La procura sta esaminando il dossier sulle ultime manifestazioni in città e c’è un filo rosso che porta alla Capitale. Proseguono le indagini della Digos – Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
C’è un filo rosso che lega Bari a Roma, nei giorni caldi delle proteste di migliaia di piccoli imprenditori e dei loro dipendenti, affamati dalla crisi connessa alla chiusura delle attività. E’ il filo delle infiltrazioni nelle manifestazioni, su cui la Procura di Bari — guidata da Roberto Rossi — ha riacceso i riflettori dopo che la Digos ha depositato una prima informativa sul blocco della tangenziale, avvenuto il 1° aprile.
Alcuni sono esponenti dell’estrema destra, che qualche giorno fa erano accanto agli ambulanti e ai ristoratori durante il blocco della statale 16. Quella manifestazione non era stata autorizzata e i partecipanti, se identificati, saranno denunciati, così come hanno chiarito sia la prefetta di Bari Antonella Bellomo che il questore Giuseppe Bisogno. Ma, al di là della marcia, quel che più interessa gli investigatori è la regia dietro la sua realizzazione.
La strada seguita nelle indagini, del resto, è comune a quella che stanno percorrendo le Digos di tutta Italia, anche in seguito alla relazione depositata dall’Intelligence al Parlamento all’inizio di marzo. In quel documento, l’emergenza Covid e la crisi economica che ha causato, vengono individuate come il grimaldello che le varie anime dell’eversione interna potrebbero utilizzare per “rilanciare progettualità conflittuali e istanze anti-sistema”.
Significa che qualcuno potrebbe strumentalizzare la rabbia degli operatori economici distrutti da mesi di chiusure forzate, alimentandone la frustrazione con specifiche campagne social. Del fatto che questo stia accadendo anche a Bari, gli investigatori sono sicuri e l’esame di profili, video e dirette lo conferma quotidianamente. “Se da un lato la pandemia ha limitato le potenzialità mobilitative dell’estremismo politico — è scritto nella relazione dei Servizi — dall’altro ha fatto da volano, in concomitanza con il ruolo aggregante e amplificatorio del web, a un’effervescenza propagandistica che ha interessato anarco-insurrezionalisti, marxisti-leninisti, antagonisti e circuiti della destra radicale”.
Questi ultimi, particolarmente attivi nel capoluogo pugliese, anche tramite quelle “campagne di disinformazione e teorie cospirative” di cui parla l’intelligence. “Il tentativo è quello di sfruttare il tema del disagio economico correlato alla crisi e guadagnare consensi tra le categorie sociali più in difficoltà” dice ancora la relazione. Esattamente quello che si sente in molti video girati a Bari e sui quali la Digos tiene occhi e orecchie ben aperti.