Impianto a biomassa, rinvio a lunedì 16 giugno

Tutto da decidere il prossimo 16 giugno. La Conferenza di Servizi in cui si sarebbe dovuto decidere del nuovo impianto a biomassa da realizzare nel Comune di Molfetta in Via degli Industriali (al confine con il Comune di Bisceglie) è stata rinviata di una settimana, dopo quanto emerso dall’incontro del 6 giugno nel forum di Agenda 21, e in seguito alle richieste avanzate dal Liberatorio.
In questo incontro, durato poco più di 3 ore, il responsabile della Renovo non sarebbe riuscito rispondere ai quesiti posti dai partecipanti. Allo stesso tempo – e questa sarebbe la pecca più lampante – sul sito del Comune di Molfetta non è stato pubblicato alcun riferimento cartaceo al progetto: nella delibera giuntale, peraltro, sono assenti persino le tavole o una minima spiegazione del progetto e della struttura da realizzare (i dati pubblicati da Molfetta Viva sono stati reperiti solo dal sito della Provincia di Bari).

Il progetto, elaborato dalla Renovo Bioenergy srl, ha già ottenuto lo scorso 7 aprile l’autorizzazione dalla Provincia di Bari a «emettere in atmosfera le emissioni rivenienti da una centrale termoelettrica a biomasse», ma, a quanto pare, sarebbe anche necessaria l’istanza di Procedura Abilitativa Semplificata (PAS) da parte della Regione Puglia.
Infatti, secondo l’art. 4 della Legge Regionale n. 25/12, «la costruzione, l’esercizio e la modifica di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da FER, delle opere connesse e delle infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli impianti sono soggetti ad Autorizzazione Unica regionale». Più specifico l’art. 6 che definisce le opere soggette a PAS, ovvero «le attività di costruzione ed esercizio degli impianti alimentati da fonti rinnovabili» (interventi soggetti a denuncia di inizio attività, interventi di attività di edilizia libera) gli impianti eolici e/o solari fotovoltaici di taglia non superiore a 200 kW fino a un massimo di quattro aerogeneratori, gli impianti solari fotovoltaici localizzati in aree già degradate da attività antropiche, gli impianti a biogas e biomasse e quelli da gas di discarica, gas residuati da processi di depurazione o alimentati da altri biocombustibili liquidi, infine, gli impianti idroelettrici di taglia non superiore a 1 MWe. e quelli geotermoelettrici realizzati in edifici esistenti.

«Le dichiarazioni cui non sono seguiti provvedimenti inibitori del Comune e le comunicazioni relative alle attività in edilizia libera sono tempestivamente comunicate in via telematica alla Regione – continua l’art. 6 -. Al termine dei lavori, il Comune comunica in via telematica alla Regione l’avvenuta realizzazione delle opere e degli impianti oggetto della dichiarazione o della comunicazione».

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