7 luglio 1992 – 7 Luglio 2016, un possibile mandante dell’omicidio Carnicella

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                                  foto de “l’AltraMolfetta”

Sono trascorsi 24 anni da quel 7 luglio 1992 quando, alle 14.30 circa, Gianni Carnicella, Sindaco della città di Molfetta, veniva raggiunto da un colpo di fucile a canne mozze ad opera del suo assassino Brattoli Cristoforo.

Purtroppo, di quel grave fatto di sangue e di tutto ciò che accadde dopo, è rimasto ben poco nella memoria dei cittadini molfettesi.

Alle nuove generazioni qualcuno racconta cosa è accaduto in quegli anni? Chi di voi ha letto gli atti processuali dell’omicidio Carnicella?  Chi sono i protagonisti di quel “mondo variegato che andava sotto il nome di Piazza Paradiso”? Quanti di voi conoscono i componenti di quella società che organizzò l’ormai famoso concerto di Nino D’Angelo?

Attraverso gli atti processuali delle grandi operazioni antidroga “Primavera” del 1994, e “Reset” del 1996, abbiamo imparato a conoscerli; e poi altri omicidi, sequestri e confische di beni, usura, estorsioni, riciclaggio di denaro, spaccio di droga e tanti altri fatti criminali.

Prima l’Osservatorio 7 Luglio sull’illegalità e poi il Liberatorio Politico hanno sempre ipotizzato che quel concerto, e la società creata per organizzarlo, altro non erano che un modo per riciclare i proventi dello spaccio della droga e altre attività illecite. Il tempo ci ha dato ragione e le indagini in corso, da parte della Direzione Distrettuale Antimafia, con il sequestro preventivo dei patrimoni di alcune famiglie i cui componenti facevano parte di quella società, ne è la prova.

Dopo l’omicidio del sindaco Carnicella, nonostante la lunga detenzione dei capi e gregari delle varie famiglie, i proventi delle loro attività criminali sicuramente sono state investite e controllate da qualche prestanome.

A tal proposito, dopo tanti anni di domande senza risposte, improvvisamente si apre uno spiraglio di verità per bocca di una voce autorevole qual è il Procuratore aggiunto della Procura di Bari Dott. Pasquale Drago. In una audizione della “Commissione Parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali, tenutasi presso la Prefettura di Bari il 27 e 28 giugno 2014, su richiesta d’informazioni da parte della Presidente Senatrice Lo Moro, il Dott. Drago rilascia delle dichiarazioni che potrebbero essere utili a riscrivere la storia molfettese degli ultimi 24 anni. Inquadrando storicamente gli eventi criminali del territorio molfettese, e parlando delle famiglie che negli anni ’90 erano state processate con condanne pesantissime per lo spaccio di droga, riferisce di un possibile mandante dell’omicidio del primo cittadino molfettese individuabile nel capo di una di queste famiglie criminali.

Nello stesso intervento parla di alcuni soggetti, vicini a quelle famiglie, che stanno tentando da due o tre anni di riappropriarsi del controllo criminale del territorio molfettese. Sono dichiarazioni importantissime, e allo stesso tempo preoccupanti, che ci inducono a vigilare ancor più sulle possibili ramificazioni delle attività criminali e possibili infiltrazioni nelle attività politico-amministrative. Non credo sia azzardato affermare che a Molfetta esiste “la mafia” e lo conferma una sentenza del Gip Dott. Roberto Oliveri del Castillo, del 2008, quando in un passaggio della stessa afferma: “ che il termine ”mafia” assume accezioni ben più late, anche distanti dal campo della criminalità organizzata. Esso può riferirsi all’influenza di lobby, associazioni segrete, apparati statali deviati; sta ad indicare uno stretto rapporto tra politica, affari e criminalità, una diffusa illegalità o corruzione, un malcostume fatto di favoritismi, clientelismo, truffe elettorali, incapacità di applicare le leggi in modo imparziale”.

Al contrario, non aiutano le semplificazioni di alcuni nostri amministratori uscenti sul fenomeno mafioso nella nostra città e sulle molteplici concause che lo alimentano.

Non dobbiamo mai abbassare la guardia e, alla luce di queste riflessioni, chiediamo a tutte le istituzioni di fare luce definitivamente sulla vicenda dell’omicidio del sindaco Gianni Carnicella. Liberiamo la memoria e venga pronunciato il nome del mandante di quell’efferato delitto.

       di Matteo d’Ingeo    –   Articolo l’AltraMolfetta – Luglio 2016 

“Liberiamo la memoria” – 6 Luglio 2016 – prima parte

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