Il penalista arrestato nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti al gip De Benedictis – di Chiara Spagnolo – bari.repubblica.it
Sono indagati per riciclaggio e autoriciclaggio dalla Procura di Bari gli avvocati Giancarlo e Alberto Chiariello (padre e figlio, il primo di 70, il secondo di 30 anni), già coinvolti nell’inchiesta di Lecce sulla corruzione nei confronti del giudice Giuseppe De Benedictis, nell’ambito della quale Giancarlo Chiariello il 24 aprile è stato arrestato.
Lunedì 26 aprile, gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari – coordinati dal procuratore vicario Roberto Rossi – hanno effettuato una perquisizione nello studio dei due professionisti in via Andrea da Bari e in via Sparano.
Nell’abitazione di Alberto Chiariello, durante le perquisizioni disposte dai pm leccesi e svolte dai carabinieri il 24 aprile, erano stati trovati tre zaini con 1,2 milioni di euro. Di conseguenza, la Procura di Bari ha aperto un fascicolo per riciclaggio e autoriciclaggio, ritenendo verosimile che gli avvocati Chiariello abbiano percepito compensi in contanti, in violazione della legge.
Stando a quanto verificato dai finanzieri del colonnello Luca Cioffi, nell’ambito di accertamenti preliminari disposti dal procuratore Rossi dopo che era stata scoperta l’esistenza di quell’enorme quantità di contanti a casa Chiariello, vi è assoluta sproporzione tra la somma rinvenuta e i redditi dichiarati al fisco dai due penalisti nonché con una serie di acquisti effettuati di recente.
Le acquisizioni effettuate il 26 riguardano la clientela degli studi, le pratiche in atto e quelle passate. L’obiettivo è verificare se esista una contabilità parallela e che rapporti i due avvocati abbiano con esponenti della criminalità organizzata, considerato che l’inchiesta di Lecce ipotizza che la corruzione del giudice De Benedictis avesse come obiettivo quello di favorire i clan.