Da Milano a Palermo, passando anche da Molfetta, in questi giorni di quarantena e di serrata per parrucchieri e centri benessere, il fenomeno dell’abusivismo, già registrato da sempre in questo settore, sta diventando forse più evidente e molti diretti interessati e associazioni di categoria denunciano in rete il presunto fenomeno.
Sembrerebbe che in tanti lavorano presso il domicilio dei clienti o ricevono in casa la vecchia clientela (a volte “sottratta” al vecchio datore di lavoro). Questo atteggiamento non solo danneggia la figura professionale degli operatori del settore benessere, ma contravviene anche a tutte le leggi dello Stato e mette a rischio la salute pubblica.
Qualcuno si sbilancia e segnala anche i fornitori, quelli dove gli abusivi stanno facendo il pieno di tinture per capelli e prodotti affini. Basterebbe che la Guardia di Finanza osservasse le frequenze e la tipologia di acquisto, in questi negozi, per scoprire chi sono gli abusivi che da sempre tolgono il lavoro in maniera scorrettissima.
Gli operatori seri, nel rispetto delle regole, per evitare il contagio del Covid-19, tengono abbassate le loro saracinesche continuando a pagare il fitto dei loro saloni, le bollette, perché l’attività deve rimanere in esercizio, lo stipendio dei/delle dipendenti e qualcuno ha anche un mutuo sulle spalle.
Insomma questo è il quadro della situazione in questo settore e oggi il tema degli “abusivi” non è solo un problema di evasione fiscale, o di concorrenza sleale, è anche un serissimo problema di salute. Potenzialmente queste persone che vanno in giro di casa in casa potrebbero essere infette asintomatiche e contagiare come “untori” i clienti e i loro familiari.
Il problema dovrebbe essere affrontato seriamente, da chi di dovere, non solo oggi in emergenza sanitaria ma anche dopo; per evitare che l’abusivismo continui a viaggiare nelle case dei cittadini che pur di risparmiare qualche euro sui tagli e sulle pieghe, o sui lavori di colorazione dei capelli, rischia di rovinarsi la salute con prodotti di scarsa qualità e di alimentare l’annoso problema dell’evasione fiscale che è un cancro della società italiana.
A tutte le cittadine e cittadini chiediamo di seguire l’esempio dal nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che in un fuori onda di uno dei suoi messaggi video nel clou dell’emergenza Covid-19 ammetteva di non potersi permettere nemmeno lui il parrucchiere; evidentemente non deve aver fatto abbastanza breccia tra i cittadini chiusi in casa per la quarantena.
Per ultimo chiediamo a chiunque venga a conoscenza di situazioni simili, a quelle sopra richiamate, di segnalarle alle Forze dell’Ordine.