D’Introno, il Rolex e le rapine «Fece da palo a pregiudicati». Ma la difesa: «Fatti già smentiti».

Il Rolex comprato nella gioielleria Rocca di Bari è un punto centrale della vicenda che ha portato il Tribunale di Lecce a condannare per corruzione l’ex gip Michele Nardi. Secondo l’accusa era stato preso da Flavio D’Introno per i 50 anni del magistrato. Una nuova indagine che la Procura di Trani ha chiuso negli scorsi giorni riporta indietro le lancette della storia: a quando, cioè, le rivelazioni della ex compagna di un pregiudicato (Tommaso Nuzzi, nel frattempo diventato collaboratore di giustizia) hanno fatto partire l’indagine sui giudici di Trani.

Il fascicolo del pm Marcello Catalano conta 32 indagati per rapine e furti commessi tra Bari e la Bat tra il 2012 e il 2019. Tra gli indagati ci sono anche alcuni carabinieri in servizio tra Corato e Molfetta, accusati di aver chiuso un occhio in cambio di denaro e favori. E c’è, appunto, D’Introno, che di molti dei personaggi di questa storia è amico e che è accusato, sulla base di quanto hanno raccontato Nuzzi e la compagna, di aver fatto da palo sia per la tentata rapina in casa del cugino Giuseppe, sia per il furto milionario in casa di un suo conoscente di Trani.

Sono questioni di cui si è parlato a lungo – non senza toni aspri – durante il processo: secondo la difesa di Nardi, condannato a 16 anni e 4 mesi con l’accusa di essere il capo del gruppo che truccava le indagini in cambio di denaro, sarebbero sintomatiche della personalità di D’Introno. Che – dice Nardi – sul Rolex ha mentito. Il gioielliere barese, Bartolomeo D’Arienzo, ha raccontato durante il processo che «D’Introno acquistò il Rolex perché disse di dover fare un regalo importante che serviva per una udienza»: secondo l’accusa sarebbe la contropartita di un «intervento» di Nardi – in realtà mai fatto – sui giudici di Appello del processo per usura a carico dell’imprenditore. Il Daytona in oro rosa da 27mila euro venne pagato solo in parte: dopo aver versato 17mila euro D’Introno non si fece più trovare.

Nell’inchiesta di Trani l’imprenditore di Corato (in carcere per scontare la condanna che avrebbe cercato di evitare pagando i giudici) è accusato di estorsione aggravata: avrebbe portato due complici a minacciare D’Arienzo affinché non pretendesse il saldo dell’orologio. Il gioielliere è stato ascoltato due volte davanti al Tribunale di Lecce. E dell’estorsione da parte di D’Introno non ha mai parlato, spiegando anzi di averci litigato – anche con toni aspri – per farsi saldare l’orologio. Lo stesso orologio che, con un colpo di scena, è spuntato in aula, nelle mani di Rosa Grande, l’amica di D’Introno che ha cambiato versione dicendo che era in realtà un regalo per sé e non per Nardi, e che D’Introno le aveva chiesto di mentire. Un colpo di scena che per la Procura di Lecce è stato «un tentativo di depistaggio»: il dispositivo della sentenza – le motivazioni ancora non ci sono – dice che il Tribunale ha creduto all’accusa.

«Si tratta di ricostruzioni smentite dalle risultanze testimoniali – dice Vera Guelfi, avvocato di D’Introno, a proposito del furto e della rapina -. D’Introno non è mai stato a casa del cugino né dell’amico, e quest’ultimo episodio è pure prescritto». Sul Rolex, la difesa di D’Introno smentisce il tentativo di estorsione («Non ne ha mai parlato nessuno») e dice che i Daytona in realtà erano due: il secondo, usato, venne acquistato in un’altra gioielleria del centro di Bari, in contanti. Un mistero non ancora chiarito.
Lunedì intanto a Potenza è previsto l’interrogatorio di garanzia di Angelo Colacicco, il tenente colonnello dei carabinieri ex comandante del Noe finito ai domiciliari mercoledì con le accuse di depistaggio e calunnia alla pm Licci. Colacicco avrebbe taciuto alcune circostanze relative a questioni tangenzialmente collegate con le indagini sui magistrati di Trani, accusando falsamente la Licci di averlo intimidito e minacciato di arresto. La difesa (avvocato Francesco Ruggiero) valuterà il ricorso al Riesame.

fonte: Massimiliano Scagliarini – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

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