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E’ rimasto intrappolato all’interno della sua auto, una Fiat Panda, finita in mare, una vettura che, secondo quanto riferiscono alcuni testimoni, sarebbe arrivata in corsa nel porto, precipitando poi in mare: così è morto stamani Vincenzo Tangari, dirigente del settore Contratti e appalti del Comune di Molfetta.
A recuperare il corpo dell’uomo sono stati i sommozzatori della Marina militare coadiuvati dai Vigili del fuoco. L’ipotesi più accreditata è che Tangari possa essersi suicidato.
L’episodio ha sconvolto il paese e i conoscenti di Tangari che lo ricordano come “una persona seria, a modo”.
Appena appresa la notizia, la moglie dell’uomo, docente in una scuola media, ha accusato un malore ed è stata soccorsa dai sanitari del 118. Indagini sono in corso da parte dei carabinieri secondo i quali l’uomo potrebbe aver deciso di uccidersi, lanciando a velocità la sua auto in mare, dopo essersi chiuso all’interno dell’abitacolo.
Ed è fitta la nebbia sulle cause del suicidio. Enzo Tangari non ha lasciato alcun biglietto, la stima di cui godeva e il suo carattere schivo rendono difficile l’individuazione dei motivi che avrebbero potuto portarlo ad una scelta estrema. D’altra parte, secondo indiscrezioni il suo nome non figura negli elenchi degli indagati delle inchieste della procura di Trani, tutt’ora aperte, dei sostituti Antonio Savasta e Michele Ruggiero che, rispettivamente, indagano su presunti reati ambientali e su presunti illeciti per profili amministrativi e d’appalto relativi alla costruzione del nuovo porto di Molfetta.
Sul corpo del dirigente il pubblico ministero di turno, Silvia Curione, ha comunque disposto l’autopsia. La Procura vuole vederci chiaro per capire se la scelta di Enzo Tangari sia stata determinata da eventuali pressioni, condizionamenti o timori riconducibili al suo ruolo di dirigente.