È arrivato poco fa nel Palazzo di giustizia di Potenza – dove nel pomeriggio si svolgerà l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Antonello Amodeo – il Procuratore della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo, arrestato e posto ai domiciliari il 19 maggio scorso nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo lucano, competente sui magistrati jonici.
La scorsa settimana si sono tenuti gli interrogatori di garanzia delle altre quattro persone ai domiciliari, l’ispettore di Polizia, Michele Scivittaro, e gli imprenditori baresi Giuseppe, Cosimo e Gaetano Mancazzo: secondo quanto si è appreso, i quattro avrebbero detto di aver agito, senza il coinvolgimento di Capristo, non per indurre il magistrato a portare avanti il processo per usura ma solo per sapere a che punto fosse il procedimento. Tra gli indagati vi è anche l’ex Procuratore di Trani, Antonino Di Maio.
A causa delle condizioni di salute e «per tutelare l’immagine della Procura», il Procuratore di Taranto, Carlo Maria Capristo, ha presentato domanda di pensione. Lo ha detto ai giornalisti il suo legale, l’avvocato Angela Pignatari, uscendo dal Palazzo di Giustizia di Potenza al termine dell’interrogatorio di garanzia durata circa un’ora.
Ha risposto a tutte le domande dell’interrogatorio di garanzia Il Procuratore della Repubblica di Taranto, Carlo Maria Capristo, agli arresti domiciliari dallo scorso 19 maggio nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza, competente sui magistrati jonici. Al gip del capoluogo lucano, Antonello Amodeo, Capristo ha «fornito ogni spiegazione – ha detto il suo legale, l’avvocato Angela Pignatari – ai fatti che gli venivano contestati”
«Nonostante – ha aggiunto il legale – le compromesse condizioni di salute», Capristo (che è entrato nel Palazzo di Giustizia su una sedia a rotelle) ha «deciso di non differire l’interrogatorio di garanzia e di renderlo: questo era importante per la sua difesa e per i suoi 40 anni di servizio. Ha fatto ogni sforzo per affrontare l’interrogatorio e per rendere – ha concluso Pignatari – ogni risposta adeguata alle domande».