Mentre 50 bombe al fosforo giacciono ancora sul fondo del porto di Molfetta e il Sindaco Senatore Azzollini continua a mantenere il silenzio sull’emergenza bombe chimiche, appare in rete in questi giorni un video della NATO, realizzato a Molfetta, che ripropone un problema che a breve si ripresenterà drammaticamente con l’avvicinarsi della stagione estiva.
Anche se tutte le amministrazioni militari e politiche internazionali hanno sempre saputo quello che nascondeva il nostro mare dal 1943 ad oggi, la NATO sembra essersi accorta oggi delle bombe chimiche che stanno rilasciando sostanze chimiche letali producendo danni irreversibili al nostro eco-sistema marino e non solo.
Sul canale web della NATO è apparso un filmato realizzato a Molfetta che riprende un vecchio documentario dell’ISPRA (ex Icram) dal titolo “RED COD”.
Non ci fanno vedere, invece, nulla del lavoro svolto dagli uomini del NURC (Nato Undersea Research Centre), un centro ricerche della NATO, che ha scandagliato i nostri fondali (anche Torre Gavetone) e quelli del porto di Bari con il piccolo sottomarino AUV (Autonomous Underwater Vehicle).
L’AUV, una specie di siluro giallo (che si vede nel filmato) è dotato di un sonar a scansione laterale che è capace di fornire una visione tridimensionale e dettagliata del fondale.
Ai cittadini molfettesi le immagini del loro mare, a rischio d’inquinamento chimico, nessuno le fa vedere, mentre il Sindaco Azzollini invece di preoccuparsi della salute dei propri cittadini è concentrato solo sulla costruzione di un Porto che alla comunità non servirà a nulla se nel frattempo il mare morirà.