“Ilva, amianto e catrame nascosti sottoterra”: la denuncia shock dell’ex operaio di Taranto

fonte: http://bari.repubblica.it – di VITTORIO RICAPITO

Sepolto sotto le cokerie dell’Ilva c’è di tutto“. Parla Nicola, nome di fantasia, operaio pentito che intervistato di spalle in un video pubblicato dagli ambientalisti di Peacelink, racconta ciò che ha visto fino a qualche anno fa nel siderurgico dove ha lavorato per diversi anni, in particolare nel reparto cokerie, quello considerato dagli esperti il più inquinante e pericoloso per la salute.

Un racconto finito anche all’attenzione di procura e carabinieri del Noe. “Quello che c’era era indescrivibile. Tutte le persone che lavoravano lì, ignoravano che quel posto non era sano per lavorarci” racconta l’operaio, che era impiegato alle batterie delle cokerie. “L’amianto non usciva dall’Ilva, finiva nelle discariche“.

Nel sottosuolo del reparto di Inversione, sotto terra, c’era di tutto: catrame, olio, acqua piovana e liquami, materiale che non doveva finire lì sotto. Non c’era nulla che impediva la caduta del materiale“. Il racconto dell’operaio descrive un impianto simile all’inferno dantesco, “C’erano vapori che si levavano dal terreno, perché ciò che stava sotto fermentava“, “certe volte per il fumo di coke non riuscivo a vedere i colleghi”.

Poi racconta che l’amianto, solitamente raccolto nelle speciali sacche specifiche per stoccare il materiale pericoloso, alle volte veniva disperso. “I sacchi con l’amianto restavano nel siderurgico, finivano gettati in discarica. Anche io portavo mattoni e carbon coke, materiale di scarto ed anche amianto che non serviva più alla produzione e tutto veniva buttato in discarica e poi ricoperto, senza protezioni“.

Ci sono le prove di tutto quello che dico, ci sono foto e video, sono pronto a testimoniare” racconta l’operaio pentito, “quando andavo lì non riuscivo a respirare neanche con la mascherina a carboni attivi, era terribile, dovevo andare via subito“. L’operaio è stato sentito tempo fa dai carabinieri del Noe nell’ambito dell’inchiesta avviata sui materiali sepolti sotto il siderurgico ed in particolare nel reparto rottami ferrosi.

I militari continuano ad effettuare carotaggi nel sottosuolo del siderurgico. Una vera e propria inchiesta di archeologia siderurgica. Scavando, trovano sepolte sottoterra le tracce delle precedenti “ere” del siderurgico, andando indietro anche di 40 anni. C’è addirittura un intero reparto sepolto sottoterra i cui cancelli sono stati chiusi con lucchetti e poi saldati.

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