De Benedictis, i verbali dell’ex giudice arrestato a Bari: “L’ufficio gip è il posto più velenoso del tribunale”

l primo interrogatorio dell’ex magistrato ad aprile, dopo il primo arresto per corruzione in atti giudiziari (e prima di quello per le armi): “Quando sono tornato all’ufficio gip di Bari, dopo nove anni al tribunale di Matera, subito si sono ripresentati i vecchi amici a dire: ‘Noi ti siamo stati vicini, non ti dimenticare…'” – fonte: Tatiana Bellizzi, Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it

Quando sono tornato all’ufficio gip di Bari, dopo nove anni al tribunale di Matera, subito si sono ripresentati i vecchi amici a dire: “Noi ti siamo stati vicini, noi così, non ti dimenticare…“. L’ufficio gip è il posto più velenoso che possa esistere nel tribunale di Bari”: ha cercato di difendersi anche così l’ex giudice Giuseppe De Benedictis nel primo interrogatorio dopo l’arresto nella scorsa primavera per corruzione in atti giudiziari.

Era il 27 aprile: il magistrato (ormai ex, visto che il Csm ne ha accolto le dimissioni) non sapeva ancora quanto grandi fossero i guai in cui si era cacciato, considerato che non era ancora nota l’inchiesta sull’arsenale di Andria che il 13 maggio gli è costata una seconda misura cautelare. L’interrogatorio è stato reso davanti alla gip salentina Giulia Proto e al pm Alessandro Prontera, che insieme con la collega Roberta Licci ha coordinato le indagini dei carabinieri e della Squadra mobile di Bari.

De Benedictis ha ammesso di aver ricevuto soldi dall’avvocato Giancarlo Chiariello per le scarcerazioni dei pregiudicati Danilo Pietro Della Malva (oggi pentito), Antonio Ippedico e Roberto Dello Russo, ma ha negato con decisione di avere avuto una tangente per mandare ai domiciliari l’avvocato foggiano Michele Pio Gianquitto.

Gli atti inediti

L’interrogatorio fa parte delle migliaia di pagine depositate dalla Procura dopo l’avviso di conclusione indagini a nove persone, per le quali il 26 novembre si celebrerà l’udienza preliminare. Oltre a De Benedictis e Chiariello sono imputati il figlio dell’avvocato, Alberto, e la collaboratrice Marianna Casadibari; i pregiudicati Della Malva, Ippedico e Dello Russo, l’avvocato Gianquitto (difesi dagli avvocati Gianfranco Schirone, Saverio Ingraffia, Gaetano Sassanelli, Andrea Sambati, Filiberto Palumbo, Michele Laforgia, Marina Zanivan, Ada Rosito, Luigi Covella, Nicola Cavalluzzi, Achille Stanziale e Francesco Santangelo). Da settimane i difensori sono impegnati a studiare gli atti messi a disposizione dalla Procura salentina, fra i quali appunto ci sono gli interrogatori dell’ex giudice: oltre a quello di garanzia del 29 aprile, i due investigativi del 10 e 23 giugno.

L’ex gip ha cercato di ricondurre gli atti di corruzione nell’ambito di uno stato d’animo di assoluta disperazione, subentrato dopo la morte della moglie: “Io ho perso completamente la testa. L’unico che mi è stato vicino era l’avvocato Chiariello, veniva la sera a trovarmi, mi diceva parole buone, io ho cominciato a vederlo come un fratello, mai mi sarei aspettato che potesse vendermi come una figurina“. Di fronte a tale impostazione, la gip ha rimarcato come l’indagato avrebbe dovuto rifiutare le dazioni di denaro: “Lei aveva la possibilità di dire io sono un magistrato, mi dispiace, con tutta l’amicizia…“. “Ma lui non veniva mai a chiedere cose impossibili – ha replicato l’ex giudice – Chiedeva cose sul filo della possibilità: diamo una mano a questo diamo una mano a quello. Io ora lo so che avrei dovuto denunciarlo, ma potevo denunciare uno dei miei più cari amici?“. Stando alle ammissioni, il magistrato avrebbe avuto dal penalista 16mila euro per la scarcerazione di Dello Russo, 3mila per Della Malva e circa 4mila per Ippedico. Altre mazzette sono state negate in quel primo interrogatorio, nonostante Chiariello abbia affermato di avergli dato altri soldi. Su ulteriori episodi corruttivi da parte di altri avvocati le indagini sono in corso nell’ambito di un terzo fascicolo in cui sono confluite anche le dichiarazioni di De Benedictis e dei pentiti Milella e Della Malva e, non a caso, alcune parti dei verbali depositati con la conclusione delle indagini sono state secretate.

Gli “amici” a Bari

Di certo De Benedictis ha ammesso di avere avuto rapporti amichevoli con molti rappresentanti del Foro, con i quali si è ritrovato dopo il periodo trascorso a Matera. “A settembre 2019 purtroppo mi è arrivato il telegramma del ministero per tornare a Bari, non avrei mai voluto stavo così bene lì…. La sezione disciplinare ha revocato il provvedimento di trasferimento e sono stato costretto a tornare al gip. Avrebbero potuto darmi il dibattimento e non sarebbe successo niente, invece mi hanno dato il gip, il posto più velenoso di Bari e subito si sono ripresentati i vecchi amici”. Ha anche affermato di voler lasciare quell’incarico e chiedere di essere trasferito in un altro ufficio del tribunale di Bari. Queste dichiarazioni, però, cozzano pesantemente con la battaglia che De Benedictis, nella scorsa primavera, stava conducendo davanti ai giudici amministrativi per diventare presidente aggiunto dell’ufficio gip-gup al posto della collega Maria Teresa Romita, che era stata invece designata dal Csm. Contro di lei aveva fatto ricorso e ottenuto ragione dal Tar, ma la decisione era stata poi ribaltata dal Consiglio di Stato, che aveva lasciato Romita al suo posto di aggiunto e anche facente funzioni. Poco più di un mese fa il Consiglio superiore ha nominato Anna De Simone presidente della sezione gip-gup, quella stessa sezione che per De Benedictis è “il posto più velenoso di Bari” e sulla quale sono ancora accesi i riflettori da parte della Procura di Lecce.

Utilizzando il sito o eseguendo lo scroll della pagina accetti l'utilizzo dei cookie della piattaforma. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo. Altervista Advertising (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Advertising è un servizio di advertising fornito da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258859 Altervista Platform (Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.) Altervista Platform è una piattaforma fornita da Arnoldo Mondadori Editore S.p.A. che consente al Titolare di sviluppare, far funzionare ed ospitare questa Applicazione. Dati Personali raccolti: Cookie e varie tipologie di Dati secondo quanto specificato dalla privacy policy del servizio. Luogo del trattamento: Italia – Privacy Policy: https://www.iubenda.com/privacy-policy/8258716

Chiudi