Si è svolta ieri 28 aprile la prima udienza preliminare per la richiesta di rinvio a giudizio per 31 persone nell’ambito dell’inchiesta “Mani sulla Città” che, a giugno 2011, portò all’arresto del dirigente dell’ufficio tecnico comunale Rocco Altomare e di altre 8 persone per presunti illeciti in pratiche edilizie.
Per il sostituto procuratore della Repubblica di Trani Antonio Savasta tanti sono gli imputati da processare.
Sul banco degli imputati: l‘ing. Rocco Altomare, dirigente dell’UTC di Molfetta; il figlio, ingegnere, Corrado ed il fratello, pure ingegnere, Donato; l’architetto Giambattista Del Rosso; il geometra Nicolò De Simine; l’architetto Gaetano Di Mola; il geometra Alessandro De Robertis, soci dello studio “A&D” di cui Rocco Altomare sarebbe stato socio occulto; l’imprenditore edile Mauro Spadavecchia, nonché altre figure interessate alle pratiche edilizie finite nel mirino della magistratura tranese: Nicolò Altomare, Pantaleo Guastadisegno, Michele Guastadisegno, Felice Ayroldi, Saverio Lucivero, Rosa Caputo, Rosa Spagnoletta, Vito Alba, Martino Ayroldi, Giovanni Innominato, Cesarea De Cesare, Valerio Modugno, Cosmo Gadaleta, Giovanni Angelo D’Elia, Adriano Andriani, Donato Brillante, Mariangela Germinario, Corrado De Nichilo, Onofrio Favuzzi, Giuseppe Petruzzella, Alessio Marasciuolo, Maria Gemma Breglia, Ignazio De Candia.
Le indagini di Polizia Municipale e Corpo Forestale dello Stato evidenziarono una serie di progetti che avrebbero avuto il via libera nonostante norme e vincoli contrari. Si sarebbe fatto leva anche su documenti falsi per attribuire ad alcune zone rurali una destinazione diversa da quella prevista dal cosiddetto “Piano dell’Agro” redatto da un docente barese. Un ruolo importante per la futura approvazione dei progetti l’avrebbe avuto lo studio tecnico molfettese “A&D”, di cui Rocco Altomare, secondo l’accusa, sarebbe stato socio occulto. Il dirigente ed alcuni soci dello studio avrebbero dato vita ad un’associazione per delinquere “al fine di procurarsi ingiusti vantaggi patrimoniali derivanti da attività illecite, operando nell’ambito del settore dell’edilizia presso il Comune di Molfetta, programmando sistematicamente ed eseguendo in forma organizzata reati” – si legge in uno dei numerosi capi d’imputazione della richiesta di rinvio a giudizio. Nell’ordinanza di arresto il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani Roberto Oliveri Del Castillo parlò di “sistema padronale Altomare”.
Sono inoltre state ammesse le costituzioni delle parti civili, tra cui il Comune di Molfetta e quella di un vigile urbano che sarebbe stato minacciato nel corso di alcuni accertamenti; mentre la Regione Puglia e l’Autorità di Bacino hanno rinunciato.
L’udienza è stata aggiornata al 9 giugno per la discussione delle posizioni di Rocco Altomare e altri imputati, il 7 luglio invece si esprimeranno il Pm e le parti civili, mentre il 14 luglio il GUP deciderà il rinvio a giudizio o proscioglimento delle persone coinvolte nell’inchiesta .