Per oltre tre anni la situazione in via Ricasoli 42 è stata ignorata. Che si indaghi sulle gravi omissioni.

Abbiamo accolto con favore la notizia del sequestro del motocarro, targato BA-150862, stabilmente parcheggiato 24/24ore in via Ricasoli nei pressi dell’attività commerciale sita al numero civico 42. Il sequestro, avvenuto giovedì sera mentre l’attività era chiusa, è stato messo a segno dagli agenti della Polizia Municipale con l’ausilio dei mezzi del soccorso stradale che, dopo averlo caricato, lo hanno portato in un deposito a disposizione delle autorità giudiziarie.

Il 25 gennaio è stato inviato al Comando della Polizia Locale e al Comando Compagnia dei Carabinieri un esposto molto dettagliato sulla situazione in via Ricasoli per l’occupazione abusiva di suolo pubblico dal numero civico 40 al 46. Tra le varie situazioni segnalate, che non posso riportare integralmente, c’era proprio la presenza del motocarro per cui si chiedeva particolare attenzione.

In attesa che tutte le altre verifiche richieste siano concluse e che via Ricasoli torni un bene comune di tutti i cittadini e non solo di chi, con arroganza, da tre anni ha trasformato quel pezzo di strada pubblica in un luogo privato, bisogna aggiungere altre considerazioni.  E’ chiaro che la situazione di via Ricasoli è una delle tante che sono state denunciate per cui si attendono azioni decisive da parte della Polizia Municipale, Guardia di Finanza e Carabinieri, ma il sequestro di un mezzo parcheggiato da oltre tre anni apre uno scenario su cui qualcuno dovrà riflettere e trarne le dovute conclusioni.

Il vero scandalo non è la presenza, per tre anni, del motocarro senza assicurazione, ma il fatto che in questi anni nessuno abbia mai preso in considerazioni i numerosi esposti del Liberatorio Politico, dal gennaio 2018 fino ai primi mesi del 2021. In tutti gli esposti, non solo si faceva riferimento alla situazione di via Ricasoli, compreso il motocarro, ma si denunciavano altre 16 postazioni.  Sono stati denunciati, ai Carabinieri, i possibili comportamenti omissivi del sindaco, dell’ex comandante della Polizia Municipale Di Capua e dei due assessori Mancini e Ancona, rispetto alle occupazioni di suolo pubblico da parte di certi operatori commerciali. Le denunce sono state presentate anche nelle riunioni del “Comitato Comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”, tant’è che il Comitato non è stato più convocato dall’11 Giugno 2019 e i verbali delle ultime due riunioni non sono mai stati inviati con le dovute integrazioni, evidentemente la verità faceva male. Quindi, alla luce di quanto accaduto in via Ricasoli e di quanto potrebbe ancora accadere, auspico un indagine seria da parte della Procura sull’operato dei nostri amministratori.

L’ultima considerazione riguarda il nuovo Comandante della Polizia Municipale Dott. Cosimo Aloia; il giudizio sul suo operato lo rimando a fine mandato, come è giusto che sia, ma al momento per quel che riguarda il microcosmo di cui si è occupato in questi ultimi mesi il Liberatorio, devo essere onesto nel dire che quando è stato chiesto l’intervento della Polizia Municipale, per il tramite del Comandante, per varie situazioni di illegalità diffusa, la sua disponibilità e operatività ha superato le mie aspettative.

Non vorrei essere al suo posto perché non credo sia facile, per lui, lavorare in una città dove per decenni l’illegalità diffusa è diventata consuetudine. Al Comandante Aloia, e al neo assessore Pietro Mastropasqua, vorrei dire che la cittadinanza attiva sarà sempre in prima linea nel denunciare ogni tipo di illegalità diffusa in attesa che ci sia un cambio di passo rispetto ai loro predecessori.

di Matteo d’Ingeo

 

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