fonte: http://www.narcomafie.it – di Piero Innocenti
Ogni ora, nel 2016, mediamente, le nostre forze di polizia, hanno denunciato alle varie Procure della Repubblica, in stato di arresto o di libertà, tre persone per traffico e spaccio di stupefacenti. Settantadue persone al giorno, 19.441 dall’inizio dell’anno (dato non consolidato, al primo ottobre scorso) di cui 7.300 stranieri. Il valore più alto delle denunce si è avuto a settembre con 2.501 persone. Se il trend mensile si manterrà costante, con una media di 2.000/2.300 persone segnalate all’autorità giudiziaria, alla fine dell’anno si dovrebbe raggiungere il valore di circa 26mila denunciati che rappresenterebbe il valore più basso dal 2000 (dopo quello del 2015 con 27.718).
Nell’ultimo decennio, poi, spicca il picco delle denunce, ben 39.337, che si ebbe nel 2010 (fonte, Direzione Centrale per i Servizi Antidroga- DCSA). Il calo nell’azione tradizionale di contrasto antidroga è, probabilmente, da attribuire anche alla perdurante inadeguatezza degli strumenti condivisi in ambito internazionale oltre che alla “virtualizzazione” della domanda e dell’offerta delle droghe che investe, comunque, solo una fetta del mercato illecito. Gli internauti del web invisibile, infatti, hanno fatto perdere quel carattere di fisicità che si realizza nel commercio delle droghe: l’incontro per lo scambio sostanza/denaro. Oggi è possibile, con il sistema pick & pay dell’e.commerce, acquistare un prodotto e ritirarlo di persona recandosi nel punto vendita associato a siti presenti nella deep web. L’esigenza di rivolgere una particolare attenzione alle nuove tecnologie di comunicazione è stata, più volte, evidenziata anche in documenti ufficiali come con il piano di azione collegato alla “Strategia dell’UE in materia di droga 2013/20120”.
Ma, si sa, le “carte” spesso restano tali e la disattenzione sul tema continua ad essere grande e, conseguentemente, la “Stupefacenti SpA” continua ad attraversare un periodo di straordinaria floridezza contribuendo alla “crescita” del Pil. Con il contributo degli stranieri naturalmente. L’anno scorso sono stati ben 10.136 quelli denunciati per delitti collegati alle droghe (il 36,57% del totale), con una prevalenza di cittadini di nazionalità marocchina (2.422), albanese (1.555), tunisina (1.448), nigeriana (576), gambiana (514). Quanto all’ambito criminale, si è rilevata una tendenza alla partecipazione ad associazioni dedite al traffico di cittadini albanesi, tunisini, marocchini e nigeriani, mentre i marocchini, tunisini e albanesi sono quelli che spiccano nello spaccio. La presenza di stranieri spacciatori denunciati si concentra al nord Italia (55,27%), poi al Centro (32,61%) e solo il 12,12% al Sud e nelle Isole. Un altro aspetto, a mio avviso preoccupante, è lo spaccio che sta avvenendo, anche da parte di giovani e giovanissimi, innanzi alle scuole di ogni grado o, addirittura,all’interno. È notizia di alcuni giorni fa il ritrovamento di siringhe usate e boccette di metadone nel cortile di un istituto in Sardegna (Su Nuova Sardegna del 17 ottobre), dello spaccio tra i banchi di una scuola superiore a Cassino (su Ciociaria Oggi del 19 ottobre), della “scuolabus” trasformata in una quotidiana “fumeria” di spinelli da giovani quattordicenni (su Il Resto del Carlino del 17 ottobre).
Gli interventi della polizia di stato sono stati tempestivi ma, come purtroppo capita in queste situazioni, non risolveranno certamente il problema della diffusione delle droghe tra i minori che, oltretutto, spesso vengono “pizzicati” come spacciatori. E’ un dato che nel corrente anno, al primo ottobre, già 755 siano stati i minori denunciati per traffico/spaccio (di cui 580 italiani), con la previsione, a fine anno, di toccare quota mille unità. Nel 2015 erano stati 1.125, di cui duecento giovanissimi (tra i 14 e i 15 anni), la maggior parte (1.117) denunciati per spaccio e otto per il delitto di associazione finalizzata al traffico. Da annotare che 245 sono risultati di nazionalità straniera, in particolare, marocchini (34), tunisini (33), romeni (26), senegalesi (20), albanesi (19). Negli ultimi dieci anni il valore più alto si è avuto nel 2012 con 1.281 minori e quello più basso nel 2007 con 1.036.
Quanto alla distribuzione regionale, in valori assoluti, la Lombardia è in testa alla classifica con 171 minori, seguita da Lazio (133), Piemonte (121), Campania (86), Puglia (85). Non sarebbe male tornare a svolgere una incisiva (obbligatoria) sistematica attività di prevenzione-informazione in tutte le scuole sulle droghe. Come si iniziò a fare, molti anni fa, quando vi era sicuramente maggiore attenzione politica e istituzionale sul fenomeno.