglio superiore dei lavori pubblici – erano stati approvati dal Comune e prevedevano la messa in opera dei 14 cassoni di cemento prefabbricati e posizionati nello specchio acqueo del porto e il ripristino dei danni subiti dal secondo braccio del molo a causa del moto ondoso.
La sezione del Consiglio superiore dei lavori pubblici ritiene, sulla linea di quanto sostenuto dal pm, che il progetto di messa in sicurezza non deve «in alcun modo determinare la prosecuzione delle opere di cui al progetto originario, ma devono intervenire unicamente sulle opere già realizzate, anche per evitare aggravi alla spesa pubblica».