Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trani, Anna Lucia Altamura, ha convalidato il fermo di Domenico Loprieno, titolare della parafarmacia sita in Via de Robertis, trovato in possesso di medicinali per cui non era autorizzato alla vendita (in quanto vendibili solo in farmacia e con prescrizione medica) nonché, e soprattutto, di 7 pistole, un fucile kalashnikov, caricatori, 180 grammi di cocaina e 16mila euro di banconote false.
Il gip ha emesso contestuale ordinanza di custodia cautelare, che, dunque, fa rimanere in carcere il 33enne tranese. Difeso dall’avvocato Francesco Di Marzio, Loprieno ha ammesso di avere a disposizione medicinali leciti ma che non avrebbe potuto vendere. Li avrebbe acquistati a basso costo (forse perché frutto di rapine a tir) da un rappresentante barese che poi lo avrebbe costretto, dietro minaccia di morte, a custodire tutto quanto sequestrato venerdì dai Carabinieri del Nas. Loprieno ha raccontato di non conoscere le generalità dell’uomo ma di saperlo riconoscere. Il nascondiglio non era solo la parafarmacia ma anche la sua stanza di casa: Loprieno conviveva coi genitori.
Il 33enne ha negato di esser tossicodipendente e ha affermato di aver ricevuto dall’uomo, a quanto pare legato alla malavita barese, anche droga e banconote false, oltre ad un vero e proprio arsenale. Le dichiarazioni determinano nuove indagini del pubblico ministero Francesco Tosto, che mira dunque a risalire all’identità dell’uomo indicato da Loprieno e dunque altri inquietanti scenari.