Il “Monumento all’emigrato” trattato come un rifiuto speciale in attesa di essere smaltito

In questa città la politica, molto spesso, smarrisce la memoria storica e i suoi valori. Nell’incomprensibile errore umano, e nella scia di accadimenti che ne derivano, rientra anche la scarsa attenzione alla salvaguardia del bene comune. E se, per bene comune, intendiamo anche un’opera d’arte, o monumento, il bilancio finale della capacità della nostra comunità di custodirne la memoria assieme ai valori storici, sociali ed economici è disastroso. E’ accaduto spesso, negli ultimi anni, di assistere al trasferimento senza criterio di opere d’arte, o monumenti, da una piazza all’altra, da un palazzo all’altro o di vederle smembrate e portate in discarica.

Al di là del valore artistico che ogni opera d’arte rappresenta, che non mi interessa affrontare, c’è un aspetto simbolico e sociale che ogni opera d’arte rappresenta, specialmente se a volerla e pagarla, con una ben definita finalità, è una pubblica amministrazione. A tal proposito voglio occuparmi di una scultura commissionata dal Comune di Molfetta a metà anni ’80, inaugurata nel 1989 e collocata nel piazzale della stazione centrale, già Piazza Aldo Moro. Quella scultura dedicata agli “emigrati molfettesi nel mondo“, ripeto, al di là del suo valore artistico che ha sempre diviso la cittadinanza, ha un grande valore simbolico che merita rispetto perché fu dedicata a una parte importante della nostra comunità rappresentata dalle migliaia di emigrati molfettesi sparsi in tutto il mondo, tra cui mio padre. E la scelta logistica simbolica era quella più idonea, il punto di arrivo e della partenza.

Ebbene, quella scultura progettata dagli architetti Bruno Ficele e Pasquale Pisani, realizzata nelle“Fonderie Palberti”, diventata un monumento e quindi patrimonio di una comunità, nella primavera del 2019 è stata “sfrattata” dall’amministrazione comunale e trattata come un qualsiasi rifiuto speciale da rottamare. Per quasi un anno è stata depositata nel parcheggio comunale della Stazione, in testa al binario tronco e poi, nel 2020, appena cominciati i lavori per la velostazione, la scultura è stata spostata in fondo allo stesso parcheggio.

Oggi la vediamo accanto a rifiuti di qualsiasi genere e non sappiamo che fine farà.

Non è mai stato chiesto il parere dei progettisti, dell’associazione “Molfettesi nel Mondo” o di altri comitati cittadini, sulla sua possibile nuova collocazione (si spera sia prevista), anche se poteva rimanere quella iniziale; tant’è che il progetto degli anni ’80 la collocava al centro di una fontana. Momentaneamente si poteva sistemare in uno dei due giardini del piazzale della stazione, oppure collocarla a Corso Umberto, perché sicuramente il valore simbolico di un “Monumento all’emigrato” è di gran lunga superiore a “un tubetto di …“.

di Matteo d’Ingeo 

 

 

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi