Il prefetto di Cosenza, Paola Galeone, agli arresti domiciliari per una mazzetta da 700 euro. Il ministro Lamorgese la sospende

Inizia male l’anno per il prefetto di Cosenza, Paola Galeone, agli arresti domiciliari nella sua casa di Taranto dopo essere stata scoperta mentre intascava una mazzetta da 700 euro. Così ha deciso il gip di Cosenza, accogliendo la richiesta avanzata dalla procura diretta da Mario Spagnuolo che al prefetto ha contestato il reato di “induzione indebita a dare o promettere utilità”. Il provvedimento è arrivato al termine di un’indagine rapidissima della Squadra Mobile di Cosenza, diretta da Fabio Catalano, partita dalla denuncia dell’imprenditrice che Galeone ha tentato di rendere complice. E nel pomeriggio è arrivata la sospensione dal servzio decisa dalla ministra dell’Interno Lamorgese.

Obiettivo, fare la cresta sulle spese di rappresentanza che il Viminale autorizza ai suoi rappresentanti territoriali con uno specifico fondo. A Cosenza erano rimasti circa un migliaio di euro, che la prefettura avrebbe dovuto restituire al ministero dell’Interno e Galeone ha deciso di incassare personalmente. Per questo ha proposto all’imprenditrice Cinzia Falcone, titolare di una scuola di inglese, referente di un centro di accoglienza per migranti e presidente dell’associazione Animed, di emettere una fattura falsa per spese inesistenti.

Galeone ha indicato anche la cifra, 1.220 euro, poco di più di quanto rimasto nel fondo a disposizione della prefettura, “per non destare sospetti”. Ma Falcone ha solo finto di accettare la sua proposta e il 23 dicembre si è presentata in Questura per denunciare tutto. Subito sono partite le indagini. Le utenze del prefetto sono finite sotto controllo, mentre gli investigatori della Mobile organizzavano insieme all’imprenditrice lo scambio in modo da poter documentare tutto.

Con un messaggio concordato con gli agenti, Falcone ha fatto sapere al prefetto di aver predisposto la fattura, ottenendo quella che per inquirenti e investigatori è non solo una prova schiacciante, ma anche un allarmante spunto d’indagine “Hai tutta la mia stima – le ha risposto il prefetto – Vedrai, insieme faremo grandi cose”.

Per la consegna del denaro, l’appuntamento è stato fissato in un bar del centro città. Ma nella busta destinata a Galeone sono finite solo fotocopie di banconote e l’imprenditrice si è presentata all’appuntamento concordato con un microfono addosso. L’intera conversazione è stata registrata, mentre le telecamere piazzate dalla Mobile registravano ogni momento dello scambio. Il tutto è durato non più di qualche minuto, poi Galeone è uscita dal bar. Ma a sbarrarle il passo ha trovato gli investigatori, che nella borsa della donna hanno trovato la busta con le finte banconote. L’ultimo tassello che serviva alla procura per procedere con la richiesta di arresti domiciliari, eseguita questa mattina.

Nel frattempo però le indagini continuano. Il sospetto è che non si sia trattato di un singolo episodio e che anche altri imprenditori abbiano nel tempo ricevuto (e accettato) la medesima richiesta. Per questo motivo, adesso si stanno passando al setaccio tutte le spese vincolate al fondo di rappresentanza o personalmente autorizzate dal prefetto Galeone. In aspettativa dal giorno del blitz, in tempi strettissimi dovrebbe essere ufficialmente rimossa dall’incarico e sostituita già in occasione del primo Consiglio dei ministri.

fonte: ALESSIA CANDITO – www.repubblica.it

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