Nuovo incendio in via Sant'Alfonso, una delle tante strade del parcheggio abusivo

Siamo ormai assuefatti alle immagini della fuliggine sull’asfalto, sulle facciate dei palazzi e qualche volta, pericolosamente, sulle persiane delle nostre camere da letto.

Questo è quello che resta dopo un’altra notte di fuoco in città. Abbiamo perso il conto di quante auto sono state incendiate o fatte esplodere a Molfetta negli ultimi due anni; ma gli organi inquirenti o le Forza dell’Ordine hanno aperto qualche fascicolo unico d’indagine sulle cause di tutti gli episodi? Tutti si preoccupano di far passare gli incendi per autocombustione, corto circuito o accidentali per ricavare qualcosa dalle assicurazioni; così diventa più facile archiviare in qualche giorno il singolo caso e guadagnarci pure qualcosa.

Anche l’ultimo incendio di sabato 9 aprile, di una Renault Scénic, in via sant’Alfonso si chiuderà subito come tutti gli altri casi in attesa della prossima chiamata al 115. 

Il giorno dopo, percorrendo via sant’Alfonso, non c’era solo il nero per terra e l’odore acre della combustione, c’era di più.

Quella strada e tante altre strade del quartiere erano ancora bloccate dal parcheggio selvaggio di chi crede di essere padrone della pubblica via. 

Sabato sera i mezzi dei Vigili del Fuoco hanno avuto difficoltà a raggiungere il mezzo in fiamme perché le strade erano tutte bloccate. L’auto in fiamme era alimentata a gas e se fosse scoppiato il serbatoio ci sarebbero stati danni molto più gravi. 

Dagli anni ’90 ci sono delle ordinanze non solo comunali ma anche Prefettizie che vietano il parcheggio selvaggio in quelle strade senza marciapiede e poco più grandi di 4 metri di larghezza. Allora gli spacciatori e i loro sodali bloccavano le strade per crearsi le vie di fuga nel caso ci fossero irruzioni dei Carabinieri, oggi per quale motivo le bloccano? E se dovesse giungere un mezzo di soccorso di qualsiasi tipo cosa accadrebbe? Ma diventano domande pleonastiche in una città dove il sindaco promuove “l’abuso diffuso”.