Ancora due auto incendiate nella notte e Tommaso Minervini tace.

fonte: Nicola Miccione – www.molfettaviva.it

Divampa l’ennesimo incendio, a Molfetta, stavolta in via Francesca Morvillo Magistrato. Il rogo, partito intorno alle ore 03.00, ha infatti colpito una Ford C-Max ed una Chevrolet Matiz per poi intaccare anche il paraurti anteriore di una Alfa Romeo 156.

I residenti, svegliati dal frastuono provocato dal fuoco, hanno allertato il numero gratuito 115. Sul posto i Vigili del Fuoco giunti dal Distaccamento di Molfetta si sono messi al lavoro ed hanno dovuto lavorare a lungo per domare le fiamme e mettere in sicurezza la zona, ma le alte lingue di fuoco hanno completamente distrutto la Ford C-Max e la Chevrolet Matiz, danneggiando solo in parte l’Alfa Romeo 156.

Non sono stati trovati indizi, durante il sopralluogo effettuato alla presenza dei Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile, né tracce di innesco, ma le indagini sono in corso per cercare di far luce sulla vicenda. L’attività investigativa è nelle mani degli inquirenti della Compagnia di Molfetta. Saranno le loro indagini a stabilire se quello scoppiato questa notte, nel quartiere Madonna della Rosa, sia stato un incendio doloso.

Ipotesi al momento non suffragata da alcun elemento, ma che lascia supporre, vista l’entità e le modalità del rogo (il quarto dall’inizio del mese di maggio dopo quelli registrati in via Fontana – il 5 maggio -, in via Madre Teresa di Calcutta – il 10 maggio – e in piazza Paradiso – il 12 maggio, nda), che dietro il rogo che alle ore 03.00 ha distrutto ben due autovetture e danneggiato una terza possa esserci la mano dell’uomo.

Intanto, nonostante gli appelli del Liberatorio Politico (sembrano essersene accorti sinora, infatti, solo gli attivisti del movimento di Matteo d’Ingeo, i quali hanno chiesto di convocare un consiglio comunale aperto ai membri del “Comitato comunale di monitoraggio dei fenomeni delinquenziali”, in cui il sindaco Tommaso Minervini presenti una relazione dettagliata su quello che sta accadendo, nda), continua a salire il numero delle auto incendiate in città.

Il “fenomeno” sembra senza fine. E di solito per “cause sconosciute”. Senza elementi inequivocabili (una bottiglia, residui di benzina o di Diavolina) non compare mai nel verdetto il dolo, anche se il più delle volte (specie in assenza di precedenti sintomi di guasti elettrici) il sospetto resta evidente.

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