L’avvocato arrestato ad aprile 2021 insieme all’ex gip De Benedictis: in primo grado è stato condannato a 9 anni e 8 mesi – fonte: Massimiliano Scagliarini – www.lagazzettadelmezzogiorno.it
La condanna in primo grado a 9 anni e 8 mesi per la presunta corruzione giudiziaria nel Tribunale di Bari ha «attenuato» le esigenze di custodia cautelare nei confronti dell’avvocato barese Giancarlo Chiariello. E così nella serata di lunedì il legale barese è tornato libero dopo quasi tre mesi di carcere e otto di arresti domiciliari: il gup Laura Liguori ha accolto la richiesta dei difensori e ha sostituito la custodia cautelare con l’interdizione per 12 mesi dall’esercizio della professione.
Chiariello, 71 anni a ottobre, è stato arrestato il 24 aprile 2021 insieme all’ex gip Giuseppe De Benedictis, insieme al quale è accusato di corruzione in atti giudiziari (con l’aggravante di aver favorito un clan mafioso) per aver truccato almeno tre procedimenti penali: sono le tangenti che Chiariello avrebbe pagato all’ex magistrato in cambio della scarcerazione di propri clienti. Il 29 marzo il gup di Lecce ha condannato in abbreviato a 9 anni e 8 mesi De Benedictis e Giancarlo Chiariello (la Procura aveva chiesto 8 anni e 9 mesi per il primo, e 8 anni e 5 mesi per il secondo), a 4 anni il figlio Alberto Chiariello e a 3 anni e 8 mesi il pregiudicato (oggi pentito) Danilo Pietro Della Malva. Tutti presenteranno appello (anche la Procura di Lecce potrebbe impugnare le assoluzioni). Ma in attesa delle motivazioni della sentenza, i difensori dell’avvocato barese hanno ritenuto di dover avanzare istanza di revoca della custodia cautelare (il termine di fase sarebbe comunque scaduto a breve): significa che Chiarello affronterà da uomo libero sia il processo di appello, sia le ulteriori vicissitudini giudiziarie in cui è coinvolto.
A carico del professionista, impegnato per decenni nella difesa dei «pezzi da 90» della criminalità pugliese (ma subito dopo l’arresto aveva chiuso lo studio presentando le dimissioni dall’Ordine), c’è infatti anche l’indagine per reati fiscali della Procura di Bari che a marzo ha portato all’esecuzione di un decreto di sequestro da quasi 11 milioni di euro. Sono i soldi che Chiariello avrebbe accumulato in nero, dichiarando redditi irrisori a fronte dei quali la Finanza di Bari ha ricostruito un tenore di vita elevatissimo: decisive le testimonianze dei pentiti, secondo cui l’avvocato («Se volevi aggiustare un processo in appello dovevi andare da lui») non avrebbe mai rilasciato fattura. De Benedictis è invece coinvolto a Lecce in un secondo processo per traffico di armi anche da guerra: il 28 giugno, in abbreviato, rischia altri 10 anni. L’indagine della Procura di Lecce sulla corruzione in atti giudiziari (affidata ai carabinieri) non è ancora conclusa.