Le paranze della camorra sbarcano a Molfetta, chi i mandanti?

Vi ricordate quando a febbraio abbiamo dato la notizia non riportata, in un primo momento da nessun organo di stampa, di colpi d’arma da fuoco esplosi in via Madre Teresa di Calcutta? Era martedì 19 febbraio, alle ore 15.30 circa, due individui, su una moto, esplosero tre colpi d’arma da fuoco sui vetri di un portone condominiale. Nel silenzio pomeridiano le esplosioni furono sentite nitidamente e i tre fori rimasti sui vetri erano la prova che l’arma usata non era “un giocattolo”. Sicuramente un avvertimento, o un atto intimidatorio, nei confronti di qualche pregiudicato o abitante di quella palazzina popolare. I colpi furono esplosi ad altezza d’uomo e per fortuna in quel momento non transitava nessuno. 

Dopo poco più di una settimana, nella notte del 28 febbraio, alle ore 03:30 altri colpi d’arma da fuoco sono stati esplosi da un’auto in corsa, sempre in via Madre Teresa di Calcutta; obiettivo lo stesso portone condominiale. Mentre a mezzanotte circa tra il 13 e 14 marzo alcuni colpi d’arma da fuoco furono esplosi in via Freemantle, angolo via Molfettesi d’America. 

Questo era il quadro indiziario di partenza che avevano sul tavolo gli investigatori dei Nucleo Operativo dei Carabinieri di Molfetta, che giunsero alla conclusione che il messaggio intimidatorio era indirizzato al pluripregiudicato Massimiliano de Bari, abitante proprio nella palazzina presa di mira dalle due spedizioni punitive e arrestato, sempre a marzo di quest’anno, dai Carabinieri della locale Compagnia. Il de Bari era responsabile dei reati di minacce e tentata estorsione, in danno di un uomo, anch’egli 41enne di Molfetta, per una fornitura di 50 grammi di droga, del tipo marijuana non pagata.

La cessione della droga è avvenuta verso la fine di gennaio di quest’anno e da febbraio, in più occasioni, Massimiliano De Bari avrebbe minacciato di morte il 41enne, la sua famiglia e la compagna.

Quello che sorprende, ma deve far molto riflettere, è la provenienza dei due pregiudicati che hanno esploso i colpi d’arma da fuoco verso l’abitazione del de Bari, la prima volta da una moto in corsa e la seconda volta in auto; sono due pistoleri che sono partiti dalla Campania, S. Giorgio a Cremano, assoldati per venire a Molfetta e intimidire il De Bari perchè aveva osato estorcere danaro a qualcuno che conta?

Ma veniamo alla ricostruzione dei fatti dopo il comunicato ufficiale.

I Carabinieri della Compagnia di Molfetta, coordinati dalla Procura della Repubblica di Trani, hanno portato a termine un’articolata attività investigativa che ha consentito di fare piena luce anche su altri due episodi criminosi che, nei mesi scorsi, hanno destato particolare allarme per la sicurezza pubblica cittadina. I militari hanno eseguito 2 misure di custodia cautelare in carcere, emesse dal GIP del Tribunale di Trani – dott.ssa Rossella Volpe -, su richiesta del Sost. Proc. – Dott. Marcello Catalano – della locale Procura della Repubblica, che hanno portato all’arresto di due pericolosi pregiudicati campani, autori di reiterate minacce aggravate dall’uso delle armi, in danno di un pregiudicato della zona.

L’indagine, condotta dalla Sezione del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Molfetta, trae origine dal danneggiamento del portone d’ingresso di una palazzina di via Madre Teresa di Calcutta, avvenuta in data 19 febbraio u.s.., quando una scarica di almeno tre proiettili provocava dei fori sulla vetrata della porta d’accesso. Pochi giorni dopo una scena analoga: nove colpi di pistola sparati da breve distanza, sempre sulla stessa vetrata. Le immagini dei sistemi di video sorveglianza nel primo episodio, avvenuto alle ore 14,00 circa, riprendevano due individui, travisati, che giunti a bordo di un motociclo, raggiungevano il civico 9 di via madre Teresa di Calcutta, zona semiperiferica di Molfetta, dove esplodevano 3 colpi di pistola. Nel secondo episodio, avvenuto il 28 febbraio successivo alle ore 03.30, gli autori del reato, stavolta, giungevano sul posto dell’agguato con un’utilitaria, il cui passeggero scendeva dall’auto ed esplodeva almeno 9 colpi verso la vetrata, danneggiandola. Ai Carabinieri non c’è voluto molto ad individuare l’obiettivo delle azioni criminose, ovvero un pregiudicato del luogo, già condannato per gravi reati, che risiede nella suddetta palazzina. Uno studio accurato delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza dell’intera città consentiva di individuare, in data 28 febbraio, l’utilitaria utilizzata dai malfattori mentre entrava a Molfetta seguita, da un’altra vettura di piccola cilindrata.

Le targhe erano quelle originarie, non oggetto di furto e risultavano intestate a due società di noleggio di San Giorgio a Cremano (NA). Le immagini riprese nelle immediate vicinanze del portone danneggiato dai colpi di arma da fuoco fornivano, inoltre, un particolare importante: l’utilitaria al momento dell’attentato aveva le targhe differenti da quelle captate dalle telecamere cittadine al suo ingresso in città. Targhe che risultavano rubate qualche giorno prima a Cercola (NA), un paese a pochi chilometri da Napoli. Venivano pertanto acquisite anche le immagini del luogo ove era stato effettuato il furto delle targhe, mentre a Molfetta dalle immagini di video-sorveglianza di un parcheggio di un condominio, venivano riprese le fasi mentre i malviventi, successivamente identificati nel 48enne Capparella M.  e il 49enne F. Esposito, avevano effettuato lo scambio delle targhe. La conseguente attività d’indagine consentiva poi di accertare che uno degli arrestati, Capparella Mariano pregiudicato di San Giorgio a Cremano (NA), vicino ad un efferato gruppo criminale, aveva preso a noleggio l’utilitaria utilizzata per l’agguato. Dall’attività investigativa compiuta con perquisizioni ed analisi dei tabulati di diverse utenze telefoniche, veniva riscontrata la presenza sul luogo del reato anche del complice, Esposito F., un 49enne di San Giorgio, pregiudicato e legato al medesimo gruppo criminale di Capparella.

Il movente del gesto non è ancora emerso, tuttavia si ritiene verosimilmente legato alla gestione di qualche attività illecita. Uno degli arrestati, campani, ha, infatti, avuto un periodo di codentenzione con il pregiudicato molfettese, occasione in cui potrebbero essersi conosciuti. I due arrestati, catturati con l’ausilio dei militari della Compagnia Carabinieri di Torre del Greco (NA), venivano associati presso la Casa circondariale di Napoli Poggioreale, con l’accusa di minaccia aggravata, con l’uso delle armi e ricettazione aggravata. Sono ancora in corso le indagini per identificare un terzo uomo, che era alla guida di una delle due auto.

 

 

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