Giustizia svenduta, per l’ex giudice Nardi e i suoi complici processo a Potenza dal 3 aprile

La Procura di Potenza – dopo l’annullamento della sentenza di Lecce – ha ribadito le ipotesi accusatorie e chiesto nuovamente il giudizio per il magistrato e anche per l’avvocata barese Simona Cuomo, il poliziotto Vincenzo Di Chiaro, Savino Zagaria e Gianluigi Patruno – fonte: Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

L’ex giudice Michele Nardi e quattro presunti complici nella svendita di indagini e processi celebrati negli anni passati a Trani devono essere processati. La Procura di Potenza ha ribadito le ipotesi accusatorie dei colleghi di Lecce e chiesto nuovamente il rinvio a giudizio per il magistrato, l’avvocatessa barese Simona Cuomo, il poliziotto Vincenzo Di Chiaro, Savino Zagaria e Gianluigi Patruno.

L’udienza preliminare inizierà il 3 aprile davanti al gup di Potenza Lucio Setola, al quale potranno chiedere la costituzione di parte civile 27 parti offese, a partire dal ministero della Giustizia e la presidenza del Consiglio dei ministri, passando per il Consiglio dell’ordine degli avvocati di Trani, l’imprenditore Paolo Tarantini (che è stato uno dei testimoni chiave del processo di Lecce), il grande accusatore Flavio D’Introno, i magistrati Ornella Gozzo, Loredana Colella e Michele Tarantino.

Michele Nardi e i quattro coimputati sono accusati, a vario titolo, di corruzione in atti giudiziari e reati connessi e, per quei fatti, erano stati già condannati a Lecce. Il magistrato a 16 anni e 9 mesi, la penalista a 6 anni e 4 mesi, De Chiaro a 9 anni e 7 mesi, Patruno a 5 anni e 6 mesi, Zagaria a 4 anni e 3 mesi. La sentenza, nella primavera dello scorso anno, è stata annullata dalla Corte d’appello di Lecce “per incompetenza funzionale“.

La stessa cosa è accaduta, pochi giorni fa, con la sentenza con cui erano stati condannati in abbreviato l’ex pm Antonio Savasta, il collega Luigi Scimè, l’immobiliarista Luigi D’Agostino, gli avvocati Ruggiero Sfrecola e Giacomo Ragno. Anche in questo caso, la motivazione è stata “incompetenza funzionale in favore di Potenza”.

Il tutto perché nel capoluogo lucano sono in corso indagini e processi che hanno come protagonista l’ex procuratore di Trani e Taranto, Carlo Maria Capristo, e per oggetto anche alcuni fatti accaduti a Trani. Episodi di corruzione, che sarebbero stati commessi proprio insieme a Nardi e Savasta e che non consentirebbero – è stato il ragionamento dei giudici salentini di secondo grado – di celebrare processi separati, in luoghi diversi. Proprio grazie alla corruzione di Capristo – spiegava la sentenza che aveva annullato le condanne di Nardi e dei coimputati – negli uffici giudiziari di Trani avrebbe agito un’associazione a delinquere finalizzata a dirottare indagini e processi. Dunque le posizioni dell’ex procuratore e quelle degli altri magistrati insieme ai quali avrebbe agito, vanno valutate nello stesso posto.

Con la trasmissione degli atti a Potenza, gli imputati hanno visto riaccendersi la speranza di un diverso esito delle loro vicende giudiziarie. “È stata distrutta la mia vita, quella della mia famiglia da un Tribunale, una Procura che non avevano alcuna competenza in materia“, aveva detto Nardi in lacrime dopo la sentenza di annullamento della condanna. E dalla Procura lucana forse qualcuno sperava che arrivassero decisione diverse da quelle prese in passato dagli inquirenti di Lecce. Invece è stata formulata una nuova richiesta di rinvio a giudizio e quindi sia l’ex giudice – che si è sempre proclamato innocente – che le altre quattro persone dovranno prepararsi ad affrontare un nuovo processo.

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