“Per l’ennesima volta apprendo dalla stampa delle iniziative giudiziarie prese nei miei confronti dalla Procura di Lecce: dall’iscrizione nel registro degli indagati (giugno 2011 sulla base di un esposto anonimo), passando per i due avvisi di chiusura indagine (25 settembre 2012 e 10gennaio 2013)”: comincia così il commento del procuratore capo di Bari, Antonio Laudati a poche ore dalla richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura di Lecce che lo ha indagato con l’accusa di aver ostacolato le indagini sul giro di escort che Giampaolo Tarantini reclutava per le feste nella residenza romana di Sivlio Berlusconi.
“Questa mattina – aggiunge Laudati – dopo aver letto che la Procura di Lecce ha inviato nella tarda serata di ieri, 18 marzo, a Roma all’Ufficio di presidenza del Csm la richiesta di rinvio a giudizio a mio carico ho immediatamente chiamato il mio avvocato di Lecce, scoprendo che anche lui ne era a conoscenza solo per aver letto il quotidiano La Repubblica”. “Le indagini preliminari a mio carico non hanno garantito né celerità né riservatezza, come la normativa impone – conclude il capo della procura di Bari – A questo punto, confidando nella correttezza della Magistratura della quale mi onoro di far parte, sto valutando tutte le iniziative da prendere”.