Mazzette al capo della Protezione civile regionale, nel “sistema Lerario” spunta anche il teatro Kursaal

La Guardia di finanza sta esaminando tutti gli atti riguardanti l’appalto per la ristrutturazione del teatro: e non sono pochi i collegamenti emersi con l’inchiesta che ha portato in carcere l’ex dirigente – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

C’è anche un teatro a pochi metri dal mare, restaurato e restituito alla città di Bari dopo dieci anni, tra le opere su cui si sono accesi i riflettori di magistratura e forze dell’ordine che indagano sul ‘sistema Lerario’. E’ il Kursaal Santalucia, gioiello in stile liberty inaugurato a settembre, ristrutturato in due anni al costo di 6,9 milioni di euro con le procedure d’urgenza. Proprio questa parola “urgenza”, riscontrata in ognuno degli atti relativi all’ammodernamento della struttura, ha fatto suonare il campanello d’allarme degli investigatori, perché è la stessa che negli anni tra il 2018 e il 2021 ha caratterizzato molti appalti firmati da Mario Lerario.

Il potente e ormai ex dirigente della Protezione civile regionale (e prima del delicatissimo settore Economato) è in carcere dal 23 dicembre con l’accusa di corruzione. Gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria lo hanno sorpreso mentre riceveva 10mila euro dall’imprenditore Luca Leccese.

Imprenditori ‘amici’

L’arresto ha imposto l’accelerazione degli accertamenti in corso nell’ambito di altri filoni investigativi, come quello sull’ospedale Covid alla Fiera del Levante, con le perquisizioni anche al funzionario regionale Antonio Mercurio e agli imprenditori Luca Leccese di Foggia; Donato Mottola di Noci; Antonio Illuzzi di Giovinazzo; Domenico Tancredi di Altamura, Francesco Girardi di Acquaviva e Sigismondo Zema di Bari. I loro nomi ritornano spesso in molte gare gestite nel periodo pandemico dalla Protezione civile e, prima ancora, in assegnazioni dirette disposte dal settore guidato da Lerario. La Procura di Bari ipotizza che possano essere stati favoriti, in cambio di denaro o altre utilità versati al dirigente. E che questo scambio di favori potrebbe essere avvenuto anche nel caso del Kursaal.

Il forziere del teatro

I lavori di restauro conservativo e adeguamento impiantistico sono iniziati nell’agosto 2019, “in via d’urgenza” recita l’atto di avvio, dopo essere stati aggiudicati – tramite il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa – a un raggruppamento di imprese capeggiato dalla Cobar di Altamura, la stessa che ha realizzato l’ospedale in Fiera (anch’esso con l’urgenza, in quel caso prevista dall’emergenza sanitaria in corso). Tra le ditte che hanno partecipato al restauro c’è anche quella di Domenico Tancredi, uno dei sei imprenditori perquisiti il 24 dicembre.

A monte della gara principale e di tutti gli atti da essa discendenti, comprese perizie di varianti e ordini di servizio aggiuntivi, c’è stata una volontà politica della giunta regionale pugliese, che nel 2018 ha dichiarato l’intervento di valorizzazione e restauro del Kursaal “di interesse strategico per la Regione Puglia”, demandando alle strutture la predisposizione “con ogni consentita urgenza” di tutto quanto funzionale e necessario per la restituzione del bene alla fruizione pubblica. Il restauro del teatro è stato in tal modo sottratto alle procedure ordinarie, con una scelta che all’epoca sembrò strana a più d’un osservatore, considerato che l’immobile non era in una situazione di insicurezza tale da determinare un pericolo né la città di Bari era priva di teatri da sollecitare l’urgente restauro del Kursaal.

Il metodo

Nell’ordinanza che ha fatto finire Lerario in carcere, la gip Anna Perrelli ha evidenziato “la ricorrenza di affidamenti diretti, frazionamenti impropri degli appalti e, soprattutto, di aggiudicazioni frequenti in favore di una rosa di imprenditori economici, in difformità ed elusione delle normative di settore”. Un sistema che, carte alla mano, potrebbe essere stato replicato anche negli appalti del teatro. Oltre alla firma di Lerario, negli atti compare sempre quella di Mercurio, nominato responsabile unico del procedimento. E poi i nomi di alcuni funzionari della Regione citati anche nell’ordinanza della giudice Perrelli, come coloro a cui gli imprenditori Leccese e Mottola si rivolgevano per risolvere alcuni problemi.

I costi aggiuntivi

Come per l’ospedale Covid della Fiera, al Kursaal non erano stati preventivati ma sono arrivati in corso d’opera. Nel progetto iniziale, per esempio, non era programmata la realizzazione del roof garden ovvero la Sala cielo dell’artista Alfredo Pirri costato ulteriori 300mila euro. Così come, inizialmente, non erano previste le “opere supplementari per la meccanica della platea”, per le quali sono state emesse due ulteriori fatture da 329mila e 430mila euro. E poi – come accaduto per l’ospedale in Fiera – all’epoca dell’appalto non fu considerato che l’immobile avrebbe avuto necessità della manutenzione e che, inizialmente, sarebbe stato logico affidarla a chi l’aveva ristrutturata.

Ecco, perché, solo il 31 agosto scorso Lerario (in uno dei suoi ultimi atti da dirigente dell’Economato) ha liquidato ulteriori 730mila euro alla Cobar per la manutezione fino all’agosto 2022. Senza dimenticare l’affidamento diretto di altri servizi, come quello di “allontanamento volatili”, e i ben otto ordini di servizio sui quali, probabilmente, qualcuno vorrà vederci chiaro.

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