Il 30° anniversario dell’omicidio di Gianni Carnicella è rimasto nell’ombra di questa difficile campagna elettorale. Forse è anche giusto che non ci sia stata strumentalizzazione da parte dei candidati sindaco in corsa per governare i prossimi cinque anni. Ma, nel giorno del messaggio finale agli elettori, personalmente non mi dispiacerebbe che fossero presi degli impegni da parte dei candidati sindaco, chiunque vada poi a governare.
Il primo impegno è molto semplice, e simbolico; dal giorno del suo insediamento il prossimo sindaco verifichi con gli uffici preposti se Cristoforo Brattoli è in grado di esibire un qualsiasi permesso di commercio ambulante, e quale ufficio comunale, eventualmente, lo abbia rilasciato almeno negli ultimi dieci anni; se la Polizia Locale ha mai fatto alcun tipo di controllo annonario, amministrativo o di qualsiasi altro tipo, specialmente nei tanti anni di presenza al Gavetone, e non solo (presente anche al mercato settimanale). E proprio per la sua presenza al Gavetone verificare se il Brattoli abbia nella sua disponibilità la chiave del lucchetto della barra che vieta l’ingresso alla battigia agli automezzi non autorizzati.
Il secondo impegno è quello di organizzare prima, e dopo il 7 Luglio, un anno di convegni, interventi nelle scuole, concorsi e qualsiasi altra iniziativa utile a fare memoria di quel 7 Luglio 1992 e far conoscere ai più giovani la figura di Gianni Carnicella e dei 5 mesi della sua sindacatura.
Creare inoltre un gruppo di lavoro di esperti che raccolga tutte le carte processuali dell’omicidio Carnicella, e di tutti i fatti criminali degli ultimi 30 anni correlati, per chiedere alla Procura di Trani la riapertura del fascicolo dell’omicidio per far emergere tutto ciò che è rimasto in ombra. Vogliamo conoscere i nomi dei mandanti che hanno armato la mano criminale che ha premuto il grilletto del fucile a canne mozze.
di Matteo d’Ingeo