Scontro tra treni: 23 morti, 51 feriti. Ecco i nomi delle vittime. Al lavoro un pool di 5 magistrati

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fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

Sono 23 le vittime del disastro ferroviario avvenuto ieri in Puglia; una non è stata ancora riconosciuta dai parenti; 52 i feriti transitati dai pronto soccorsi degli ospedali (uno è deceduto dopo il ricovero); 24 le persone attualmente ricoverate, otto dei quali in prognosi riservata, tra cui il piccolo Samuele che compie oggi 7 anni e che era con la nonna, morta nell’incidente. Non ci sono dispersi. I dati sono stati ufficializzati dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e dal prof. Franco Introna (Medicina Legale).
Mentre prosegue la generosa corsa a donare il sangue per i feriti (anche da parte di una ventina di rappresentanti della comunità musulmana), la procura di Trani ha costituito un pool di 5 magistrati che si occuperà delle indagini, avviate per disastro ferroviario colposo e omicidio colposo plurimo. Allo stato non ci sono indagati. Erano due i treni delle Ferrovie del Nord Barese provenienti da Corato e diretti verso nord e uno viaggiava con qualche minuto di ritardo: questa circostanza potrebbe aver indotto il capostazione di Andria a dare il via libera al treno fermo in stazione.

Il convoglio, circa dieci minuti dopo la partenza da Andria, si è scontrato con il treno proveniente da Corato. La procura indaga anche sull’adeguatezza del sistema di controllo e sui tempi del raddoppio della tratta (che avrebbe dovuto concludersi nel 2015) e di ammodernamento del sistema di controllo del traffico. Informazioni potranno arrivare dalle due scatole nere recuperate. Il direttore generale di Ferrotramviaria, Massimo Nitti, ha rilevato che “l’unica stazione di incrocio è quella di Andria. Quel treno che scendeva da Andria, lì non ci doveva essere».

Sul banco degli imputati, il sistema a blocco telefonico che regola la circolazione ferroviaria in quella tratta a binario unico. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha definito il sistema «tra i meno evoluti rispetto alle tecnologie disponibili» e «maggiormente a rischio», perchè «si affida interamente all’uomo, nella fattispecie all’operatività dei capistazione». Da parte sua, l’ad. di Fs Renato Mazzoncini ha considerato che «la polemica sul binario unico non ha senso, in Italia e nel resto del mondo la maggior parte delle linee sono a binario unico, il sistema di sicurezza non dipende dal numero dei binari: tutte le linee ferroviarie hanno un livello di sicurezza garantito, anche quelle a binario unico».

Il ministro Delrio ha poi ricordato che «purtroppo in questo Paese non è mai stata fatta la cura del ferro, quando bisogna tenere conto che ci sono oltre 5 milioni di persone che lavorano e si spostano per motivi di studio studio su linee regionali, ma con questo Governo c’è stata un’inversione di tendenza netta rispetto al passato ed abbiamo destinato diversi miliardi al trasporto ferroviario regionale». Ha quindi annunciato che il governo ha deciso di stanziare ulteriori 1,8 miliardi di investimenti per le reti regionali non di competenza nazionale.

Le salme (22 quelle identificate) saranno consegnate alle famiglie venerdì sera e, presumibilmente, i funerali si terranno sabato mattina. «Ci sono tra le vittime- è stato anche detto da Introna – due persone riconosciute come dipendenti della Ferrotramviaria», presumibilmente i due macchinisti dei due convogli. «Oggi pomeriggio e domani – ha proseguito Introna – procederemo con gli accertamenti radiologici e poi con due-tre autopsie al massimo. Poi, andremo avanti con una Tac di tutte le salme e con ulteriori 2-3 indagini identificative aggiuntive». Ecco i nomi delle 22 vittime identificate: 6 sono di Andria, 2 di Bari, 2 di Terlizzi e 2 di Trani, 3 lombarde (native di Milano, Bergamo e Pavia), una ha origini francesi, e le altre sono di Galatina, Ostuni, Cerignola, Ruvo e Modugno.

Pasquale ABBASCIANO, 61 anni, andriese
Giuseppe ACQUAVIVA, 59 anni, andriese
Serafina ACQUAVIVA, 62 anni, andriese
Maria ALOYSI, 50 anni, barese
Alessandra BIANCHINO, 29 anni, tranese
Rossella BRUNI, 22 anni, tranese
Pasqua CARNIMEO, 31 anni, modugnese
Enrico CASTELLANO, 72 anni, ostunese
Luciano CATERINO, 37 anni, ruvese
Michele CORSINI, 61 anni, milanese
Albino DENICOLO, 57 anni, terlizzese
Salvatore DI COSTANZO, 57 anni, bergamasco
Giulia FAVALE, 51 anni, nata in Francia
Nicola GAETA, 56 anni, barese
Jolanda INCHINGOLO, 25 anni, andriese
Benedetta MERRA, 52 anni, andriese
Donata PEPE, 63 anni, cerignolana
Maurizio PISANI, 50 anni, pavese
Fulvio SCHINZARI, 59 anni, di Galatina
Antonio SUMMO, 15 anni, terlizzese
Ludivico Francesco TEDONE, 17 anni, terlizzese
Gabriele ZINGARO, 25 anni, andriese

SCONTRO A 100 ALL’ORA – L’incidente poco dopo le 11 di ieri, al chilometro 51 della linea gestita dalla società privata Ferrotramviaria. Uno dei due convogli era partito da Corato diretto ad Andria e l’altro, viceversa, proveniva da Andria e andava in direzione Corato. A bordo solitamente ci sono, oltre a pendolari e studenti, anche molti passeggeri che devono raggiungere l’aeroporto di Bari Palese. L’impatto tra i treni, che viaggiavano ad una velocità di 100-110 km all’ora, è stato violentissimo. I vagoni vengono letteralmente sbriciolati, pezzi di lamiere volano per decine di metri tra gli ulivi della campagna pugliese, ai lati dei binari. Uno dei treni ha soltanto due vagoni rimasti pressochè intatti; l’altro solo l’ultimo, quello di coda. Uno dei due convogli, quello proveniente da Basri, viaggiava con qualche minuto di ritardo: potrebbe essere stata questa la causa dell’errore umano che avrebbe indotto il capostazione di Andria a dare il via libera al treno fermo in stazione e diretto sulla corsia opposta. Il convoglio, circa dieci minuti dopo la partenza da Andria, si è scontrato con il treno proveniente da Corato.

CHI SONO I PM DI TRANI – Sono 5 i magistrati che fanno parte del pool che si occuperà delle indagini sul disastro ferroviario di Corato-Andria. Oltre al Pm facente funzioni, Francesco Giannella, il pool è composto dai pm Antonio Savasta, Simona Merra, Marcello Catalano e Michele Ruggiero. Quest’ultimo è noto per aver indagato in distinti procedimenti la Deutsche Bank di Francoforte e due agenzie di rating (Standard & Poor’s e Fitch) per manipolazione del mercato, e per aver svolto indagini (delle quali è stata poi chiesta l’archiviazione) sulla presunta correlazione tra vaccini e autismo. L’indagine della Procura di Trani sul disastro ferroviario avvenuto ieri dovrà accertare non solo chi ha sbagliato, ma se chi ha sbagliato è caduto in errore da solo o se è stato indotto in errore da altri. Dovrà poi verificare l’adeguatezza del sistema di controllo rispetto alle norme in vigore, e i tempi del raddoppio della tratta e di ammodernamento del sistema di controllo del traffico. Lo si apprende da fonti inquirenti tranesi.

LE IMMAGINI DELLE TELECAMERE – Oltre alle immagini registrate dalle videocamere nelle stazioni gli inquirenti che indagano sullo scontro tra i due treni nelle campagne tra Corato e Andria, hanno acquisito anche quelle delle videocamere di sorveglianza a bordo. La circostanza è emersa nel corso del vertice in Procura tra investigatori e inquirenti che indagano sulla strage. Almeno uno dei due treni, secondo quanto si apprende, aveva delle telecamere di sorveglianza a bordo e quelle immagini potranno essere utili per ricostruire la dinamica dell’incidente.

LE TRE VITTIME TRA I FERROVIERI – Tra le vittime dello scontro tra i due treni nelle campagne tra Corato e Andria ci sono anche 3 appartenenti al personale ferroviario, mentre un quarto è ricoverato in ospedale. Lo ha confermato il procuratore facente funzione di Trani, Francesco Giannella, al termine dell’incontro con gli investigatori. Le tre vittime sono il macchinista del treno 1016, Pasquale Abbasciano, e il capotreno dello stesso convoglio, Albino De Nicolo, e il macchinista dell’altro treno, il 1021, Luciano Caterino. Il ferito è invece il capotreno del 1021, Nicola Lorizzo.

FIGLIO RICONOSCE PADRE – E’ arrivata questa mattina, con il riconoscimento della salma da parte del figlio Marco, la conferma della presenza tra le vittime dell’incidente ferroviario di ieri in Puglia del bergamasco Salvatore Di Costanzo, 56 anni, del quartiere Colognola di Bergamo. Di Costanzo, di professione agente di commercio, era noto nella Bergamasca per essere allenatore del calcio provinciale. Ieri pomeriggio si sarebbe dovuto recare ad Andria per un appuntamento di lavoro: volato di prima mattina da Orio al Serio, era atterrato all’aeroporto di Bari, ma dopo un sms inviato a un amico, di lui non si era avuta più traccia.
Nella serata di ieri il suo nome non era tra quelli delle vittime accertate, ma verso le 22, non avendo avuto comunicazioni di alcun tipo, la moglie e il figlio Marco erano volati direttamente in Puglia per capire la situazione. Stamattina la conferma.

UN PAVESE TRA I MORTI – C’è anche un pavese tra le vittime dello scontro tra treni avvenuto ieri in Puglia. Maurizio Pisani, 49 anni, esperto di marketing e manager del settore alimentare, era in viaggio sul convoglio diretto a Bari: stava rientrando a Milano, per lavoro. Pisani si trovava in Puglia con la moglie e la figlia, che però non erano sul treno. Sono stati i familiari, questa mattina, a riconoscere il suo corpo. Maurizio Pisani (che attualmente viveva a Milano con la famiglia) era figlio del professor Mario Pisani, docente emerito di procedura penale dell’Università di Pavia; sua sorella, Simona Pisani, è un avvocato di Pavia. Tre anni fa Maurizio Pisani aveva fondato la ‘Pisani Food Marketing’; in passato aveva svolto compiti dirigenziali in diverse società del settore alimentare.

I PARENTI, FATECI VEDERE I NOSTRI CARI – Tra i parenti delle vittime anche il cognato della mamma di Francesco Tedone, 19 anni, morto nel violento impatto: «Stava tornando a casa – dice – era andato a trovare un’amica». «Al momento – aggiunge – sono qui io, non so quando arriverà sua madre che è straziata dal dolore». I parenti dovrebbero attendere di fronte all’istituto di Medicina legale dove è stata allestita una postazione della Croce rossa e un’altra della Protezione civile sta per essere realizzata. Ma nessuno vuole allontanarsi dal luogo in cui si trova il corpo del loro caro. E all’esterno dell’istituto di Medicina legale cominciano ad accalcarsi molte persone. Tra loro anche molti giovani che vengono consolati da persone più grandi. In tanti si abbracciano e piangono. Mentre alcuni chiedono privacy ai giornalisti: «Andate via – dicono – volete fare lo spettacolo su una disgrazia come questa?». Intanto nel l’istituto di Medicina legale è arrivata l’equipe di psicologi per il sostegno ai familiari.

ESTRATTA SCATOLA NERA DEL TRENO DA BARI – La Polfer di Bari ha estratto intatta la scatola nera del treno proveniente da Bari coinvolto nella strage di Andria. L’oggetto è considerato dagli investigatori di primaria importanza per lo sviluppo delle indagini. Dalla scatola nera, infatti, sarà possibile risalire alla velocità cui andava il treno e ricostruirne tutti i movimenti prima del tragico impatto. Sembra, invece, sia andata distrutta la scatola nera del convoglio proveniente da Barletta di cui – si apprende dalla Polfer – sarebbero stati ritrovati solo pochi brandelli.

IL SINDACO DI ANDRIA: SU QUEI TRENI I NOSTRI FIGLI – «E’ una tragedia immane che ha colpito soprattutto Andria, molti giovani figli di Andria diretti all’università o al lavoro o all’aeroporto». Lo afferma Nicola Giorgino, sindaco di Andria, il comune nel cui territorio, in località Boccareto, ai confini con Corato, è avvenuto il disastro ferroviario.
«Una tragedia – ha aggiunto Giorgino – di cui ricostruire con scrupolo le cause e spiegare così un evento inimmaginabile che ci ha colpiti come persone prima che come pubblici amministratori. Stiamo facendo e continueremo a fare ogni sforzo per assistere le famiglie delle vittime ed i feriti. Sento anche fortissima l’esigenza di testimoniare il forte spirito di abnegazione dimostrato da quanti sono intervenuti a vario titolo sul luogo del disastro: poliziotti, carabinieri, medici, infermieri, volontari della Croce Rossa e della Misericordia, oltre naturalmente ai nostri uomini della Polizia Urbana».

IL SINDACO DI CORATO: TRAGEDIA IMMANE – «E’ una immane tragedia”: così il sindaco di Corato, Massimo Mazzilli, in merito allo scontro ferroviario avvenuto tra Corato e Andria. “Sono profondamente addolorato – afferma Mazzilli – per l’immane tragedia verificatasi questa mattina che ha distrutto inermi vittime, le relative famiglie e le rispettive comunità cittadine». «Al tempo stesso, – aggiunge – sono fraternamente vicino alle famiglie delle vittime e dei feriti in questo straziante frangente: la cittadinanza tutta di Corato si stringe intorno familiari e per il mio tramite esprime loro il più sentito cordoglio».

«Personalmente sono accorso subito sul luogo della sciagura apparsa da subito apocalittica: in ogni caso sono scattati subito i soccorsi, tuttora in corso, prestati con grande generosità e competenza da parte di tutti. Subito dopo l’incidente è stato prontamente attivato, presso il Comune di Corato il Centro Operativo Comunale per la Protezione Civile che ha coordinato e coordina tuttora i soccorsi. Desidero per questo fortemente ringraziare tutti i soccorritori, le Forze dell’Ordine, i volontari, la gente comune, che hanno profuso – conclude – il massimo impegno per prestare aiuto».

RENZI IN PREFETTURA A BARI – Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è giunto ieri sera nella Prefettura di Bari dove presiede una riunione del centro di coordinamento soccorsi che si è insediato per il disastro ferroviario avvenuto in Puglia.Alla riunione partecipano anche il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Graziano Delrio, Fabrizio Curcio capo del Dipartimento della Protezione Civile di Roma, i prefetti di Bari, Carmela Pagano, e Bat, Clara Minerva, i vertici della forze dell’ordine provinciali e della Protezione Civile. Partecipano anche il presidente della Giunta regionale pugliese, Michele Emiliano con il vicepresidente con delega alla Protezione Civile Antonio Nunziante e funzionari regionali. La presenza qui del presidente del Consiglio è stata di grande conforto per noi tutti, e in modo particolare per me: inutile dire che in questi momenti sentire la voce della Repubblica attraverso il presidente del Consiglio è stato un momento molto importante per tutti noi». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo al vertice in prefettura a Bari.

EMILIANO: ERAVAMO VICINI A SICUREZZA TRATTA «Eravamo davvero a un passo dall’inizio dei lavori per mettere in sicurezza anche quel tratto» e questo «fa ancora più rabbia”: lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, intervenendo stasera al vertice in prefettura a Bari sull’incidente ferroviario, nella tratta tra Andria e Corato, in cui, secondo un bilancio ancora provvisorio, hanno perso la vita 25 persone, nello scontro frontale tra due treni che viaggiavano su un binario unico. Emiliano ha ricordato che «è stato fatto uno stralcio da un progetto complesso dell’Unione europea» anche grazie «alla delibera di giunta del 18 settembre 2015 che ha consentito di utilizzare 145 milioni per il raddoppio della tratta, per la messa in sicurezza della tratta dove è avvenuto l’incidente: la gara è stata bandita il 19 aprile – ha sottolineato – per un importo a base d’asta di 31 milioni e le offerte scadono il 19 luglio».

MATTARELLA: TRAGEDIA INAMMISSIBILE – «Bisogna fare piena luce su questa inammissibile tragedia: occorre accertare subito e con precisione responsabilità ed eventuali carenze». E’ quanto chiede il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione sullo scontro tra due treni avvenuto in Puglia. Il presidente Mattarella ha espresso “profondo dolore» per il gravissimo incidente ferroviario accaduto quest’oggi in Puglia. «Il mio primo pensiero – ha detto Mattarella – va alle tante vittime e ai loro familiari, ai quali desidero far pervenire vicinanza e solidarietà. Ai feriti rivolgo gli auguri di pronta guarigione». Il presidente della Repubblica ha aggiunto: «Bisogna fare piena luce su questa inammissibile tragedia: occorre accertare subito e con precisione responsabilità ed eventuali carenze».

APERTA INCHIESTA AL MIT – «Il binario unico di per sé non è fonte di disagio e potenziale disastro, il punto sono i controlli». Lo afferma il viceministro del Trasporti, Riccardo Nencini, che annuncia l’apertura di un’inchiesta da parte del ministero in un’intervista a Studio24 in onda su Rainews24. “Vigeva il sistema vecchio del controllo telefonico», spiega Nencini, e «la mancanza di automazione è stata probabilmente una delle cause di una tragedia disastrosa». Nencini fa presente che ci sono 9 mila chilometri a binario unico gestiti da Ferrovie dello Stato, un tratto «che va da Nord a Sud» ed è «decisamente sicuro» perché è stato automatizzato.

SOTTO ALLA LOCOMOTIVA RESTI UMANI – «Dallo spostamento della locomotiva sono emersi altri resti umani. La nostra speranza è che si compongano con le 23 salme già ritrovate». Clara Minerva, prefetto Bat, è vicina ai binari dove è avvenuta la strage e dove i Vigili del fuoco e la Protezione civile hanno appena rimosso la locomotiva, reperendo altri resti che stanno per essere disposti nelle sacche verdi, in attesa di essere identificati.

UNITA’ DI CRISI A BARLETTA – L’Unità di crisi di protezione civile della provincia di Barletta Andria Trani, allestita presso la prefettura di Barletta, è al lavoro ininterrottamente da ieri. Coordinata dal prefetto Clara Minerva, è composta uomini della Protezione civile regionale, forze dell’ordine con polizia di stato, carabinieri, guardia di finanza, corpo forestale dello Stato, polizia locale, vigili del fuoco, Esercito e operatori sanitari delle asl del territorio.

DIRETTORE FERROTRANVIARIA: CONSENSO TELEFONICO MODALITA’ PREVISTA – Sulla tratta ferroviaria Corato-Andria dove ieri si sono scontrati due treni di Ferrotramviaria «ancora per un pò abbiamo la circolazione regolata con il cosiddetto consenso telefonico che tutti stanno criminalizzando, ma che è una delle modalità di esercizio che viene regolarmente utilizzata nelle ferrovie». Così il direttore generale di Ferrotramviaria, Massimo Nitti, intervistato dal tg di Telenorba.

I NUMERI DELLA TRAGEDIA – Oltre ai 23 morti sinora accertati, sono 52 i feriti: di questi, 28 sono stati dimessi e 24 sono tuttora ricoverati, di cui 8 in prognosi riservata. La maggior parte dei feriti è stata ricoverata all’ospedale di Andria: 25 (11 rimasti in ospedale e 14 ritornati a casa) Ospedale di Barletta: 6 feriti, di cui 4 rimasti in ospedale e 2 rientrati a casa; Ospedale di Bisceglie: 7 feriti, di cui 1 tuttora in ospedale, 3 ritornati a casa e altri 3 trasferiti al Policlinico di Bari e all’ospedale San paolo. Ospedale di Corato: 12 feriti, di cui 2 trasferiti agli ospedali di Molfetta e Terlizzi.

IN CORSO RIMOZIONE ULTIMO VAGONE – Proseguono, dopo oltre 26 ore, le operazioni di soccorso sul luogo del disastro ferroviario ad Andria. E’ in corso la rimozione dell’ultimo vagone del treno giallo, dopo che Vigili del fuoco e Protezione civile hanno trainato questa mattina con la gru l’ultimo vagone del treno bianco fuori dai binari. «Avevamo sperato di far arrivare qui un nostro carro funebre delle Ferrovie Bari Nord – si rammarica un’operatore – ma è stato inutile, perché del macchinista non si sono trovati che resti». Tutta la zona è sotto sequestro, la polizia continua a repertare detriti e resti sotto gli ulivi. Anche se i binari saranno sgombri tra poche ore, si prevede che serviranno giorni per riattivare la linea e i cavi elettrici.

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