Trinitapoli, Comune sciolto per mafia dal governo

La decisione dopo “ gli accertati condizionamenti da parte dei clan” – fonte: Federica Dibenedetto – quotidiano.repubblica.it
 
«Accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata». Il consiglio dei ministri ha sciolto per mafia il Comune di Trinitapoli. La proposta è stata formalizzata dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, sulla base degli esiti della commissione di accesso antimafia che si era insediata il 29 luglio dell’anno scorso per verificare la sussistenza di eventuali forme di infiltrazione di tipo mafioso tali da compromettere le funzioni dell’amministrazione comunale.
A ottobre, poi, il prefetto della Bat, Maurizio Valiante, aveva deciso di prorogare di altri tre mesi il tempo concesso alla commissione per compiere ulteriori approfondimenti e capire se la mafia fosse arrivata davvero fin dentro il Comune. E proprio così, secondo il Viminale, sarebbero andate le cose.
La commissione, composta da Sergio Mazzia, viceprefetto vicario della prefettura della Bat, Gesualdo Masciopinto, dirigente della Squadra mobile della questura di Andria e Paolo Milici, comandante della Seconda sezione del Nucleo Investigativo del Comando provinciale dei Carabinieri di Bari, durante questi mesi ha effettuato tutte le verifiche necessarie, consegnando un report al ministero. Da qui, la decisione di avviare l’iter di scioglimento che, adesso, prevede l’affidamento della gestione del Comune prima a una commissione prefettizia e poi a una straordinaria per 18 mesi.
Trinitapoli è il primo Comune della Bat, dall’istituzione ufficiale della provincia, a essere sciolto per mafia. In precedenza, nel 1993, toccò la stessa sorte a Trani. « Non me lo aspettavo » , commenta il sindaco della città ofantina, Emanuele Losapio, eletto nel 2020 dopo essere già stato assessore della precedente amministrazione guidata da Francesco Di Feo. Ma lo scenario nel quale adesso si inserisce lo scioglimento del Consiglio comunale era finito già da tempo sotto la lente d’ingrandimento dell’antimafia.
Solo qualche giorno fa la Dia aveva sequestrato un milione di euro tra immobili, un’azienda agricola e diverse disponibilità finanziarie riconducibili a un pregiudicato di Trinitapoli che operava negli ambienti della droga e del traffico di armi. Nei mesi scorsi, era scattata l’interdittiva del prefetto nei confronti un’associazione di volontariato della città.
Il territorio è sempre stato particolarmente a rischio, perché quella di Trinitapoli è una zona di passaggio dove le mafie autoctone entrano in contatto con quelle foggiane e fanno affari gestendo il mercato dello spaccio. Qui la faida storica tra i De Rosa-Miccoli e i Gallone-Carbone ha contribuito ad alimentare la rivalità fra i clan. A maggio 2021, una maxioperazione delle forze dell’ordine ha consentito lo sgombero di 10 appartamenti occupati abusivamente nel quartiere popolare Unrra Casas, roccaforte di sodalizi criminali.

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