“La Forza” di Guglielmo Minervini e la “debolezza” delle coalizioni di soli numeri e portatori di interessi privati

Lo scorso 1 settembre, l’assessore regionale Guglielmo Minervini, in un post sulla sua bacheca FB, sembrava sconvolto dalla notizia che il suo partito, in terra di Brindisi e Taranto, in occasione delle elezioni dell’area metropolitana avesse lanciato l’idea di un listone unico tra centrosinistra e centrodestra aperto fino a Forza Italia.

Le straneCoalizioni

Nello stesso post si lasciava andare a battute abbastanza significative sulla natura di certe coalizioni, rette solo da portatori di interessi e poteri forti e dalla centralità delle poltrone, a discapito del bene comune.

Ci permettiamo di dire che da Guglielmo Minervini non accettiamo lezioni di buona politica o di morale. La sua “Forza” potrà raccontarla nei paesi dove lui non ha mai governato da sindaco e dove non conoscono quello che lui ha fatto pur di rimanere attaccato alla poltrona. Il video che vi mostriamo è un nostalgico ricordo della primavera molfettese, che nel lontano 1994, mandò a casa per la prima volta i notabili democristiani che avevano governato la nostra città per decenni.

Ebbene, dopo pochi mesi, la volontà del cambiamento e la spinta a creare la discontinuità con il passato lasciò il passo alla solita politica del baratto e nel settembre del 1996, a soli due anni dall’insediamento, il sindaco G.Minervini tradì gli elettori, e la primavera molfettese; accettò il ricatto di alcune componenti della coalizione e il canto delle sirene di altre forze al di fuori della coalizione che aveva vinto le elezioni del ’94. Non è difficile capire il perchè. Guglielmo Minervini è lo stesso politico che nel 1996, creò una coalizione di potere e di numeri pur di rimanere in sella alla poltrona di Sindaco di Molfetta; e oggi finge di essere scandalizzato nel suo post del 1 settembre? Se c’è ancora qualcuno che ha dei dubbi sul politico Gugliemo Minervini legga con attenzione il suo discorso, dell’11 settembre del 1996, con cui annuncia al consiglio comunale la nuova coalizione che sostituirà quella che aveva stravinto nel giugno del 1994 a Molfetta. Di seguito riportiamo gli stralci più significativi di quel tradimento:

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Molfetta 11.9.96 – Palazzo di Città – Consiglio comunale

Signor Presidente, Signori Consiglieri,

abbiamo più volte discusso anche in questa sede i profondi cambiamenti che stanno radicalmente mutando la politica del nostro paese.

         La trasformazione in senso maggioritario delle regole elettorali, la scomparsa di molti soggetti politici tradizionali, il crollo di un intero ceto politico, l’esplosione di forti contraddizioni sociali hanno scompaginato in brevissimo tempo il vecchio universo politico che era sembrato per decenni immutabile. Con passaggi progressivi ci stiamo avvicinando ad una drastica semplificazione delle proposte politiche, che stanno generando inediti rapporti di partnership ed una nuova logica di coalizione.  Questi passaggi – è evidente – non sono né indolori ne immediati.

         La nuova sintesi è il risultato di un sofferto confronto tra identità e tensioni politiche talvolta assai diverse, ricercate comunque nell’ambito di prospettive e di valori generali…

… Ciascuno singolarmente perde il proprio peso, quand’anche egemone, in una coalizione perdente. Centro e sinistra, partiti organizzati e movimenti spontanei della società hanno capito che si vince creando concertazioni ampie, con proposte politiche convincenti e con uomini credibili. Anche a Molfetta, laboratorio stimolante di sperimentazioni politiche, è aperta da tempo questa laboriosa riflessione che coinvolge l’intero arco delle forze che si oppongono al modello e ai valori liberistici della destra…

….   A due anni di distanza, con l’esperienza di due competizioni elettorali e soprattutto con la convinzione che un progetto democratico di cambiamento di Molfetta risponda alle attese largamente maggioritarie dei cittadini, le forze politiche consiliari del PDS, Partito Popolare, Percorso-Convenzione, Unione Popolare Riformista, Unità Socialista, Cristiano Sociali, rinnovamento italiano ed extra consiliari, come Verdi ( ? n.d.r.) e Ambientalisti ( ? n.d.r.) che si riconoscono nel centro-sinistra dell’Ulivo e le forze della sinistra di Rifondazione Comunista e Vivicittà sono pronte per dar vita ad una coalizione più vasta che nasce sul piano politico e si estende direttamente anche alla dimensione amministrativa…

… Non è un passaggio facile. Ha richiesto e richiederà riconoscimenti reciproci …

… L’idea di un’alleanza vasta tra le espressioni del centro e della sinistra, dei movimenti spontanei della società civile e delle forze organizzate ampio nasce qui.  Nasce dall’idea che questo progetto di cambiamento della nostra città debba coinvolgere non solo le forze della sinistra più attente alle istanze dei ceti deboli, come i giovani, i disoccupati, più in generale i marginali, ma anche tutte quelle espressioni della borghesia illuminata e dei ceti moderati non parassitari che condividono la necessità di cambiare e avvertono che così per Molfetta non c’è futuro….

Un’ultima annotazione rivolta ai cittadini, la cui fiducia vera mi sostiene anche in questo passaggio che ci vede impegnati in un’audace composizione di differenze in passato assai marcate.    Questo nuovo inizio non annulla né “normalizza” la svolta, al contrario la compie. L’impegno di futuro che essa conteneva viene da questo passaggio rafforzato. Il sogno custodito si spinge verso le mediazioni necessarie per realizzarlo, senza per questo smettere di dimostrare che con le sue ambizioni è possibile restituire la politica alla città degli uomini.  Nonostante tutti gli inevitabili smarrimenti della speranza.

 E’ il nostro unico impegno.                                 Guglielmo Minervini

   Molfetta 11.9.96

L’intervento completo QUI

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Era talmente “audace” quella composizione di differenze tanto marcate che segnò l’inizio della fine di quell’esperienza politica. Gli stessi “audaci” e “portatori di interessi” lo fecero cadere nel mezzo del suo secondo mandato e Guglielmo Minervini rimase nell’ombra per un bel po’ fino a quando riuscì a riciclarsi nell’esperienza della regione Puglia ed oggi prova ancora a riproporsi. Ma i cittadini molfettesi sanno che la Molfetta post-Azzoliniana è figlia di quella primavera mancata e quindi non potranno dare il voto a chi ha già tradito la fiducia di un popolo sovrano.

Schermata 2014-10-29 a 16.21.21

Purtroppo, da allora, il nodo non lo abbiamo mai sciolto

e ci vorrebbe ben altra “forza” per scioglierlo

di Matteo d’Ingeo

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