Bari, aggredito in via Principessa Iolanda scrive a Decaro: “Perché vincono i delinquenti?”

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Tiziano Tridente – bari.ilquotidianoitaliano.com

Un pugno in faccia per aver parcheggiato l’automobile “nel posto sbagliato” e un’ora in attesa di Carabinieri che in realtà non arriveranno mai. È accaduto ieri a Bari, in via Principessa Iolanda, quartiere San Pasquale. A raccontare i fatti è chi quel pugno in faccia lo ha preso: un ragazzo barese carico d’amarezza e voglia di cambiare le cose. Lo fa sulla pagina Facebook di Antonio Decaro, al quale porta in dote anche una serie di domande. Risponde lo staff, magari preso lo farà anche il sindaco. Tuttavia, lo sgomento per l’ennesima storia assurda capitata alla parte buona di una città per certi versi davvero molto malata, resta inalterato.

“Caro Sindaco, per aver osato parcheggiare a Bari in un posto auto dove avevo tutto il diritto di farlo, mi sono beccato un pugno in faccia e le minacce di vedermi la macchina sfasciata. E i carabinieri se ne sono lavati le mani.

I fatti risalgono a ieri: trovo parcheggio in via Principessa Iolanda, non lontano dal centro, e dalla porta socchiusa del palazzo adiacente il marciapiede esce un distinto signore sulla cinquantina che mi dice che sta aspettando sua moglie per scaricare della merce. Gli faccio notare che non c’è nessuna striscia a terra che definisce il parcheggio come suo, ma lui avanza pretese basandosi sul semplice fatto che stava aspettando (dentro casa sua…).

Gli dico educatamente che non è così funziona, e in risposta, dal finestrino aperto da cui gli stavo parlando, mi minaccia di darmi un pugno e si avventa dentro l’abitacolo tirandomi davvero un pugno in faccia. Senza rispondere con la violenza, gli dico che avrei chiamato i carabinieri, e lì comincia a minacciarmi che se l’avessi fatto mi sfasciava la macchina.

Intanto chiamo il 112, ma nel frattempo sopraggiunge la moglie, che informata dal delinquente della mia chiamata ai carabinieri, cerca di aprire lo sportello e di togliermi il telefono dalle mani sotto minaccia di sfasciarmi la macchina (anche lei).

I carabinieri mi dicono di aspettare lì perché il comando è a poche decine di metri dal luogo dove mi trovavo, e che sarebbero arrivati nel giro di qualche minuto. Intanto i coniugi violenti si dileguano, non prima di aver scattato una foto alla mia macchina (ne ignoro il fine), rendendo così vano ogni tentativo di regolamento con i carabinieri.

Inutile dirLe che dopo un’ora di attesa non ho visto neanche l’ombra di una divisa, e che, al contrario, un altro losco figuro, telefono alla mano e forse alle direttive del primo, si piazza davanti alla mia macchina senza smettere di fissarmi.

Per evitare quindi che le minacce diventassero reali e per salvare l’auto e me da danni e violenze, mi sono rimesso in macchina e me ne sono andato il più lontano possibile, visto che chi doveva proteggermi se n’è lavato le mani, e in un’ora di tempo poteva succedermi di tutto, dal momento che sono più solerti a raggiungermi i compari dei delinquenti che le forze dell’ordine.

Ora, mi spiega perché devono sempre vincere i delinquenti a Bari? Perchè loro devono restare sempre impuniti e i cittadini onesti devono avere paura?

Mi spiega perché l’unico strumento che dovrebbe tutelarmi, non mi tutela? Le forze dell’ordine, ammesso che prestino servizio, lo fanno per caso gratis?

Essere nel giusto e doversi beccare un pugno e delle minacce, è normale a Bari e in Italia?”

Alle domande della giovane vittima dell’aggressione, risponde freddamente lo staff del sindaco. “Gentilissimo, il Sindaco di Bari, come tutti i sindaci d’Italia, non ha controllo diretto sulle forze dell’ordine, ma ci faremo portavoce di quanto le è accaduto. Grazie”.

Il ragazzo non perde le staffe e con grande educazione completa il proprio pensiero. “Vi ringrazio dell’iniziativa, se volete suggerirmi gli organi preposti a cui rivolgermi per denunciare il fatto mi attiverò personalmente. A prescindere dall’area di diretto controllo del Sindaco, è una questione di costume. Quando in un posto vige la tacita consapevolezza che “le cose non funzionano” e “tanto le cose non cambiano”, il delinquente continuerà a delinquere perché sa che il sistema è debole, e il cittadino onesto continuerà a temere e a tacere perché sa che le forze che lo tutelano sono più deboli di quelle che lo minacciano. Io nel Sud ci credo, come credo in Bari e nei Baresi, e sono certo che siamo molto meglio di così. E queste sporadiche ma diffuse erbacce vanno estirpate prima che l’intero giardino ne risenta. Io ho i mezzi e la volontà per denunciarlo qui su un social network, ma ci saranno migliaia di persone che per pura flemma non alzeranno mai un dito per difendere il proprio diritto a vivere tranquillamente. Ecco perché è al Sindaco che mi rivolgo, perché se non è a caso che lo si chiama Primo Cittadino, e che è il più alto rappresentante degli abitanti di una città, non ha senso che ne sia amministrativamente a capo”.

La controrisposta dello staff del sindaco a questo punto si fa un po’ meno fredda. Nella speranza che poi, concretamente, qualcosa venga fatto. “Concordiamo, ed è per questo che ci faremo amplificatori di quanto da lei segnalato. Il Sindaco da tempo chiede ai cittadini di denunciare situazioni di questo tipo, così come si sta anche facendo con la campagna antiracket. Non è possibile per il Sindaco gestire direttamente le forze dell’ordine, e questo va ricordato, ma questo non implica disinteresse, anzi, costantemente vengono riportati questi temi all’interno del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica di cui il sindaco, con Questore, il Comandante Provinciale dei Carabinieri ed il Comandante il Gruppo Guardia di Finanza, fa parte. Grazie”.

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