di FRANCESCO PETRUZZELLI – bari.repubblica.it
Incastrati dalle foto postate su Facebook. Pedinati dagli agenti in borghese della polizia municipale durante le ore di shopping tra le eleganti vie del centro. Perché in molti casi è nato più di un sospetto se è vero che qualcuno si è presentato agli uffici comunali rivendicando un alloggio popolare, mentre in rete giravano le sue foto dell’estate appena trascorsa, tra vacanze all’estero, crociere nel Mediterraneo e passeggiate sulla rambla a Barcellona. Insomma, piccoli Totò Truffa in salsa barese. E così il Comune di Bari ha deciso di adottare il suo particolare spesometro contro i furbetti degli alloggi popolari.
E cioè ricorrere alle verifiche sui social network. L’idea è maturata all’indomani dei primi ricevimenti del martedì, quando gli assessori incontrano i cittadini a Palazzo di Città. Superaffollato l’assessorato all’Edilizia residenziale di piazza del Ferrarese con oltre 80 domande da parte di famiglie che, pur in assenza dei requisiti, pressano gli uffici per ottenere un tetto comunale millantando sfratti esecutivi, alloggi di fortuna, nottate in auto e casi disperati. E ascoltando la storia di un padre di famiglia, qualcuno degli uffici, insospettito, ha controllato casualmente il suo profilo Facebook scandagliando foto recenti su banchetti in sale di ricevimento, viaggi e acquisti importanti come auto e moto. Insomma, prove schiaccianti contro le continue recite drammatiche andate in scena nell’assessorato con tanto di lacrima finale. Una donna si è persino presentata con dieci bambini spacciandoli tutti come figli propri (in realtà era madre solo della metà dei pargoli).
“Con questi controlli cerchiamo di tutelare quei baresi che hanno realmente bisogno di una casa – ammette l’assessore all’Erp, Vincenzo Brandi – Vogliamo monitorare la capacità di spesa di coloro che puntualmente si presentano qui per chiedere un alloggio pur non avendo maturato i punteggi in graduatoria. La pressione è costante e notevole”. Gli agenti della polizia municipale sono andati anche in trasferta per controllare gli alloggi che il Comune di Bari possiede in provincia scoprendo che, ad esempio, non c’era traccia del legittimo assegnatario. E’ successo in un caso a Casamassima e in un altro ad Acquaviva delle Fonti dove l’inquilina è risultata poi residente in un appartamento di lusso di sua proprietà a Bari, in pieno centro, tra via Principe Amedeo e via Sparano. “Noi – continua Brandi – mandiamo subito le diffide chiedendo di lasciare l’alloggio. Se nessuno ci risponde, perché evidentemente non risiede in quella casa, mandiamo la polizia municipale per scardinare la porta d’ingresso”. Brandi annuncia anche l’incrocio dei dati comunali (come quelli su tributi e anagrafe) con i dati in possesso dell’Enel “per verificare le reali utenze e i reali inquilini degli alloggi”.