L’ex giudice di Trani Michele Nardi è stato condannato a 16 anni e 9 mesi di reclusione. Il Tribunale di Lecce, presieduto dal giudice Pietro Baffa, ha accolto le ipotesi accusatorie, secondo cui Nardi avrebbe organizzato e gestito un sistema corruttivo, che avrebbe piegato la funzione giudiziaria a interessi privati.
Oltre al magistrato sono stati condannati il poliziotto Vincenzo Di Chiaro (9 anni e 7 mesi), l’avvocatessa Simona Cuomo (6 anni e 4 mesi), Savino Zagaria (4 anni e 4 mesi), Gianluigi Patruno (5 anni e 6 mesi). Le condanne sono di poco inferiori a quelle chieste dalle Procura di Lecce.
Nardi, che ha presenziato a tutte le udienze ed era arrivato a Lecce anche all’ultima (è attualmente detenuto agli arresti domiciliari) ha lasciato il tribunale prima della lettura della sentenza. Nardi, Cuomo e Di Chiaro sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e Cuomo è stata interdetta per la durata della pena dalla professione di avvocato.
Altri imputati erano stati giudicati e condannati a luglio, al termine del rito abbreviato. Dieci anni erano stati inflitti all’ex pm Antonio Savasta, quattro al collega Luigi Scimè, e altrettanti all’avvocato Ruggiero Sfrecola nonché all’immobiliarista Luigi Dagostino, mentre a due anni e otto mesi era stato condannato l’avvocato Giacomo Ragno.
L’imprenditore Flavio D’Introno – grande accusatore di Nardi e Savasta – ritenuto dalla Procura partecipe dell’associazione a delinquere, sarà giudicato in un processo separato. La sua attendibilità, però, che tutti gli imputati hanno cercato fino all’ultimo di minare, è stata riconosciuta anche da questa seconda sentenza. Michele Nardi fino a due giorni fa si è professato innocente ma le sue dichiarazioni, a quanto pare, non hanno convinto i giudici.