Proprio dei mari tropicali, raro nel Mediterraneo, potrebbe essere la sua prima volta nello Jonio. Un esemplare di Capolepre, o Lagocephalus lagocephalus, è stato tirato su durante una battuta di pesca a circa 4 miglia dalla costa di Porto Cesareo da un pescatore amatoriale, Antonio D’Amato, e subito ribattezzato ‘pesce palla’. Quaranta centimetri di lunghezza e di 1,5 chilogrammi di peso: il suo ritrovamento ha incuriosito e preoccupato esperti e pescatori locali, che ne ignoravano l’esistenza. Sembrerebbe questa la prima volta che viene catturato nel mar Jonio. ” Oltre a non essere commestibile – avverte il dottor Franco D’Andria, esperto in produzioni ittiche – il Capolepre può creare qualche rischio a causa della potente dentatura capace di provocare ferite anche gravi”. Lo strano pesce pescato a Porto Cesareo riposa ora in una cella frigorifera e nei prossimi giorni sarà consegnato alla facoltà di Biologia dell’università del Salento per uno studio approfondito. Successivamente potrebbe essere imbalsamato ed esposto nel Museo di biologia marina ‘Pietro Parenzan’ della marina jonica. Solo dopo aver messo in rete Internet le sue foto, l’esemplare è stato ‘identificato’. La dottoressa Maria Carmela Macchia, vice presidente del Comitato tutela dune e fascia costiera di Porto Cesareo, ha pubblicato sulla sua bacheca Facebook una foto per spiegare le caratteristiche della specie e svelare il mistero
A notarlo sono stati dei pescatori dello Stretto. I maggiori conoscitori di queste acque, stamattina hanno notato tra il loro pesce una specie che non avevano mai visto. E dopo anni di pesca nello Stretto, dove si passa dalle balene ai pescecani, se non hai mai visto un pesce che ti ritrovi nelle lenze, qualcosa non quadra. Così l’hanno segnalato alla Guardia costiera di Messina che ha potuto verificare di cosa si trattasse. Quel pesce di 35 centimetri è il “pesce palla argenteo”, un pesce particolarmente velenoso. Appartiene alla famiglia dei Tetraodontidi, e la sua pelle, il fegato e gli organi riproduttivi contengono una sostanza altamente tossica (la tetradotossina), che se ingerita determina l’arresto degli impulsi nervosi, conducendo anche a paralisi totale, blocco della respirazione e in alcuni casi a morte per soffocamento. Si tratta di una specie diffusa soprattutto nelle fasce tropicali ed equatoriali degli oceani Atlantico e Pacifico. Dall’oceano allo Stretto ma in realtà il pesce palla ha già raggiunto la Sicilia: “Altri avvistamenti del pesce palla sono avvenuti negli ultimi anni in Sicilia, ma nella zona di Siracusa”, spiega Adriana Profeta, biologa marina del Cnr. E continua: “In realtà la carne potrebbe anche essere mangiata. Il problema è che in pochissimi possono riuscire a pulire il pesce senza toccare il fegato. Ci riescono solo pochi maestri di Sushi, il pesce palla è infatti mangiato in Giappone. Ma anche loro possono sbagliare. Non dipende, infatti, solo dalla maestria nel tagliarlo e pulirlo, troppi altri fattori possono determinare la contaminazione della carne da parte del veleno contenuto nel fegato e negli altri organi. Un veleno a tutti gli effetti molto potente” (Manuela Modica)
Insolito ritrovamento: un pesce palla nel mare al largo di Porto Cesareo
lo stesso pesce lo pescato abbordo di un peschereccio a largo 40 miglia fuori catania.. non essendo sicuri di che pesce era l abbiamo rigettato in mare già morto.. e incuriosito nel sapere che pesce era lo cercato su internet era lo stesso esemplare come quello riportato in foto con una sola differenza aveva la pancia piena di spine ma era sgonfia ma molto flaccida