L’intervista. Romano: “Il No alla riforma, la sinistra e il recupero del protezionismo”

 

romani

Onofrio Romano

Prosegue il ciclo di interviste di barbadillo.it, questa volta con Onofrio Romano, sociologo e intellettuale eretico di sinistra, slegato da logiche di partito, professore associato di Sociologia generale all’Università di Bari. Una vera voce fuori dal coro, indipendente e coerente

Professore, quanto è importante votare No?

“Il No in sé non è determinante, è una possibilità. Questa riforma è una nostalgia: è tarata sul modello, nato tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, della regolazione sociale di organismi come la Trilaterale e il Washington Consensus, che hanno allestito il sistema neoliberale (in risposta al welfare socialdemocratico da cui la sinistra non è riuscita a uscire). Questo impianto ha portato alla compressione della democrazia e all’automatismo del mercato, presentato al mondo intero come fonte di benessere e uguaglianza: è il mito della politica connessa e subordinata alle leggi del mercato stesso. Ha funzionato per quasi trent’anni, generando nuova ricchezza, infiammando l’immaginario popolare. Ora è un modello in crisi profonda e strutturale dal 2008″.

Il PD è figlio di questo sistema degenerato?

“Il PD ha pensato che non ci fosse altra strada che accogliere i capisaldi di questo neoliberismo e di unirci gli ideali della sua tradizione. Ma i sistemi regolativi funzionano al di là di intenzioni e valori. Il neo-orizzontalismo si fonda sull’idea che si debba lasciar fare alla libera interazione fra molecole singolari connesse da dispositivi tecnici: è il capitalismo tecno-nichilista – per citare Magatti – ma senza un progetto politico. Si pensa, infatti, che ognuno sia libero di fare il proprio gioco, è lo spazio liscio in cui chiunque può planare. Ed è un sistema granitico dove la politica diventa pura estetica. E questa riforma crede ancora a queste regole, che premiano gli speculatori e spremono i lavoratori, portando diseguaglianza e polarizzazione della ricchezza: dopo gli anni ruggenti abbiamo scoperto l’amara verità”.

“La progressione del voto per il Fronte Nazionale tra le classi popolari si spiega innanzitutto con l’incapacità della sinistra di parlare a quella parte della popolazione”. Così si è pochi giorni fa espresso Jean-Claude Michéa. Il Front National ha capito come reagire al neo-orizzontalismo? 

“Il FN, con tutti i dubbi che posso esprimere, è interessante: pone al centro di tutto la sovranità, il collettivo che decide. A me poi non piace la loro idea, chiusa, che ruota attorno alla patria. Ma ha ragione Lasch: abbiamo smesso di considerare l’ordine un compito. La sinistra ha smesso di pensare a come il collettivo ordina la realtà, pensa che l’ordine sia il risultato dell’interazione spontanea fra individui. Ed ecco allora tutte le battaglie per i diritti civili. Il FN è tornato alla protezione della comunità. Anche la sinistra deve tornare al protezionismo (la riduzione dell’orario di lavoro è stata una forma di protezionismo!) per ridare dignità, per recintare lo spazio e imporre la giustizia. A destra il progetto ruota attorno alla patria come programma collettivo. Per me la protezione ha invece un senso democratico, collettivo, con corpi intermedi, è discussione di valori; è anche controllo della macchina della competizione autonoma. La sinistra non dice più nulla ai diseredati, perché il suo progetto è la riforma costituzionale che abbraccia gli automatismi di mercato e la competizione internazionale che premia i forti”.

Protezionismo e senso identitario crescono a vista d’occhio anche in Austria: il 4 si (ri)vota e l’FPÖ ha enormi consensi. E persino nel feudo tedesco, AfD sale.

“L’FPÖ è un ritorno difensivo. Quando nell’assetto presente le persone perdono dignità e legami e si ritrovano in condizioni di non senso e anomia, le forze che offrono protezione hanno buon gioco. Ma è una ricetta rischiosa che punta alla chiusura, è regressione. La sinistra deve decidere se continuare ad appoggiare un discorso di modernità maccartista – da cui però non si esce -, o capire che serve ripristinare la mediazione, far proprio il paradigma per cui è la politica a dar forma alla realtà: solo così si può andare avanti.

In Germania la protezione ha un altro senso. Se c’è prosperità e tutto intorno c’è deprivazione, la reazione è di salvare i muri. In Germania vogliono salvare proprio il neo-orizzontalismo.

La verità è che si sta formando il nuovo paradigma della politica che ordina la realtà, ma come declinarlo? Nella prima metà del ‘900 è stato un verticalismo con interpretazioni devastanti, poi, con lacrime e sangue, è arrivata la socialdemocrazia. Noi non impariamo dalla Storia. La situazione oggi è simile al passato e il paradigma può degenerare”.

Se parliamo di protezionismo e protezione non possiamo che chiudere con Trump.

“Le classi deprivate ci hanno visto la salvezza. È stata una speranza mal riposta, si sta rivelando un governo retto dai grandi speculatori che hanno prosperato sul sistema neoliberale. Trump ha cantato la working class impoverita, che ha mandato un messaggio chiaro. E Trump ha individuato il problema e dato una risposta concreta, seppur truffaldina. Ha capito di dover andare contro il mondo del mercato”.

E Renzi l’ha capito?

“Renzi ha anche un aspetto demagogico e una forte comunicazione. La sinistra sta a guardare, non ha un’altra visione e dice che il No vuol dire spazio al populismo: rinuncia cioè a giocare la partita, si dichiara già perdente ed è muta di fronte alla prostrazione del popolo, dicendo che la risposta la posseggono solo i populisti”.

@barbadilloit di Francesco Petrocelli

romani-310x206

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi