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Sono quattro gli indagati per l’ultima tragedia sul lavoro avvenuta a Molfetta, la
morte di due operai – padre e figlio – avvenuta lo scorso 8 aprile nel pozzo-cisterna dell’azienda Di Dio che avrebbero dovuto pulire con il loro autospurgo. Si tratta dei quattro responsabili della sicurezza dell’impresa: nel fascicolo aperto dalla procura di Trani ci sarebbero rilievi di irregolarità in tutta la procedura di smaltimento dei rifiuti.
“Il problema delle morti sul lavoro si è ripresentato perché si è trascurata molto la questione della sicurezza e perché in questi tempi di grande crisi gli imprenditori, non tutti ma una buona parte, tagliano i costi della sicurezza perché non ce la fanno ad andare avanti”. Lo ha detto il procuratore di Trani, Carlo Maria Capristo, al termine del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato dal prefetto di Bari, Antonio Nunziante, dopo la morte dei due operai annegati.
Per l’incidente – si è appreso oggi – il numero delle persone indagate per omicidio colposo è salito da due a quattro, tra responsabili della sicurezza e rappresentanti legali della Di Dio ed il pm inquirente, Antonio Savasta, ha finora accertato la mancanza di autorizzazioni igienico-sanitarie nella gestione dei liquami della ‘Di Dio’, azienda che resta sotto sequestro. Proprio a Molfetta, il 3 marzo 2008, ci fu un altro grave incidente sul lavoro: morirono 5 operai nella cisterna che stavano pulendo.
“La riunione – ha detto il procuratore – è stata molto proficua”. “Il problema (degli incidenti sul lavoro, ndr) rischia di diventare davvero molto serio nei prossimi mesi, nei prossimi anni – ha aggiunto – se non cambia l’aspetto della cultura della sicurezza sulla quale sia io sia il prefetto abbiamo molto insistito oggi. Con le forze di polizia che si occupano di sicurezza e di lavoro nero ci sarà un coordinamento a livello regionale da parte della prefettura di Bari con la collaborazione della magistratura, in questo caso della procura di Trani: vogliamo evitare di piangere altri morti”. Capristo ha rilevato di aver ricevuto “grande collaborazione dai sindaci di Molfetta e Bitonto che si stanno attivando per un controllo sul territorio: ricordate – ha fatto osservare ai cronisti – che su Molfetta ci sono cinquemila aziende”.
“Speriamo di non dover piangere altri morti, come ha detto il procuratore – ha concluso il prefetto – su questo c’è una forte volontà perché la vita è una cosa sacra. Faremo controlli mirati”.