Il Coordinamento No Triv Basilicata risponde all’articolo di Rossana Mignoli (portavoce Pz Gioventù Nazionale)

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Il Coordinamento No Triv Basilicata intende replicare all’articolo di Rossana Mignoli (portavoce provinciale Pz Gioventù Nazionale), ritenendolo provocatorio, fazioso, oltre che ricco di inesattezze al limite del tono diffamatorio.

Innanzitutto occorre dire che l’antifascismo è un valore democratico assoluto, tra l’altro alla base della Costituzione Italiana! Dichiarare di essere antifascisti non equivale affatto ad affermare di essere comunisti o di aderire a una qualsiasi corrente ideologica, bensì a ribadire il rifiuto di qualsiasi atteggiamento decisionista ed autoritario che riguardi la sfera pubblica. Contestualizzando il discorso alla questione delle trivellazioni petrolifere, uno dei cardini della lotta del movimento No Triv è la riappropriazione del potere decisionale delle popolazioni locali, ovvero il diritto di queste ad essere coinvolte nelle decisioni che riguardano i territori che abitano.

Subiamo da anni l’autoritarismo delle multinazionali, che, in tacito accordo con gli organi istituzionali e le forze politiche, sfruttano e devastano il territorio lucano attraverso meccanismi e processi tutt’altro che democratici, attraverso pratiche che possiamo senza alcun dubbio assimilare al concetto di “fascismo”.

Ritrovarsi poi, come è accaduto a Montescaglioso, nella situazione paradossale di dover manifestare democraticamente fianco a fianco ad un gruppo di trenta persone appartenenti ad un movimento politico antidemocratico, che si richiama nel linguaggio e nella simbologia al partito nazionale fascista, di cui la Costituzione vieta la ricostituzione in qualunque forma dichiaratamente, ha reso necessaria oltre che un’immediata presa di distanza dalla manifestazione, oramai compromessa, l’occasione per ribadire uno dei valori fondanti ed essenziali della battaglia no triv.

Alla luce di questo ci interessa capire di cosa parla la Mignoli quando afferma “Trovo tutto questo vergognoso e offensivo della democrazia, quella vera” o a chi si riferisce quando parla di “anacronismo”!

All’ accusa di “fare misero proselitismo da sinistra” ribadiamo che il movimento No Triv nasce dal basso, come tentativo di coordinare i tanti comitati spontanei composti da liberi cittadini che intendono opporsi alle attività estrattive e ai danni da queste derivate, allo scopo di fare pressione sugli organi istituzionali e di rappresentanza e orientarli verso decisioni condivise e democratiche. È composto al suo interno da una vasta eterogeneità di soggetti e associazioni, quindi sicuramente anche da chi ha un passato di militanza politica alle spalle, tutti uniti verso uno scopo primario e pertanto disposti a liberarsi di ulteriori simboli e bandiere di appartenenza. Da tempo ribadiamo nelle nostre assemblee la necessità di utilizzare unicamente la bandiera No Triv nelle uscite pubbliche del movimento, proprio per essere inclusivi e rendere trasversale una lotta che riguarda tutti e scevra da qualunque strumentalizzazione politico-ideologica. Questo però non ci impedisce di aderire a manifestazioni sul tema organizzate da altri, come abbiamo inizialmente fatto nella suddetta, a patto di condividerne principi e valori in modo pubblico e trasparente. È questo un ulteriore motivo per cui abbiamo protetto il simbolo No Triv da contaminazioni antidemocratiche ed abbiamo deciso di chiudere le bandiere. La faccia l’abbiamo sempre messa e continueremo a farlo, convinti delle nostre ragioni e della trasparenza delle nostre iniziative.

La Mignoli poi si lascia andare a pretestuose accuse e ad infondate “paternali”, apparendo alquanto disinformata e poco aggiornata sia sulla questione referendaria che sulle iniziative No Triv, tirandoci dentro una faccenda partitica (quella della ormai vecchia questione dell’impugnazione dell’articolo 38) che non ci ha mai riguardato e sulla quale l’intero Coordinamento nazionale No Triv si è speso dalla prima ora, nei confronti di tutti i comuni, nella due giorni sotto Montecitorio, nell’organizzazione di assemblee pubbliche e manifestazioni, compreso ovviamente quella di “assedio” agli uffici regionali a Potenza il 4 Dicembre scorso.

Vorremmo farle presente che dei 6 quesiti referendari (che lei chiama “farsa”, invocati da dieci consigli regionali sotto la spinta di numerosi comitati no triv, per cui presto saremo chiamati a votare, uno, denominato “STOP AI TITOLI MINERARI ENTRO LE ACQUE TERRITORIALI”, riguarda le trivellazioni in mare, mentre gli altri 5, raggruppati sotto il titolo “STOP SBLOCCA ITALIA”, riguardano lo smantellamento dell’autoritarismo centralista e decisionista derivante dall’articolo 38 del decreto legge 133/2014. Per un approfondimento dei quesiti la rimandiamo al focus sintetico sui quesiti presente al seguente link:

http://asud.net/verso-il-referendum-focus-sintetico-sui-quesiti-referendari-no-triv/

In conclusione, intendiamo ribadire ancora una volta ed in modo, si spera, definitivo, che aderire alla battaglia ed al movimento No Triv significa aderire ad una battaglia di civiltà che sottende valori e principi democratici e quindi antifascisti. Solo una distorta e strumentale forzatura esercitata in mala fede può tentare di far credere ai più ingenui che la battaglia No Triv possa essere miseramente ridotta all’adesione ad uno strutturato manifesto ideologico, se non addirittura vetero-ideologico!

Aderire alla sezione giovanile di Fratelli d’Italia (ex AN) invece? Nulla da dire sulla partecipazione, né annunciata, né richiesta da alcuno, dei militanti di Forza Nuova, ancor più (se si può dire) minacciosi e xenofobi?

Mettetevi ben in testa che il progetto No Triv non potrà mai arrestarsi allo scongiuramento dei rischi da servitù petrolifera a casa propria (obiettivo pur necessario e di sicura utilità immediata). L’opposizione ai singoli permessi è opposizione alla logica alienante ed avvilente della Strategia Energetica Nazionale che ad essi si sottende, offendendo salute, territorio, economia, autonomia decisionale, ma anche intelligenze e ricerca.

La lotta No Triv, così come la lotta per il diritto all’acqua pubblica, contro il nucleare, la lotta No Tav, No Muos, No Tav, No Carbone, è parte di una estesa e diffusa lotta di transizione verso un nuovo modello energetico, capace di implementare decentramento e non decisionismo autoritario statalista concentrato nelle mani di un ducetto più o meno camuffato; è pratica solidale di condivisione di un mondo partecipe che agisce nella logica dei beni comuni; è (come dimostra l’impegno contro la revisione costituzionale del Tit V imposta da Renzi circa i poteri concorrenti Stato Regioni) lotta per più democrazia, non delega ad un’oligarchia condizionata dai diktat delle lobbies energetiche. Soprattutto, contrariamente a quanti puntano a forme di resistenza locali per incrementare una lotta identitaria per una inesistente quanto mistificata “italianità” o “lucanità” , rivendichiamo fino in fondo la dimensione solidale con quanti sono costretti a fuggire da scenari di guerra e di sopraffazione neocoloniale, perché possano trovare nelle nostre terre accoglienza e rispetto e non minacciosi figuri neofascisti.

Quanto ai referendum ed alle manifestazioni, quindi, scegliete: o decidete di lottare da liberi cittadini, o da soldati di partito. Altrimenti approfondite le già grandi contraddizioni tra propaganda per l’obbedienza militarista e richiesta di partecipazione dal basso. Non venite però, con le vostre bandiere che funestano l’idea stessa di libertà e di emancipazione dallo sfruttamento, a fare a noi la finta morale sulla democrazia, che non è roba astratta, nella travagliata storia del nostro paese, ma l’esito di una durissima quanto gloriosa vittoria della lotta di resistenza partigiana.

Potenza, li 4 Novembre 2015

L’articolo a cui si risponde:

La battaglia contro le trivelle non può essere banalizzata da lotte ideologiche

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