Molfetta, la consigliera e i post-it con i soldi da spartire: “Dobbiamo incassare”

Nelle carte dell’inchiesta sul Comune il sistema di divisione delle tangenti: c’era perfino l’asfalto per il lido dell’ex assessore Caputo fonte: Isabella Maselli – bari.repubblica.it

“Il fatto che Caputo agognasse tangenti dagli appalti delle strade era già stato dimostrato attraverso i soliloqui in auto ai quali di tanto in tanto si lasciava andare” appunta la gip tranese Rossella Volpe nell’ordinanza di custodia cautelare che due giorni fa ha portato all’arresto di 16 persone: Caputo e altri nove in carcere, sei ai domiciliari.

Fra i 34 indagati c’è anche il sindaco Tommaso Minervini. L’intercettazione ambientale di Caputo risale al 6 marzo 2020. Il riferimento è all’appalto per la riqualificazione delle strade cittadine, una delle gare che secondo gli inquirenti della Procura della Repubblica di Trani sono state pilotate per agevolare imprenditori amici disposti a gratificare Caputo e gli altri amministratori e funzionari pubblici corrotti.

I post-it
Durante una perquisizione eseguita dalla guardia di finanza a casa di Anna Sara Castriotta, ex consigliera comunale di Forza Italia di Molfetta, anche lei finita in carcere per corruzione, gli investigatori hanno trovato numerosi documenti che ritengono dimostrino la pianificazione degli accordi corruttivi.

“Non si comprende a quale titolo – si legge negli atti – una consigliera comunale potesse detenere addirittura la pagina del bando di gara di appalto con il termine di scadenza. E proprio su tale pagina è riportata la proporzione algebrica contenente operazioni aritmetiche di spartizioni di somme di denaro”.

Sui post-it attaccati alle pagine dei bandi c’erano appunti manoscritti, percentuali e cifre. Su un foglietto di colore verde attaccato sulla seconda pagina del bando di gara del basolato stradale, per esempio, c’erano indicati due numeri romani cerchiati con accanto le cifre “10.000” e “15.000”: Si tratta di “somme – spiega la giudice – che rivengono da una suddivisione di percentuali diviso due”, cioè Castriotta e Caputo. “Noi dobbiamo incassare”. si dicevano i due.

L’asfalto al lido
Il 3 aprile 2020 Caputo riceve tre camion di asfalto per realizzare il parcheggio del lido Marina resort di cui è socio, sulla litoranea fra Giovinazzo e Molfetta, da due imprese che sono proprio quelle aggiudicatarie dell’appalto per la riqualificazione delle strade cittadine.

“L’accordo corruttivo per la consegna di utilità dagli imprenditori si è consumato in precedenza – si legge negli atti – sulla base del patto. E vengono perfino pianificate le strategie e le modalità della consegna, le strade da percorrere”. Ma non va tutto liscio come sperato. “Avviene qualcosa di imprevisto che complica le cose – ricostruiscono gli inquirenti – Mentre sta avvenendo lo scarico, sopraggiungono i carabinieri del Corpo forestale per un controllo”.

A quel punto “inizia una frenetica attività” da parte di Caputo per “regolarizzare l’irregolare e illegittimo scarico di asfalto in violazione di procedure amministrative, regolarizzazione che serve anche a occultare il reato di corruzione appena commesso”. Si susseguono telefonate con amici, imprenditori e uffici comunali nell’ambito di una “attività inquinatoria per far sembrare la fornitura regolare”.

I computer in regalo
L’imprenditore Francesco Sancilio (finito agli arresti domiciliari) sarebbe stato agevolato nell’appalto per la fornitura di arredi e materiale informatico al nuovo porto commerciale di Molfetta. In cambio avrebbe fatto diversi “regali” all’ex assessore Caputo.

“Ehi boss, Franco sono. I prezzi che vedrai – hanno intercettato i militari della Finanza – sono tutti caricati a bomba, così tu potrai lavorare bene, e qua puoi recuperare bene. Ok boss?”. Una frase che farebbe “evidente riferimento a un vantaggio economico che intende procurargli”. è spiegato nell’ordinanza d’arresto. Sancilio fornirà alcuni beni al resort di cui è socio Caputo, su esplicita richiesta dell’amico amministratore corrotto.

“Tutti e due, sia il sistema bar ristorante sia quello della spiaggia”, dice l’imprenditore a Caputo riferendosi al sistema di videosorveglianza per il lido. “E mi ha messo il computer anche?”, gli chiede l’assessore. “Non me lo hai detto il computer, boss”, è la risposta. “E un computer me lo devi mettere… per la gestione”, insiste Caputo. Che aggiunge: “Mi metti anche dentro, se ci riesci, un sistema di videosorveglianza del lido, collegato al computer che mettiamo?”.

L’accordo è chiuso. “Domani te lo mando”, gli conferma l’imprenditore. Ma le richieste non si fermano. “Allora mandamelo domani anche con un computer e il sistema di videosorveglianza… 4… 3 videocamere. E mettimi dentro anche due sgabelli alti per la reception, da mettere nel lido”. “Due sgabelli, va bene”.

La variante per il teatro
Questa volta i protagonisti, corrotto e corruttore, cambiano. A pagare è l’imprenditore Paolo Conforti (ex candidato sindaco a Noci e attuale consigliere comunale) e a ricevere la presunta tangente è il funzionario comunale Orazio Lisena.

Entrambi sono ora in carcere. La vicenda in cui sono coinvolti riguarda due appalti, la progettazione del teatro comunale e la riqualificazione della biblioteca. Per il teatro tra i due sarebbe stata pattuita una mazzetta di 10mila euro ma, raccontano le intercettazioni, Lisena ne avrebbe ricevuti “soltanto 8.500”.

L’accordo corruttivo si sarebbe realizzato consentendo all’imprenditore di ritardare la consegna del progetto, “in modo da effettuare una variazione progettuale che avrebbe determinato un incremento del valore dell’opera pari a circa il doppio, 15 milioni a fronte dei 7 milioni iniziali”.

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