Altra tegola su Bari: il presidente dell’Amiu Paolo Pate si dimette

La decisione arriva dopo il rinvio a giudizio di Pate per presunti raggiri societari e passaggi di quote con firme false, quando Pate era il commercialista due società dei fratelli Marco e Alceste Cavallari, figli di “Cicci” Cavallari – fonte: Isabella Maselli – www.lagazzettadelmezzogiorno.it

L’amministrazione comunale rischia di perdere un altro pezzo. Il presidente dell’Amiu, la municipalizzata barese dei rifiuti, Paolo Pate, ha rimesso il suo mandato nelle mani del sindaco Antonio Decaro.

La decisione arriva dopo il rinvio a giudizio di Pate in una vicenda risalente a sei anni fa che riguarda presunti raggiri societari e passaggi di quote con firme false, quando Pate era il commercialista e consulente di due società dei fratelli Marco e Alceste Cavallari, figli del defunto «ex re» delle cliniche private pugliesi Francesco “Cicci” Cavallari.

Una storia, quindi, che non ha nulla a che vedere con il suo ruolo nell’amministrazione ma “tenendo conto del clima politico sorto nelle ultime settimane – spiega Pate – pur tale procedimento non riguardando in alcun modo la mia attuale attività prestata come Presidente di Amiu Puglia spa e nonostante il reato contestatomi non sia contenuto nell’elenco della Carta di Pisa, che avrebbe dovuto impegnarmi a rassegnare le mie dimissioni in caso di rinvio a giudizio, al fine di non mettere in qualsivoglia forma di imbarazzo le amministrazioni comunali di Bari e Foggia ho ritenuto opportuno rimettere il mio mandato nelle mani del sindaco”.

Pate è stato rinviato a giudizio con Marco Cavallari (il processo inizierà il 2 maggio) per il reato di false comunicazioni sociali. I fatti contestati risalgono al periodo compreso tra febbraio e aprile 2018. Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Marcello Quercia, Marco Cavallari, amministratore unico della Cafin srl, e il fratello Alceste, amministratore della Simafin srl, avrebbero estromesso la socia Simona Zizzo Di Paolo, ex moglie di Alceste, con due «scritture private di compravendita tra le parti di quota di srl». Il ruolo di Pate nel presunto raggiro sarebbe stato quello di aver redatto le comunicazioni all’Agenzia delle Entrate e al Registro delle Imprese, esponendo – su delega dei due imprenditori – «fatti materiali rilevanti non rispondenti al vero sulla composizione societaria idonei ad indurre in errore gli enti pubblici». La presunta vittima del raggiro, Zizzo Di Paolo, assistita dall’avvocato Attilio Triggiani, si è costituita parte civile nei confronti dei tre.

Alceste Cavallari, difeso dall’avvocato Valeria Volpicella, che si è intestato la paternità delle firme false (come confermato anche dalla perizia calligrafica disposta dal Tribunale durante l’udienza preliminare) ha chiesto il rito abbreviato. La sua posizione sarà discussa dinanzi alla gup Paola Angela De Santis nell’udienza del prossimo 4 giugno. Per i due co-imputati, il fratello Marco (assistito da Gaetano Sassanelli) e Pate (difeso dall’avvocato Sabrina Susinno) la giudice ha disposto il rinvio a giudizio, fissando come prima udienza del processo il 2 maggio dinanzi al Tribunale collegiale. Marco Cavallari è stato prosciolto reato dall’altro reato di cui era accusato, quello di sostituzione di persona, avendo accertato che le firme false non erano sue.

Per Pate la Procura aveva chiesto il proscioglimento ma il gup ha ritenuto di rinviare alla fase processuale la valutazione nel merito sulle presunte responsabilità. “La circostanza – dichiara Pate – mi coglie sereno, in quanto in tale sede, avrò certamente e finalmente modo di dimostrare la mia estraneità alle condotte di cui al capo di imputazione”. 

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